C'era molta attesa per questo titolo di quasi cinquecento pagine e dal prezzo proporzionato alla mole (andiamo sui 150 dollari, ma esiste anche una "Publisher's edition" autografata da Derek Bell, Brian Redman, John Horsman e da Gillotti stesso, con un supplemento di 160 pagine e altre 400 foto; di questa edizione esiste anche una versione rilegata in pelle dal costo proibitivo). Questo sforzo editoriale genera sentimenti un po' contrastanti. Il layout, tipicamente americano, lo fa sembrare poco... "autorevole" (si può giudicare un libro dall'apparenza? Certamente no, ma alcune scelte tipografiche non aiutano a ben disporsi nei confronti di certi prodotti), simile anche se non al livello, tanto per intenderci, dei libri di John Starkey. E' lontana la consistenza dei volumi editi in Gran Bretagna. Il materiale è abbondante, come abbondantissimi sono i dati. Nelle sue ricerche, Gillotti ha attinto ad opere già uscite - ed è onesto nell'indicarle volta per volta - ma anche a testimoni diretti e a documenti d'archivio finora inediti o poco conosciuti.
Ne viene fuori un ritratto, telaio per telaio, di tutte le auto che hanno disputato almeno una gara per il team Gulf, e non mancano informazioni, seppur meno dettagliate, sulla vita precedente e successiva delle singole vetture. Le foto sono interessanti anche se ve ne sono parecchie già note, specie quelle derivate dall'archivio Porsche. Molte, troppe, sono relative a esemplari restaurati, e anche se in un libro di questo tipo è un'operazione necessaria, perché di deve dar conto della vita globale di ciascun esemplare, per l'appassionato di storia è sempre un inutile fardello da scansare quasi con fastidio mentre si sfoglia il libro. Qualcosa di buono emerge (come le note sull'utilizzo dello chassis 035/15), tanto per fare un esempio, ma si resta sempre con la voglia di qualcosa di più, che non si esaurisce con l'affastellarsi delle pagine. E' uno sforzo notevole, quello dell'autore e anche quello dell'editore, su questo non ci sono dubbi. M a il giudizio resta tutto sommato tiepido anche per la scarsa originalità dei testi e per la generale superficialità dell'impostazione. Non ho avuto accesso al volume supplementare, ragion per cui il giudizio su questa opera è per forza di cosa parziale.
Fatto sta che se il materiale più interessante fosse stato confinato all'edizione limitata (e molto più costosa) si tratterebbe di una scelta poco seria e poco rispettosa dei lettori. Direi che in assoluto, pur essendo dedicato ad un aspetto particolare della storia della 917, il libro di Gillotti non apporta tanto di più rispetto a quello che potete trovare nei volumi di Smale e di Hézard. Neanche la lettura del testo, se d'abitudine non vi limitate a guardare le immagini, vi darà tante informazioni in più rispetto a quelle di corrente disponibilità.
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