: La Domnick Foundation, che amministra i lasciti di Ottomar Domnick, ha ancora l’originale dell’ordine della vettura fatto a suo tempo e che riporta il numero 5001. |
Ancora oggi, i clienti continuano ad avvicinarsi quanto più realisticamente possibile alle radici del brand quando si tratta di ritirare la loro nuova sportiva. Nell’anno di questo importante anniversario, anche la prima Taycan è stata ritirata da un cliente recatosi presso lo stabilimento principale di Porsche, a Stoccarda-Zuffenhausen.
Parte dell'azienda Reutter dove attualmente sorge lo stabilimento 2. In primo piano: 356 Cabriolet, dietro una 356 Coupé, ancora dietro 356 Speedster, 1955. |
La consegna di una delle prime 356 al dottor Ottomar Domnick fu celebrata con una bottiglia di champagne. |
Prima della breve cerimonia di consegna, Ottomar Domnick si era seduto nella sua Porsche 356 accanto al conducente Herbert Linge, che si era offerto per fare con lui un ultimo giro di collaudo. Herbert Linge ha iniziato il suo percorso di apprendistato presso Porsche KG nell’aprile del 1943 ed è stato uno dei primi meccanici ad essere assunto al ritorno di Porsche da Gmünd, in Austria, alla fine del 1949. “Avevo 14 anni quando ho iniziato a lavorare nell’officina di Porsche dove si formavano gli apprendisti. C’erano sei meccanici e due disegnatori tecnici. Spesso Ferdinand Porsche passava accanto alla nostra officina con ospiti importanti al seguito. Si fermava sempre per salutare, facendo attendere brevemente chi lo accompagnava.
Settanta anni fa, il 26 maggio 1950, la prima Porsche venne ritirata dal proprietario presso lo stabilimento di Zuffenhausen. |
Dicembre 1949: Herbert Linge (sinistra) mostra a Ferdinand Porsche il primo blocco cilindri prodotto a Stoccarda per la 356. |
Ottomar Domnick di fianco alla sua Porsche 356. |
I primi dipendenti che furono assunti nel reparto riparazioni Porsche a Stoccarda Zuffenhausen. Dietro la Porsche 356 Coupé si trova Herbert Linge, ca. 1950. |
Persino oggi il ritiro dell’auto presso la sede centrale di Porsche viene vissuto come un’esperienza speciale dai clienti. “L’aspetto più emozionante di questo ‘primo incontro’ è che il cliente non ha mai davvero visto l’auto prima”, spiega Tobias Donnevert, Responsabile dei Ritiri in Stabilimento e della Personalizzazione del Processo di Vendita.
1988: Harald Wagner (destra) consegna al direttore d'orchestra Justus Frantz le chiavi della sua 959 Coupé. |
Nello stabilimento di Zuffenhausen, Tobias Donnevert e il suo team accolgono ogni giorno circa 20 clienti che scelgono di ritirare qui la loro vettura nuova. Nel 2019, i ritiri in fabbrica sono stati 2.500 a Zuffenhausen e quasi 3.000 a Lipsia.
Harald Wagner (sinistra) consegna una 911 Turbo 3.0 Coupé (prodotta nel 1976) alla famiglia Pietsch. |
Prima di entrare in possesso dell’auto, i clienti sono anche invitati a fare un giro dello stabilimento per vedere, fra le altre cose, come viene realizzata la Porsche 911 a Zuffenhausen. Il programma include anche una visita al Museo di Porsche. A Lipsia viene offerta ai clienti una breve panoramica della produzione dei modelli Macan e Panamera. È inoltre possibile fare un giro di prova sulla pista FIA dello stabilimento.
La Domnick Foundation, che amministra i lasciti di Ottomar Domnick, ha ancora l’originale dell’ordine della vettura fatto a suo tempo e che riporta il numero 5001. L’ordine era stato gestito dalla concessionaria VW Hahn, dato che non esisteva ancora una rete distributiva dedicata in Germania.
Uli Hoeneß (al centro) riceve la sua Porsche 911 Carrera RS 2.7 Coupé (prodotta nel 1973); a sinistra Harald Wagner. |
Sul modulo d’ordine, la dicitura “Volkswagen” era stata cancellata con una riga tracciata a mano e sostituita con “Porsche-Sport”. Oggi, la Porsche 356 di Ottomar Domnick simboleggia l’inizio della presenza di Porsche in Germania, oltre ad essere la vettura che ha avviato la tradizione dei ritiri fatti di persona presso la fabbrica di Zuffenhausen.
1962: ritiro in fabbrica di una Porsche 356 B. |
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