Non sono molti i manuali che si focalizzano esclusivamente sulla costruzione dei modelli speciali, anzi probabilmente si contano sulle dita di una... mezza mano. Il più famoso è The world of 43rd, redatto e parzialmente scritto da John Simons di Marsh Models. La terza edizione del 1996 credo sia l'ultima. Su Facebook questa pubblicazione è ovviamente diventata un "holy grail", ma non dategli retta: sono gli stessi che parlano di holy grail a proposito di uno Spark di tre anni fa o di un Make-Up fatto per conto qualche oscuro club giapponese. Ma a parte i ridicoli vezzi contemporanei, questo, che più che un libro è un quaderno in A4 di una cinquantina di pagine, oggi ha un interesse anche storico, perché ormai i suoi venticinque e passa anni ce li ha tutti.
I vari capitoli spiegato passo passo il montaggio di modelli in resina e in metallo bianco, dallo studio dei pezzi alla verniciatura, dalla posa decals a quella dei vetri, dal superdettaglio alle tecniche di base dei diorami, senza dimenticare i figurini (all'epoca i Denizen andavano per la maggiore). La parte finale è ancora più tecnica e spiega come nasce un modello partendo dal master fino agli stampaggi e alla fabbricazione delle fotoincisioni e alla stampa delle decals. La maggior parte dei capitoli sono opera di Simons, ma altri autori dell'opuscolo sono Colin Fraser, Stephen Barnett, Chub Pearson, Tim Dyke, John Allen, Chris Arnott, John Stockton e Robin Stretton. Insomma, non proprio gli ultimi arrivati.
La premessa è di Brian Harvey, e da sola merita il prezzo del biglietto. In due magistrali colonne, Harvey ripercorre con grande spirito di sintesi le ragioni dell'esistenza dei modelli speciali e il loro ruolo nel modellismo. Certo, siamo nel 1996, e la linea di demarcazione fra speciali e industriali era molto più netta di quanto non lo sia oggi. Particolare gustoso del libretto sono le pubblicità dell'epoca: parecchi negozi ormai chiusi, marchi prestigiosi scomparsi. La seconda metà degli anni novanta fu per il settore degli speciali un periodo abbastanza strano: il nuovo conviveva ancora abbastanza tranquillamente col vecchio. Si riconoscevano ancora per certi versi gli anni ottanta ma si intravedevano i radicali cambiamenti dei primi anni duemila.
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