18 aprile 2013

Ferrari 212 Inter Carrera-Panamericana 1952, Ferrari Racing Collection [di Umberto Cattani]


Ferrari Racing Collection
Ferrari 212 Inter
1/43
A cura di Umberto Cattani
Foto Umberto Cattani

R...Efrain Ferrari alla Carrera!

Una delle rare immagini che ritraggono
la Ferrari 212 di Echevarria poco prima del via. Si nota
il paraurti, assente sul modello di Styling ma non si
vedono le piccole pinne sui gruppi ottici di coda. Qualche
dubbio nasce anche osservando la forma dello stesso
paraurti. 

All'edizione 1952 della terza Carrera Panamericana parteciparono nove Ferrari, distribuite tra 250S, 212 Inter, 212 Export, 340 Mexico e 340 America. La vettura che si classificò meglio fu la 340 Mexico di Chinetti e Lucas, appoggiata da un'industria locale di oli e detersivi, la 1-2-3, proprietà di Santiago Ontanon. Ognuna di queste vetture è stata riprodotta in scala 1/43 con esiti altalenanti. In particolare, il modello che ci riguarda più da vicino, la 212 Inter di Echeverria e Becerril, entrò nei cataloghi Styling Models ma è da dimenticare perché infarcita di troppi errori. L'uscita della Ferrari Collection è quindi salutata con grande interesse, trattandosi di una riproduzione inedita come diecast e piuttosto corretta nella decorazione e nell'interpretazione delle linee generali, a parte qualche dettaglio evidenziato nelle didascalie che corredano le immagini.
Questa è la 212 oggi. La presenza dei gommini elastici e del paraurti a lama rende fedele il modello IXO ma la storia è un'altra cosa. Che potrebbe saltar fuori da un'immagine presa di 3/4 anteriore?

In mancanza d'altro, incrociamo le dita, auguriamoci che chi ha restaurato la vettura di Echeverria abbia colto nel segno. 

Pur essendo una Ferrari e pur avendo alla guida un campione messicano di football, questa  212 non ebbe molta considerazione tra i fotografi. Estremamente difficile scovare documentazione a suo riguardo. 
Efrain Ruiz Echevarria - o Echeverria come riporta il nostro modello, il dubbio resta - iscrisse in forma privata una Ferrari 212 Inter alla terza edizione della Carrera Panamericana. Lo sportivo messicano poteva contare, anche lui come altri, sull'appoggio della 1-2-3 Productos, azienda produttrice di oli e detersivi molto diffusa in tutto il Sud America. Fu accompagnato nell'avventura da Pedro Villegas Becerril, amico che svolgeva le funzioni di meccanico.
Riferendoci alla storia, questo  chassis fu punzonato due volte per ragioni doganali, ed è identificato sia come 0292 MM sia come 0239 EU. 
Un'altra immagine rara della coda, l'obiettivo schiaccia la vettura facendola assomigliare ad una sogliola. I rostri sui paraurti, comunque, sono ben evidenti...
Nel corso della sua vita ha subito diversi restauri, anche se il più attendibile sembra essere l'ultimo, risalente a pochi anni fa ed è a questo che IXO è risalito per realizzare il modello. Styling Models all'epoca lo interpretò senza paraurti e con una colorazione rosso vivo accoppiata alla tinta avorio per il tetto. Se oggi possiamo mettere in collezione questa riproduzione è solo grazie alle numerose immagini che circolano in rete, relative all'ultimo rialzo, dato che esiste pochissima documentazione d'epoca su questa bella Ferrari.
I cerchi non ci sono piaciuti e ci è parso imperativo sostituirli con altri fotoincisi. 

La gara di Echeverria fu relativamente breve. Al termine della prima tappa, da Tuxtla ad Oaxaca per 530 km, la 212 si classificò al dodicesimo posto, distante poco meno di un'ora dalla Gordini di Behra. Andò meglio il giorno seguente, Ruiz arrivò a Puebla in nona posizione, davanti ad un giovanissimo Phil Hill ma non gioì troppo a lungo, una spettacolare uscita di strada della sua Ferrari lo costrinse al ritiro poco prima di arrivare a Mexico City.
Riuscita la calandra, con qualche ritocco di pennello diventerà ancora più realistica. Le frecce anteriori sono solo dipinte, fresarle sarebbe stato un rischio che non ci siamo sentiti di affrontare.  
Come già accennato, il modello non presenta difetti gravi, ed il cipollatore ruspante dovrà intervenire solo per un lavoro di rifinitura. Noi abbiamo voluto cambiare i cerchi con altri a raggi fotoincisi, mantenendo le gomme di serie ma dipingendoli in alluminio. 
A parte il nome del copilota, le fiancate del modello sono perfettamente identiche. La frazionatura del cristallo laterale è ottenuta a rilievo sulla plastica. 

