24 ottobre 2020

La Porsche 935, il Mugello del '77 e la macchina del tempo (storie di modelli, episodio 11)

La mia generazione di appassionati toscani di automobilismo non ha potuto assistere di persona allo Stradale del Mugello ma è cresciuta con le gare sul circuito di Scarperia. Mondiale Marche, Europeo Turismo, Euro Formula 2, Formula 3, Fiat Days, Formula Fiat Abarth... i ricordi di quelle indimenticabili giornate sono scolpite nella memoria. Il circuito era quello che era: bello come tracciato ma le infrastrutture erano state lasciate a metà. Ci avevamo fatto l'abitudine a vedere quei pali di cemento armato che finivano nel nulla, i box incompleti, il paddock che quando pioveva si trasformava in un enorme pantano, per non parlare delle vie d'accesso che assomigliavano tanto a tratturi di campagna. Del resto anche per le gare più importanti non c'era un cane. Ricordo di aver staccato più volte il biglietto numero 1 per il paddock, e non parlo della corsa delle casse di sapone; parlo dell'Euro Formula 2, quello che sembrava una mini-Formula 1, o del Mondiale Endurance con Ickx, Bellof, Boutsen, Pescarolo, Patrese, Nannini e compagnia. 
6 Ore del Mugello 1977: Endurance
Info e Spark ebbero la felice idea di 
far uscire questa 935/77. Ormai sono passati
diversi anni da quella produzione. 

Ma - si sa - l'AC Firenze, che all'epoca gestiva il circuito, non brillava per capacità di promozione e i problemi economici sempre più pressanti avrebbero trovato una soluzione solo con la vendita della struttura alla Ferrari. Ma questo a noi ragazzini a caccia dell'autografo di Roberto Ravaglia o di Momo Moretti accompagnato dalle ragazze Penthouse che distribuivano cataloghi delle ruote Momo, importava poco. Quello che è rimasto è il fascino di eventi irripetibili, che hanno lasciato una traccia nel nostro inconscio automobilistico destinata a non sparire mai. Le 6 Ore del Mugello sono state importanti per la storia del Mondiale Marche: qui, nel 1976, debuttò la Porsche 935. Non sono molti i modelli della prova mondiale al Mugello, sebbene qualche artigiano abbia provato a tappare qualche buco, almeno fra i più evidenti. E una decina di anni fa, Spark e Endurance Info fecero uscire la 935/2 del 1977 Mass e Barth, quella che tirò un gran botto che in molti ancora oggi ricordano. Il fatto che la vendesse la BAM di Parigi aggiungeva ancora più fascino all'uscita del modello. Quando arrivò il pacchetto da Parigi, si attivò uno di quei cortocircuiti emozionali che danno un senso al collezionare. Era come tornare indietro alla fine degli anni settanta, quando per un modello così avresti fatto undici ore di treno. 
Le vetture del Mugello spesso sono 
spoglie, prive degli sponsor opulenti
che apparivano a Le Mans o in altre 
occasioni. Noi le vedevamo spesso 
così, col loro scarno numero e i 
pochi sponsor tecnici. 
La cosa, fra parentesi, fu resa meno idilliaca dallo scarso controllo qualità degli Spark di allora, i cui modelli andavano scelti dal vivo e con molta cura. La 935 riprese la via della Francia per essere sostituita da un secondo esemplare che per fortuna non aveva i difetti del primo. E quando - siamo arrivati a oggi - Madyero è uscito con un altro modello di quella gara la 935 Kremer di Wollek e Fitzpatrick, non ho potuto non trattenerne uno per la mia collezione. Primo, perché è un qualcosa realizzato con passione, e inevitabilmente si vede. Secondo perché mi ha fatto rivivere la suggestione incontrollabile di un oggetto che è qualcosa di molto simile alla macchina del tempo. 

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