04 giugno 2021

Da Bizarre a Spark il passo è breve? La Matra MS630/650 Le Mans 1969 (S3548)


La partecipazione di Matra alla 24 Ore di Le Mans del 1969 fu quanto mai eterogenea: mentre Ken Tyrrell con la MS80 permetteva a Jackie Stewart di conquistare il suo primo titolo mondiale in F.1, la gara della Sarthe fu affrontata da Matra con uno schieramento composto da una vecchia MS630 coupé, affidata a Guichet e Vaccarella, una MS650 di nuova concezione per Beltoise e Courage e due ibridi MS630/650 per Servoz-Gavin/Mueller e Galli/Widdows. Andò piuttosto bene, con un quarto, un quinto e un settimo posto assoluto; solo Servoz-Gavin e Mueller dovettero abbandonare a metà gara per una panne elettrica, peraltro rimediabilissima grazie a uno dei tanti stratagemmi possibili; ma Mueller si era del tutto perduto perché non aveva ben capito (o non le aveva ascoltate?) le spiegazioni date dei tecnici ai piloti alla vigilia della gara su come ripartire in caso di malfunzionamento dell'impianto. 



Prova ne fu che un gruppo di meccanici si recò sul punto dove la MS630/650 era rimasta ferma. Con le giuste operazioni la vettura si rimise subito in moto senza problemi ma ormai la frittata era fatta. 

A suo tempo era stata Bizarre a riprodurre tutte e quattro le Matra di Le Mans 1969. Com'è accaduto con gli altri passaggi dalla gamma Bizarre a quella di Spark, il modello dovrebbe beneficiare di miglioramenti e di piccole modifiche rese possibili dall'ulteriore progresso in termini di documentazione, rappresentato da altri 10-15 anni di libri, pubblicazioni varie e siti Internet. 



In effetti anche per la Matra di Le Mans 1969 è così, almeno in linea generale. Vediamo qualche dettaglio. 

  • Aggiunta delle fotoincisioni laterali che simulano i fermacofani in corrispondenza col numero di gara. 
  • Aggiunta di cinture di sicurezza in fotoincisione. Non bellissime ma sempre meglio di semplici decals. 
  • La parte retrostante del cruscotto è ora del corretto colore arancione, un particolare che era sfuggito al momento della produzione del Bizarre. 
  • Il rosso delle strisce della vettura numero 34 ora è diventato fluorescente. Dalle foto sembra la scelta giusta. 
  • Del tutto modificata la fanaleria posteriore: il gruppo ottico rotondo è stato sostituito da tre elementi piccoli, sempre rotondi. Aggiunti anche due catadiottri rettangolari. 
  • Sul Bizarre le frecce a fianco dei fari negli alloggiamenti erano bianche; dovrebbero essere arancioni e neanche sullo Spark è stata corretta questa piccola inesattezza. 
  • Il Bizarre presentava la riproduzione delle viti di fissaggio sulle protezioni in plexi dei fari, particolare eliminato sullo Spark, chissà perché. 
  • Sparite sullo Spark anche le rivettature alla base del parabrezza, operazione che sembra lecita almeno sulla n.34. 
  • I font dei numeri sembrano essere stati leggermente ritoccati. 
  • I filetti in decals sul muso sfiorano ora le prese d'aria rettangolari. 
  • I loghi SEV-Marchal sono stati spostati; si noti che i vari sticker (SEV-Marchal, Ducellier, Dunlop) appaiono in posizioni diverse nel corso di tutta la settimana di gara. 
  • Sullo Spark è stato aggiunto il punzone bianco ACO delle verifiche tecniche. 
  • E' stata corretta la forma così particolare del rollbar sulla numero 34. Non tutti ne conoscono la storia, per cui varrà la pena rievocarla brevemente. Questa 630/650, contraddistinta secondo quanto riporta Roland Roy dal numero di telaio 03, fu finita di costruire nel 1968, quando non era ancora entrata in vigore la nuova norma tecnica sui rollbar. 

    L'altra MS63/650 e la MS650 furono invece ultimate nel 1969, ricevendo quindi un rollbar più largo e di diversa foggia. Sulla MS630/650 s'impose quindi un rifacimento all'ultimo tuffo, su diretta indicazione dei commissari tecnici di Le Mans. Dei semplici tubi furono piegati alla dimensione regolamentare, con un solo punto di saldatura corrispondente al vertice del vecchio arco e con la base attaccata alla bell'e meglio allo schienale... in poliestere dell'abitacolo! 
  • Lo Spark presenta lo spoilerino posteriore in fotoincisione, mentre il Bizarre l'aveva in resina, stampato insieme alla carrozzeria. 
In conclusione, ancora una volta Spark si è data da fare per migliorare un prodotto a distanza di anni. E' sicuramente una strategia valida, che paga soprattutto su modelli semplici come questo, esenti dai difetti tipici di questa marca. 









8 commenti:

  1. Infatti credo che ci siano due categorie di elezione per gli Spark, che sono gli Sport Prototipi, di qualunque taglia ed epoca siano, e le Formule, con l'eccezione di quelle degli anni '80-'90 che hanno di gommoni modello Monster Truck che francamente non ho mai capito, ma che mi pagano ben poco l'occhio personalmente... Stranamente, le Formule "vecchie" o quelle "contemporanee" sono esenti da questo difetto

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    1. Aggiungerei anche le auto da corsa contemporanee, quali esse siano, incluse le GT, quasi impossibili da riprodurre perfettamente da parte di un artigiano.