Nuovi anche i tergicristallo e le molle di sostegno del bagagliaio, che rimpiazzano i gommini elastici adottati dalla 212 restaurata. Esternamente, il plexi parainsetti è stati rimpiazzato da un rettangolo in acetato. I terminali di scarico sono stati sostituiti, incollando al loro posto gli immancabili connettori elettrici. 
La placca della gara, ora incollata malamente, va rettificata subito nell'inclinazione. Via pure i terminali di scarico. 

Muniti di pasta lucidante, abbiamo provveduto a lucidare la carrozzeria, al vero già piuttosto in ordine. Internamente, sui sedili abbiamo montato le cinture di sicurezza obbligatorie per regolamento, al centro del padiglione va inserito lo specchietto retrovisore, quest'ultimo fotoinciso come le fibbie delle cinture e della cinghia che fissa la ruota di scorta. Il volante è ora con corona in legno e con razze di colore alluminio. 
Visto dall'alto il modello sembra di dimensioni generose. Rispecchierà la realtà oppure sono altri che hanno giocato di fantasia?

Al centro inseriamo il cavallino, una decalcomania ad acqua che riproduce anche una coppia di quadranti applicati sul cruscotto. Qualche lieve ritocco di vernice è necessario, come sempre, ma, in questo caso, il lavoro non ha richiesto che un paio di orette, minuto più, minuto meno.
Un dettaglio del cerchio a raggi in plastica. Per poco meno di 13 euro non si poteva sinceramente chiedere di più. 

Gli interni sono decisamente poveri ma sostanzialmente corretti. Sul colore dei sedili, difficile pronunciarsi, noi li abbiamo tenuti neri ma, grazie alle viti ed alla possibilità di trovare altre immagini, in futuro si potrà correggere un eventuale errore. 

In poco tempo abbiamo arricchito l'abitacolo. Nel testo abbiamo descritto come e dove intervenire. 

La ruota di scorta è fissata grazie a tre cinghie che sono serrate da una fibbia in fotoincisione. 

Sullo chassis sono già state inserite le nuove scarpe, corretto l'assetto del modello firmato da IXO. 

Sul pianale è già inserito l'abitacolo, i cerchi, prima cromati, sono ora dipinti in alluminio lucido. 

I più esigenti avrebbero preferito senza dubbio veder riprodotta la 212 Inter che vinse l'edizione 1951 della Carrera ma è probabile che l'angoscioso dubbio che ancora avvolge questa vettura, relativo alla sua colorazione, deve aver scoraggiato i curatori della collana Ferrari Racing Collection. 
Il lavoro è a buon punto ma mancano ancora dettagli come i tergicristallo ed il piccolo parabrezza aggiuntivo. 

Come sempre, il nostro modello poggia le gomme su una strada messicana. La finzione inganna ma la foto va vista da molto lontano!

Per rendere il modello perfetto l'avremmo dovuto rifare. Se le pinne in coda si possono togliere, diventa difficile rifare il paraurti, a causa della cromatura che poi si renderebbe necessaria. 

Qui poco è cambiato dall'originale, se potete ripartire da zero contando su un set di decalcomanie, rimpiazzate le frecce ora dipinte in argento con dettagli riportati. 

Oltre lo sponsor 1-2-3, sulle Ferrari spiccava la scritta della ditta Sinclair, produttrice di oli lubrificanti. 

Qualcosa cambia come sfondo ma tutto quello che è in primo piano resta invariato. 


In ogni caso, si tratta dell'ultimo inedito di questa raccolta, le prossime uscite, focalizzate su 575 GTC, 458 Italia, 250 TR, 412P, 333 SP, F40 LM, 360 GT, 308 GTB ed F430 GTC, non portano nulla di inedito, a parte le livree, nelle vetrine.
Un paio di fermi a molla rimpiazzano vantaggiosamente i gommini elastici presenti solo sulla vettura restaurata. 

