23 maggio 2020

Ralt-Honda RH6/81 Formula 2 Grand Prix de Pau 1981 Geoff Lees: Spark SF152

Col numero di catalogo SF152 è disponibile
da qualche giorno la Ralt-Honda RH6/81 F.2
in versione Pau 1981 Geoff Lees. 
Quando Spark annunciò a metà novembre 2019 l'uscita di una Ralt di Formula 2, suonò il solito campanello. Basta un niente per riportare indietro la memoria a quegli anni in cui la F.2 era una piccola Formula 1. Anni di vetture spettacolari e di piloti che avrebbero più o meno tutti ottenuto ottimi risultati anche nella categoria superiore. Il mio pallino per le F.2 risale all'uscita dei kit X-Tenariv a fine anni settanta: March, Martini, Kauhsen... e potrete anche rileggere da qualche altra parte in questo blog l'appassionante storia della Minardi di Faster43. Eppure, a parte alcune rarissime eccezioni, come le March 792 prima di Western, poi di Minichamps, le F.2 di fine anni settanta-inizi anni ottanta, sono state del tutto trascurate. 
Lo Spark non teme troppo i close-up: anche il
macro non riesce a scovare imperfezioni notevoli.
Le razze del volante sono fotoincise. 
Perfetto l'allineamento delle ruote e di tutti gli
elementi della sospensione posteriore. Notare gli
scarichi con l'effetto brunito. 

L'arrivo della Ralt-Honda RH6/81 di Spark rappresenta quindi una bella novità, che fa sperare anche in altre uscite simili. Il modello è inserito nella serie francese, ed è in edizione numerata e limitata a cinquecento esemplari. Per fortuna la scatola riporta la dicitura "made in China", garanzia di precisione di montaggio a fronte degli inguacchi made in Madagascar. Con un modello apparentemente semplice come la Ralt, ma che in realtà nasconde non poche insidie è una buona notizia. La versione prescelta è quella relativa al Grand Prix di Pau che Geoff Lees, campione europeo quell'anno, vinse davanti alle March-BMW di Thierry Boutsen e Piero Necchi. 
E' tutto molto pulito e ben assemblato.
L'alluminio delle ali non "spara" eccessivamente. 
Gli agganci per il sollevamento della vettura sono
in fotoincisione. Il resto è in plastica e in resina. 
Nel corso della stagione la RH6/81 subì alcune piccole modifiche di carrozzeria: la troviamo infatti con un airscoop, con due e addirittura senza. A Pau, come in altre occasioni, la vettura aveva il numero di gara ripetuto su una delle plance laterali. Mike Thackwell, compagno di squadra di Lees, finì sesto. 
Validissima la verniciatura e la posa delle decals. 
Il casco di Geoff Lees era un Simpson, tipico dell'epoca. 


Il modello è il classico Spark: ottime linee, verniciatura, finitura accurata. La verniciatura bicolore bianco-BRG è perfetta così come applicati in modo impeccabile sono i filetti in decal gialla a delimitare i due colori principali. Tutto il tipico understatement dei modelli Spark è riassunto in questo modello: niente è fuori posto, niente si nota eccessivamente rispetto al resto. L'uso delle fotoincisioni è mirato e discreto: paratie delle ali anteriori e posteriori, radiatori e poco altro. L'alluminio utilizzato per le appendici aerodinamiche è piuttosto spento e questo conferisce al modello ulteriore realismo. 
Ottime le ruote (a tre razze quelle anteriori, a disegno "forato" le posteriori), dotate di pneumatici con le scritte Bridgestone tampografate e dalla superficie un po' rodata, a dare l'impressione di una leggera usura. 
Il retrotreno è veramente ben realizzato, col sistema delle sospensioni, tiranti, barre e braccetti, fra cui spiccano un paio di fotoincisioni applicate con estrema precisione. 
La RH6 fu la prima vettura nata dalla
collaborazione fra il costruttore britannico e
la Honda, che stava facendo le prove generali
per il suo rientro in Formula 1. 

Altre piccole finezze, il parabrezza, la superficie riflettente degli specchietti, gli scarichi e altri elementi della meccanica bruniti. Piaccia o non piaccia, il pilota è realizzato con buon realismo: il casco è il caratteristico Simpson dalle linee squadrate utilizzato da tanti piloti all'epoca; esatta la colorazione rossa e blu della tuta di Lees. Riassumendo, un modello ben fatto, che a molti susciterà ricordi di un tempo ormai lontano, di trasformazione da un periodo ancora ruspante a un'era più tecnologica e organizzata. Ignoro le ragioni per le quali Spark abbia scelto proprio la Ralt RH6. Fra i master a sua disposizione aveva già la RT3 di Formula 3, ma non credo che la ragione sia da ricercare in questo. 
Da questa immagine si può apprezzare
l'equilibrio generale del modello. 
Il bianco Honda si sposa alla perfezione
col British Racing Green. 
Non resta che attendere altre versioni e altri modelli. La vettura di Thackwell sarebbe quasi scontata. Verrebbe da pensare alle RH6 degli anni successivi. Del resto, se ci si facesse trasportare dall'entusiasmo, non si smetterebbe più di sognare le auto di quel periodo: March, Maurer, AGS, Minardi... Chissà. 
La scatola, in formato standard, è quella tipica
della serie francese di Spark. La base è in colore grigio. 

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