Alla 24 Ore di Le Mans, la squadra ufficiale Porsche scherò due esemplari della nuova 936, oltre alla 935 Gruppo 5. Brevemente, tanto la storia è nota, fu proprio una delle due 936, pilotata da Jacky Ickx e Gijs Van Lennep a ottenere la vittoria assoluta, battendo una concorrenza per la verità non troppo agguerrita. I team privati Porsche che volevano continuare a competere nei prototipi, ormai riuniti in Gruppo 6, dovettero arrangiarsi con materiale ormai datato: Reinhold Joest iscrisse la 908/03 normalmente utilizzata in quella stagione, per Ernst Kraus e Guenther Stecckoenig, che terminarono la gara al 7° posto, un risultato di tutto rispetto e comunque sempre meglio dell'altra 908/03, portata in gara dal team di Egon Evertz, costretta al ritiro per noie al motore.
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Kraus e Stecckoenig rimediarono un onorevole settimo posto a Le Mans 1976 con la Porsche 908/03 del team di Reinhold Joest. |
Recentemente Spark aveva già riprodotto la vettura di Joest in configurazione Le Mans 1975 (art. S1994); ora tocca alla macchina del 1975 (S1997), che dovrebbe essere lo stesso telaio (le fonti riportano che si tratta della 008) impiegato nel 1976 e poi negli anni successivi, fino a terminare la propria carriera nel DRM addirittura nel 1982.
Lasciamo la parola alle immagini, in una carrellata che probabilmente non troverete altrove!
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Le linee della 908/03, in una configurazione molto elaborata rispetto alle prime uscite del 1970, sono ben rispettate. Il sedile riproduce bene le caratteristiche strisce dell'imbottitura e l'alto poggiatesta. |
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Correttamente realizzati i sedili, in colore rosso, caratteristica piuttosto comune delle vetture del team Joest. Nella sua semplicità, la livrea Shell è molto attraente, vivacizzata da alcuni elementi "di contrasto" quali i sedili rossi e i coperchi delle trombette di aspirazione di colore azzurro. Le uscite d'aria sui passaruota anteriori sono riempite di un colore nero e rendono bene l'idea, pur senza essere passanti (per quelle ci vogliono altri budget!) |
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Al posteriore vi era una specie di lama, colorata in rosso. Molto fine la realizzazione degli specchietti retrovisori. Forse le due cifre dei numeri laterali avrebbero potuto essere più ravvicinate, ma si tratta di frazioni di millimetro. Bellissimi i gruppi ottici in materiale plastico trasparente. E' finito il tempo delle decals. |
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E' stato simulato il nastro adesivo bianco che serviva a fissare meglio la portiera lato "passeggero". |
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Alcuni dettagli difficilmente visibili nella maggior parte delle foto; la coda lunga nasconde in pratica il retrotreno, riprodotto con elementi in plastica e in fotoincisione. |
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Su questo esemplare l'allineamento della struttura principale del telaio, visibile da dietro, non è perfetta. Il problema è che è facilissimo rompere qualcosa cercando di rettificare questo genere di difetti. E' comunque una pura questione di fortuna, perché su due esemplari ricevuti, uno era a posto, l'altro meno. Notare anche il faro centrale supplementare rosso/arancione, una finezza che dimostra che Spark aveva a disposizione una documentazione molto ampia. |
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La meccanica del basamento motore, dei tiranti e dei principali elementi della sospensione posteriore è stata riprodotta in modo soddisfacente e con la tradizionale tecnica coloristica di Spark, che consiste in un'intelligente mistione di nero e alluminio, ad ottenere un effetto piuttosto realistico e diremmo quasi "plastico". Questa configurazione della 908/03 Joest era dotata dell'8 cilindri aspirato da 2997cc. |
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Elementi che non troverete facilmente su altri modelli venduti al pubblico a 55-60 euro. Lo staccabatteria, il comando-tirante dell'estintore, la luce del numero della giusta forma, il timbrino dell'ACO sulla placca di identificazione della categoria. Difficile non apprezzare. |
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Correttamente riprodotto e incollato il vetrino parabrezza; gli specchietti hanno la superficie riflettente, l'abitacolo è ben riprodotto e non mancano i vari strumenti. Le cinture di sicurezza sono in fotoincisione, con il marchio REPA. Nella parte superiore del cruscotto è presente una barra in fotoincisione. Ah, sì, c'è anche la pedaliera... |
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Altro particolare sulla punzonatura dell'ACO, riprodotta con grandissima definizione. Forse un po' troppo lucide le gomme, di materia piuttosto dura. |
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I faretti di illuminazione del numero, lato box. Le ruote sono realistiche, con le cinque razze dipinte in giallo, il dado centrale e la riproduzione del disco freno. L'arco sopra la doppia NACA è in fotoincisione. |
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Molto belli i gruppi ottici anteriori, con l'indicatore di direzione. La protezione in plexiglas è applicata con notevole pulizia. |
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Il modello ha indubbiamente quello che gli inglesi chiamerebbero "correct stance". Insomma, "c'è". La griglia anteriore di protezione è riprodotta in fotoincisione. |
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A volte non ci si rende conto di quanti passi in avanti l'1:43 abbia compiuto in questi ultimi 5-10 anni. Ricordate il kit Mini Racing di questa stessa vettura? Solo un montatore di livello medio-alto sarebbe riuscito a cavarne un risultato simile, è inutile negarlo. |
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Questa immagine evidenzia il tirante della "pinna" laterale... |
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...ancora meglio visibile in quest'altra foto. |
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La copertura delle trombette di aspirazione e la protezione della parte superiore del motore, dove sono riprodotti in modo abbastanza soddisfacente alcuni cavi e accessori vari. I tappi di rabbocco sulla carrozzeria sono in fotoincisione. Non manca il faretto verde posizionato di lato, sull'arco alle spalle del pilota. |
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"Manufactured under license from JOEST RACING Gmbh": questa mi mancava. |
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Questo modello viene commercializzato nella classica confezione Spark. C'è da sperare che possano uscire altre versioni della vettura del '76, come quella che corse a Monza (con la parte superiore della carrozzeria dipinta in rosso). Magari in qualche edizione per un importatore locale? |
Bel modello, molto curato nella finezza dei dettagli.
RispondiEliminaLa storia non la ricordo bene, ma dai particolari del motore questa mi sembra una 908/03 aspirata (e del resto nella 24h del '75 contraddistinta dalla formula consumo si era optato per il motore 8 cilindri 3000)
Sì, ovviamente si tratta dell'8 cilindri aspirato da 2997cc; il 6 cilindri turbo venne adottato in altre occasioni.
EliminaUna piccola curiosita',ma la prima 936,la Diable noire per intenderci,fu sviluppata da questa 908/3 o viceversa fu JOEST a prendere
RispondiEliminaspunto dalla Porsche 936/1 per modificare la sua vettura?
Infatti esteticamente,a differenza di qualche particolare sono molto simili,cosi' come e' simile a sua volta a queste due,la famosa
917 Sunoco di Donohue schierata nella serie can-am.
David colgo l'occasione inoltre per segnalarti l'uscita di 2 nuovi modelli della Spark secondo me molto interessanti,che puoi trovare
in questo sito:shop.pickettracingteam.com.
I modelli in questione riproducono la bella HPD ACURA di LUHR-GRAF che ha corso nella ALMS 2012 nelle 2 versioni,MUSCLE MILK e
PATRIOTIC LIVERY
By Marcoparra