Fortunatamente la decorazione, ottenuta in tampografia, è fedele, altrimenti la correzione avrebbe generato più di un problema. 

A ben guardare, sembra che il rosso utilizzato da IXO sia lievemente metallizzato ma è probabile che lo smalto sia stato applicato sulla base dell'argento con cui è dipinto il tetto. 

Quando si parla di Carrera Panamericana niente è certo e non sono rare le sorprese appena si trovano nuovi filmati o ulteriori immagini. Nel frattempo, accontentiamoci, anche perché il modello non ha un prezzo esorbitante. 

Questa bella 212 va a colmare un'importante lacuna in ogni collezione relativa alla Carrera Panamericana, dato che il modello Styling è esaurito da tempo e di difficile reperibilità. 

La classica foto di famiglia 1-2-3 risalente al 1952. Raggruppa, oltre la 212 dell'articolo, la 250S di Bracco al centro (Jolly Model) e la Inter di Ibarra a destra (BBR). In primo piano, invece, la 250 MM che Echevarria guidò l'anno seguente, terminando la gara all'undicesimo posto (F.D.S.)

53 commenti:

  1. 1. bellina, a trovarla in qualche edicola, mannagg'...
    2. mi sembra ci siano le potenzialità per fare qualcosa di più "spinto" su pinne, dettagli tipo fermacofani e fanalini...poi ci vorrebbe una planche di decals nuove: esistono in natura?
    3. possibile che a Milano non si trovino più i fantomatici connettori multiuso che un tempo si portavano via a sacchettate?Tecnologia ormai obsoleta, pare.

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    1. Avendo le decalcomanie, si poteva spingersi oltre. Ma il problema dei paraurti resta in agguato.
      Se la decorazione non fosse stata tampografata, era possibile toglierla, lavorando con attenzione.
      Resta il dubbio della parte anteriore, in nessun libro ho trovato un'immagine da questa prospettiva ed è strano perché si tratta pur sempre di una Ferrari. Ho in dubbio che il cerchio di scorta fosse inserito diagonalmente dietro al sedile di guida ma finché non salta fuori qualcosa di definitivo, sto a braccia conserte.
      Chissà dove Styling Models aveva cercato la sua documentazione....

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    2. Tra l'altro, se la ruota di scorta fosse inserita come immagino, la cappelliera non ci sarebbe.
      Più guardo i modelli della Carrera che ho nelle vetrine, più mi assalgono mille dubbi.
      A questo punto, è imperativa la scelta del compromesso storico, se ci sono incertezze sui colori, figuriamoci per gli interni.
      Francesco, credo che tu immagini quanto la carta lucida manchi anche a me, per tanti e variegati motivi.
      In questi mesi ho cercato di farmene una ragione, resistendo a tante sirene che si delineavano all'orizzonte.
      Erano canti stonati, purtroppo, ho sentito delle stecche orrende, credimi.
      Per Carlo: i connettori stanno progressivamente sparendo, se ti capita di trovarne, prendine un sacchetto, fanno sempre comodo.

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  2. Grazie, si sente il bisogno di leggere questi articoli, peccato che non si possa anche sfogliare una bella carta lucida...

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  3. Grazie per questo'altro WIP.
    Non è il mio genere, ma è sempre bello leggere di questi lavori.
    Per i paraurti, non si poteva ridipingerli con uno degli alclad lucidi?

    Luca

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    1. Certamente.
      Però resterebbe sempre il dubbio degli anteriori.
      Com'erano nella realtà?
      Avevano anche loro un paio di rostri?
      La vettura oggi restaurata, come spesso succede, non è un punto di riferimento molto affidabile.

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    2. Sò che questo non è un forum ma provo a dire la mia ...Intanto ,ciao Umberto.Poi,errori per errori,ho in mano il mio vecchio e caro Styling che,a parte il colore del quale nessuno comunque ha certezze,ha il suo bel paraurti con tanto di rostri,non ha le famigerate "pinnette"....scusami ma,in attesa di nuove foto, a me sembra che al momento regga ancora il confronto con il nuovo Ixo

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  4. All'interno del libro "Le grandi piccole" edito da BBR, compare una foto del modello Styling privo di paraurti.
    Si tratta forse di un prototipo?