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  2. David (mi firmo RF) è vero, ma per me le GT sono assimilabili agli Sport Prototipi, per quello non le ho menzionate.
    Le stradali, e spesso anche le macchine da Rally, se non le facessero sarebbe tanto meglio. Le F1 degli anni '80-'90, se uno ha un minimo di manualità, si prende una scatolina Tameo, si diverte di più, e se la compra nel posto giusto finisce anche a spendere meno.
    Ovviamente, tante cose strane come Andrea Moda, certe Minardi, Eiffeland e altre "piccole" non ci sono, e Spark gioca molto su quello

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    1. RF, è vero. Le stradali di Spark non sono il diavolo, hanno fatto ad esempio una Porsche 914 che è piuttosto carina, variando anche la foggia dei cerchi da una referenza all'altra. Le Formula 1 hanno quei piloti che tutto sommato possono anche essere migliori di quelli della concorrenza (Minichamps in primis) ma io le preferirei senza. Sono d'accordo che montando per bene un kit Tameo il risultato sarebbe indiscutibilmente migliore. Una volta c'era Tenariv a proporre una gamma completa di Formula 1 anni 60, 70 e primissimi 80, con tutte le varianti GP per GP. Guarda caso Viranet è andato in Cina...

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  3. Non è che le stradali siano il diavolo, la cosa secondo me è abbastanza diversa, e ci coinvolgo anche la tematica Rally (che mi sta particolarmente a cuore): culturalmente e storicamente, gli uomini chiave di Spark sono tutti patiti cronici di Sport Prototipi (GT comprese) e, nel caso di Viranet, di Formule (con anche gli Sport Prototipi).
    Rally o stradali... Le fanno eh, e non sono neanche male, ma cadono su di quelle bucce di banana che danno francamente il nervoso, proprio perché... Non vorrei esprimermi male, ma danno quasi l'idea di non esserne così tanto esperti e di non avere nemmeno troppa voglia di approfondire il tema.
    Prendi la Stratos Alitalia del Monte '77: parere mio, il mio amico Gianni non sarà d'accordo ma fa niente, a livello di "industriali" o pseudo-tali, la base Spark è la migliore Stratos che abbia mai visto. Ha delle bellissime ruote, una bella linea, e un assetto molto giusto, paga molto l'occhio a livello "macro", ma è a livello "micro" che la faccenda cambia: ha una quantità di uccellatine da poco che però, una dopo l'altra (e i font delle targhe, e la parte di cofano che comprende la targa bianca invece che nera, eccetera eccetera), messe una sull'altra, rovinano il modello.
    Ci sono migliaia di migliaia di migliaia di foto in ogni singolo secondo e metro di gara di quella macchina, non è una versione da cronoscalata dell'oratorio di metà anni '80, fare certi erroracci vuol dire non essere appassionati abbastanza al soggetto. Punto.
    Idem vale con tante stradali, tipo le 500 con particolari mischiati da x serie diverse.
    Anch'io se mi mettessi a costruire camion li farei sicuramente più alla come viene che non facendo rally, prototipi e moto da fuoristrada, penso sia assolutamente normale, ma col fatturato che hanno potrebbero tranquillamente assumere uno dedicato ai Rally ("classici") e un altro alle stradali, e sarebbe un bel miglioramento.

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  4. I rally del passato sono uno dei punti deboli di Spark: una volta - non so se l'ho già raccontato - mi toccò recensire una A112 del Monte Carlo per Modelli Auto. Non essendo un iper-esperto di rally affrontai l'argomento con la dovuta umiltà. Iniziando a confrontare il modello con le foto, dopo cinque minuti non capivo più se: 1) ero io che avevo bevuto due litri di whisky senza neanche ricordarmelo; 2) se avevo in mano un modello diverso da quello che mi avevano annunciato; 3) se le foto non corrispondevano affatto al modello che Spark aveva voluto riprodurre. Scartata l'ipotesi 1 e in parte anche la 2, tertium dabatur: Spark aveva commesso una serie tale di errori da lasciare senza parole. Aveva scambiato targhe, fatto casino con una versione di un altro anno, aggiungendo ulteriori errori propri. La Stratos del Monte Carlo '77 è un altro esempio tipico, ne ho parlato proprio qui nel blog al momento dell'uscita. Ma diversi soggetti che si attendevano con ansia da tempo sono stati rovinati da un'opera di documentazione quanto meno superficiale.

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  5. Tutto giusto, ed è importante ripetere che sono errori che con certe tipologie di macchine, salvo rare eccezioni (908/03) non vengono fatti neanche in minima parte.
    Io non ho molta idea di come lavorino, ma non credo che abbiano solo 3/4 capi progetto per qualche miliardo di novità al mese, se così fosse un qualcuno di "malato" per i Rally o le classiche stradali ci vorrebbe come l'acqua nel deserto.
    Fine dell'OT, mi scuso per averlo tirato così tanto "oltre"

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  6. Il blog ha bisogno di interventi di questo tipo, nessuna necessità di scusarsi, anzi! Oltretutto questa non è terra di tifosi o di fan boy, quindi non c'è alcun condizionamento.

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