Nel panorama automodellistico degli
anni settanta la rivista francese Minis Auto Magazine occupa un posto
abbastanza importante. Fondata a Parigi nel 1975 come mensile, Minis
era diretta agli esordi da Albert Roumat e nel comitato di redazione
si trovavano dei nomi ancora oggi universalmente conosciuti e
apprezzati: Bertrand Azéma (autore fra l'altro dell'opera
fondamentale sulla Solido), Christian Huet, Serge Bellu, Jean-Louis
Blaisius... giornalisti esperti di modellismo e di automobilismo.
Minis era edita dalla società Adepte, con sede nel XVIII
arrondissement di Parigi.
All'epoca, in Europa (ma anche nel
mondo) non c'erano molte alternative, anche se proprio in quegli anni
sarebbero nati altri periodici destinati a durare diversi anni. In
una cinquantina di pagine, Minis affrontava praticamente ogni aspetto
del modellismo automobilistico. La struttura era quella che oggi
verrebbe definita classica: le novità, un paio di “temi”, le
grandi scale, l'articolo tecnico, la rubrica delle notizie brevi, le
borse di scambio, il club, gli annunci dei privati.
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"Banc d'essai": come migliorare la Ferrari 312 T2 della Polistil (numero 13, novembre 1976). |
L'enorme differenza è che negli anni settanta
queste riviste erano un mezzo quasi insostituibile d'informazione, e
nell'Europa “off line” i collezionisti attendevano da un mese
all'altro l'uscita del nuovo numero che veniva letto e riletto fino a
impararlo a memoria. I contatti internazionali erano rari e riservati
a quei pochi fortunati che potevano permettersi frequenti viaggi
all'estero, per negozi e per borse di scambio. In quegli anni
settanta assistiamo al naturale affiancamento della produzione
industriale con quella artigianale: era normale che in una rivista si
trovassero le segnalazioni delle uscite dei vari Burago, Polistil,
kit Heller, accanto ai più “professionali” Solido e Norev. A
proposito di Solido, in quegli anni la casa francese era uno degli
assi portanti dell'1:43, con i suoi stupendi modelli sui quali si
sono esercitati tutti i migliori modellisti degli anni 80-90.
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Pubblicità di metà anni settanta con due classici: prodotti Humbrol e gli onnipresenti fratelli Tron. |
Minis era una rivista piuttosto
approfondita, che però negli anni andò incontro ad un certo
appiattimento, complice anche l'arrivo di altri periodici ancora più
specializzati e forse una certa incapacità di adeguarsi alle
maggiori esigenze di inizio anni 80. Nel frattempo il nome era
cambiato da Minis Auto Magazine a Minis Autos.
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Articolo sulla Ferrari 330 GTC in scala 1:10 di Michele Conti, argomento principale del numero 71 di Minis (ottobre 1981).
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Un'eccezionale (per i canoni di allora) Ferrari 250 GTO completamente apribile realizzata in piccola serie su base X-AMR da Jacques Brauer. Distribuite in esclusiva da XVM di Marsiglia, le GTO di Brauer costavano 1550 FF. |
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Quella di Minis resta un'esperienza
interessante e oltretutto i vecchi numeri si possono trovare ancora
oggi abbastanza facilmente a dei prezzi contenuti.
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Ovviamente non poteva mancare GPM di Brian Harvey fra gli inserzionisti. |
Il collezionismo
delle riviste vintage automodellistiche non è forse molto sviluppato
in Italia ma personalmente consiglio ad ogni appassionato di farsi
una piccola raccolta delle testate più rappresentative del passato.
Leggere (o rileggere) questi vecchi articoli a distanza di trenta o
quarant'anni è un'esperienza affascinante che può farvi trascorrere
molte ore magari in un noioso pomeriggio domenicale.
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Primi anni ottanta: intervista al preparatore Jean-Louis Meznarie, appassionato di 1:43, che presenta la propria collezione di Porsche... Meznarie. |
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