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    1. Non conosco quella pubblicazione ma ho appena "riesumato"il mio vecchio pieghevole a colori di BBR risalente a fine anni 80 (acquistai all'epoca la 212) e nella foto il paraurti posteriore è già presente...Forse hai ragione tu a dire che forse era una preserie o (forse) più semplicemente un'esemplare rimasto incompleto che in quel momento era rimasto l'unico disponibile

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    2. Ciao Ennio

      Come sai non è possibile inserire foto su un blog.
      Il modello di cui parlo è fotografato a pag.61 del libro cui faccio riferimento. Purtroppo è coperto in parte da un'altra 212.
      Ha come referenza SM15B ed è stato realizzato nel 1988. Ho guardato anche il pieghevole di cui scrivi e qui il paraurti posteriore appare ma non l'anteriore. Il colore rosso è più vivace, il tetto e la zona del bagagliaio sono color crema e la scritta 1.2.3 in coda è rossa. La placca della Carrera è inserita sul cofano anteriore ma spostata sulla destra. Sempre in questa zona, sopra 1.2.3 è inserita la scritta COMO. Sulla fiancata PRODUCTOS è arretrata, si trova all'altezza delle maniglie. Ricordo, se non sbaglio, di aver visto un servizio su questa vettura su un vecchio numero del Cavallino, adesso mi metto a sfogliarli poi ti so dire.

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    3. Come d'incanto, il blog si è mangiato il mio commento.
      Provo a riscriverlo.
      Sul Cavallino non ho trovato nulla ma sul n°33 di Ferrari World, si è spalancato l'ignoto.
      Si parla diffusamente della 212 e di come fu ritrovata negli Stati Uniti da Lord Brocket.
      Costui, inorridito per la colorazione rossa ed alluminio, decise di "riportarla al look originale della Carrera" (parole sue) dipingendola interamente in rosso vivo ed affidandosi ad un giovane grafico per riprodurre la decorazione originale.
      Se vedeste la macchina, d'originale penso non abbia nemmeno il volante. Naturalmente, non c'è traccia dei paraurti e la macchina appare del tutto diversa.
      A questo punto, come non sottolineare la leggerezza con cui si scrivono tanti articoli e si portano a compimento tanti restauri.
      Resta solo una certezza: il dubbio potrà essere fugato solo potendo contare su una documentazione attendibile. il resto è l'aria fritta che tanto ci piace respirare.

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  5. Grazie Umberto per le notizie ( per me )inedite su questa vettura. Sì,il mio modello è proprio lo Styling 15 bed osservando la tua foto dico che è vero ,la scritta Productos è in effetti leggermente arretrata ma c'è da notare la finezza del distintivo Vignale inserito nel portanumero ( osserva bene la foto ). Se quel "peone" avesse fatto un passo a destra sapremo del paraurti anteriore ma ritengo possibilissimo che in gara fosse smontato,così come la scritta " como " che faceva parte dello slogan dell'123 fosse presente come sulle altre vetture che tu stesso hai illustrato. Sul colore avorio e non argento hai proprio ragione....aria fritta ma che ci piace respirare.Colgo l'occasione per invitarti a dare un'occhiata alla foto della raccolta che ho postato nel forum......bella sì,ma "cantonate" a volontà....Con la Carrera è così per tutti evidentemente

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  6. Il peone credo fosse Villegas Becerril, l'amico di Echevarria.
    Ho visto le foto della collezione che citi, credo proprio sia quella dell'amico spagnolo Paddy.
    A questo punto, nutro forti dubbi sull'autenticità della 212 che è uscita in edicola ma ho altrettanti dubbi sul fatto che possano materializzarsi altre immagini della vettura in gara. Aspetto da anni un altro libro con nuova documentazione ma, con l'aria che tira, penso ci sia da nutrire poche illusioni.

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  7. Per non restare con le mani in mano, dato che queste ricerche mi appassionano parecchio e danno un senso alla giornata, ho scritto ad Adriano Cimarosti.
    Speriamo possa esserci d'aiuto.


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    1. Ed anche.
      Lo stesso articolo comparso su Ferrari World lo potete leggere anche su Auto Capital di febbraio 1991.


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    2. E per non farci mancare nulla, ho disturbato anche Paddy...

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  8. Sempre grande Umberto....e quanto ci manchi nel forum.Intanto vado a dissotterrare il numero di Autocapital che hai citato e se poi hai novità dagli esperti che hai contattato ,mi raccomando, fammi sapere

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  9. Quando è uscito il modello, mi si sono rizzati i tre capelli che mi sono rimasti in testa, ho intravisto la possibilità di aggiungere, soggetti al tema carrera panamericana, con poca spesa, sono andato a cercare notizie su questa ferrari, sul libro Carrera Panamerica Mexico di Cimarosti, non c' è un cavolo, che senso ha, fare un libro del genere grande come due dizionari d'italiano, valido dal punto di vista iconografico, ma con una penuria di foto, da scoraggiarne l'acquisto,( io ho comprato a bancarella 10E), poi sono andato a vedere le Grandi Piccole, l'unica che si può identificare è SM15c in versione stradale, con le piccole pinne sulla coda, l'altra SM15b non ha pinne, non ha paraurti. Come si fà a riprodurre un modello di cui non c'è documentazione d'epoca, si il modello è la riproduzione della macchina restaurata, ma è come credere che una escort, sia vergine, poi siccome sono diventato stronzo per circostanze, sono andato a vedere nel reto di copertina del fascicolo i responsabili, nomi sconosciuti nell'ambito dell'automobilismo sportivo, vogliono fare modelli da collezione, senza la consulenza di un collezionista o di un esperto del settore, quindi come meravigliarsi dei giocattoli, che ci propongono,(vedi 512 S Targa Florio). Questo breve commento, per dire, premiare le cose fatte bene, ripudiare le cose fatte male.
    MADYERO
    P.S.Le decals si trovavano alle varie borsescambio di Novegro, anni indiedro, quando la BBR decise di fare pulizia delle rimanenze, le vendevano a pacchi a pochi euro, se invece di andare alle borsescambio, guardate Tempesta D' amore in tv, dovete solo fare mea culpa. Nudo e crudo.

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    1. Sì, Pierluigi, quelle decalcomanie si trovavano ma più di dieci anni fa, quando in pochi avrebbero previsto l'uscita a poco più di ventimila lire di una diecast della 212. Molte se le accaparrò un commerciante austriaco che poi le mise in circolo sulla rete.
      In ogni caso, non erano corrette. Chi oggi vuole elaborare questa 212, in quegli anni forse nemmeno faceva parte del nostro gruppo, sempre più sparuto. Sul fatto che le cose belle vadano premiate, sono d'accordo, ma nel nostro settore non sempre questo accade. E, per favore, rivestiti, che così mi piaci poco e, magari, datti una grigliatina, perché crudo sei ancora meno appetibile.... ;-)

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  10. Dove 25 anni fà Balestrini e soci avessero trovato documentazione per produrre quella nutrita serie di vetture partecipanti alla Carrera davvero non lo immagino però,onestamente ,aparte la 340 di McAfee blu e,scoperta recentissima ,la Porsche Canadà argento e non oro,possiamo dire che ci "avevano preso" al 90%..Qualcuno può andare a chiederglielo ? Certo saremo ben felici se invece che l'edicola fosse uno come Madyero o Spark a proporre vetture PanAm,ma purtroppo....Beato te,infine,che hai preso il Cimarosti a 10euro...sulla baya qualcuno ne chiede 300......

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    1. C'è stato un momento, breve e fuggevole, in cui tanti libri, poi diventati rari, si portavano via a poche lire.
      L'esatto opposto di quanto oggi avviene per molti modelli, anche blasonati.
      Il filone Carrera by BBR si è esaurito da diverso tempo, all'epoca Balestrini mi disse di poter contare su una documentazione esclusiva, sulla cui provenienza non si sa nulla.

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  11. Lo spunto per rifare qualche bel modello della carrera panamericana, è tutto da tenere in considerazione, anche per ridare una passata di vernice nuova a quanto prodotto da BBR , Starter, Provence e qualche altro. il problema più grosso è trovare documentazione valida, rifare un modello con gli stessi errori è da cretini, difficimente vedremo una ferrari di Spark,(per problemi di licenze) mentre TSC ci ha fatto vedere la 550 coupè del 53. Oggi prima di mettere in cantiere uno speciale, non basta l'entusiasmo, ma bisogna tenere gli orecchi ben aperti e captare il ben che minimo fruscio, ricordo a quelli che osservano, che la cosa richiede un impegno economico che si quantifica in circa cinquemila euro (che sono sempre una decina di miloni delle vecchie lire) e poi vedersi bruciare da una produzione cinese, ti fa rimanere con la classica candela spenta in mano. Comunque se i cinesi navigano a 360° noi navighiamo sottocosta, pronti a sbarcare e raccogliere i resti dei loro naufragi. Io frugo sempre nelle bancarelle dei libri usati, oltre a suddetto libro, ho trovato anche la speciale pubblicazione edita per la mille miglia del 1956, nonche un fascicolo pubblicitario Alfa Romeo datato 1954, il tutto per 300 lire!
    Come diceva il macellaio della Consuma, quando gli chiedevano se nascevano i funghi, lui rispondeva: da casa mia al bar non ne ho mai trovati.
    MADYERO

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    1. Scusa Madyero,non mi ero accorto che sotto "anonimo" ci fosse la tua firma.Ti ho tirato in ballo perchè è proprio il tuo "stile" di prodotto che rappresenta per me il top di qualità..Dicevo a David, bellissimi i "giapponesi" ma li lascio volentieri ad altri.e,visto che oltre che "panamericano" sono un "ferrarista Le Mans " i tuoi modelli "di nicchia", come ad esempio le versioni "trials " non me le perdo di certo,anche se posso reperirle solo attraverso la baya.Ecco perchè ti ho citato nella speranza di vederti realizzare qualche inedito "Pan-Am" anche se capisco perfettamente le tue ragioni a non imbarcarti in operazioni rischiose dal punto di vista economico-commerciale

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    2. Salve Ennio, non c'è niente da scusare, credo che siamo tutti tifosi della stessa squadra e che qui ci scambiamo i commenti per vedere qualcosa di soddisfacente, non sono uno sprovveduto, i modelli da riprodurre su cui mettiamo gli occhi (io e Umbe Codolo) sono molti, poi bisogna valutare la convenienza e le difficoltà, già riprodurre un modello bicolore implica molti pezzi difettosi, i paraurti cromati sono un altro ostacolo, voi non lo sapete, ma se andate da un cromatore con 200 pararti in metallo bianco, da cromare, vi ride in faccia e vi manda a quel paese, per la SWB ho fatto fare uno stampo per la plastica, ma è una cosa molto laboriosa, inoltre c'è l'insidia della della concorrenza di un paese dove produrre costa meno 5 volte che in Italia, e sono così veloci che mentre io lo penso, loro lo fanno. Comunque ci siamo, non è detto che in futuro si possa dedicare l'attenzione alla panamericana, tema sempre molto affascinante e onorato dalla partecipazione di auto italiane. Vorrei sottolineare la possibiltà di trovare materiale interessante nei mercatini, a volte nel mucchio di libri e riviste si trova il pezzo giusto a un prezzo ridicolo.
      Grazie per i miei modelli di nicchia, ci dedeco la stessa attenzione che per i modelli ufficiali, e come ho constatato la nicchia può dare molte soddisfazioni.
      Per Umberto: nudo e crudo non piace, ma quando mi distruggono un progetto mi arrabbio, tu sai che per fare uno stampo in acciaio per un pressofuso fare la forma giusta o sbagliata di un modello, costa gli stessi identici soldi, per un pugno di incompetenti che mandano a farsi friggere l'intera produduzione, bisogna incavolarsi o farsi una bella risata? Per le decals di un qualsiasi modello che è stato riprodotto, dove si trovano? una volta avevo bisogno di alcune decals di un marchio molto restio a dartele, nella busta oltre alla richiesta ho messo 20 euro per il disturbo, oh, mi sono arrivate!
      Un saluto a tutti MADYERO

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  12. Purtroppo l'amico Paddy mi ha risposto sconsolato, nemmeno lui è in grado di aiutarci nella ricerca.
    Avevo in mente un paio di soggetti da Carrera, molto ben documentati, inediti ed a prova del più esigente collezionista.
    Non sarebbero costati la cifra cui fa cenno Pierluigi ma molto meno.
    Purtroppo erano finiti nel mirino di una casa tedesca, decisi quindi di lasciar perdere, in seguito le ultimi vicissitudini personali hanno confortato la mia rinuncia.
    In ogni caso, pur se previsti, quei modelli non sono mai usciti....

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  13. Riguardo la fedeltà di ciò che amorevolmente custodiamo in vetrina, ho quasi la certezza che la metà dei modelli riguardanti la Carrera che ho in collezione-dovrebbero essere una novantina, non mi prendo mai la briga di contarli-contiene uno o più errori, anche molto gravi. Le Lincoln Capri avevano tutte un roll-bar da regolamento e gli interni erano del tutto diversi, la 340 Ghia era rossa e non nera, la 550 RS Calzado era oro pallido e non alluminio, i colori delle Alfa 1900 si discostano molto dalla realtà, l'Oldsmobile di Tron, come tante altri modelli, ha discrepanze ben evidenti nella decorazione, il mostro voluto da Brian Harvey, la tanto citata Lincoln Cadillac, è completamente errata negli interni. L'elenco sarebbe lungo ma mi fermo qui.
    Quando scrivo di compromesso, mi riferisco non solo alla storia ma anche al contenuto delle nostre collezioni.
    Sulle stradali ci sono molte certezze in più ma scavando nelle pieghe della storia, dobbiamo armarci di tanta pazienza e cercare con tutta l'abilità che ci compete, spesso non arrivando ad alcuna certezza.
    Le scelte sono poche: vendere tutto oppure convivere serenamente con gli errori, tornando all'aspetto sentimentale che una qualsiasi raccolta di oggetti deve suscitare. Trascorse le emozioni, non ti resta che un ammasso variopinto di vari materiali, privo di alcun senso, quello giudicato tale da tanti tuoi amici...

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  14. Lincoln Cadillac? Brian Harvey? A che modello ti riferisci?
    Per il resto, ti quoto al cento per cento per cento.

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    1. Carlo

      Mi riferisco al famoso ibrido pubblicitario provvisto di carlinga da aereo, realizzato prima da Provence Moulage e poi da Top Model.
      Brian Harvey c'entra a pieno diritto perché fu lui a convince Xavier de Vaublanc a realizzarne il kit, almeno in questo caso la scelta del colore si rivelò azzeccata.
      Ne parlammo diffusamente altrove.

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  15. Lo smemorato di Collegno22 aprile 2013 alle ore 16:58

    Adesso che leggo mi si accende la lampadina. Per un attimo avevo pensato a una realizzazione diretta di GPM.
    Vado a prendere le pillole per l'alzaimer.

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  16. Carlo

    Sapessi quante volte m'interrogo sulla mia memoria e sulle la(g)une che mi spalanca davanti.....

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  17. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  18. Giuseppe Valerio non è mai stato chiamato in causa. Giusto per dare corpo, nome e cognome ad un giornalista che tanti di noi conoscono.
    Sul fatto che questa 212 sia stata realizzata sulla base dell'auto di recente restaurata non ci piove ma è altrettanto vero che spesso questi restauri assomigliano parecchio alle imitazioni che faceva qualcuno alla Corrida. Insomma, una roba da ridere.
    Lasciamo perdere la Targa Florio, per favore. Si sapeva che c'era in giro, chiusa nei cassetti, tanta documentazione a riguardo ma un conto è cercare con il lumicino negli archivi americani o messicani, altro arieggiare soffitte casalinghe ed agenzie fotografiche ancora attive. Ho la presunzione di capire qualcosa dell'argomento Carrera ma, non avendo contatti in paradiso, resto nel nido.
    Chi ha speso i dollaroni per il restauro della sua 212, li ha spesi come meglio poteva e credeva ma ciò non lo toglie dal novero dei magnati ricchi ma "ignoranti". Lui si gode beato la sua splendida Ferrari, fregandosene altamente della storia e di chi la coltiva non avendo altro su cui sognare.
    Un'ultima considerazione.
    Il blog non è mio, ma sarebbe corretto firmare ogni intervento, così, giusto per capire....

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  19. Stavo proprio per scrivere la stessa cosa. Gli interventi anonimi non sono ammessi in questo blog, e come tale, l'intervento precedente è stato eliminato.

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  20. Ricordo anche io quello strano KIT della PROVENCE MOULAGE della CADILLAC con vetrature somiglianti o addirittura prese se nn sbaglio da un bombardiere in
    picchiata americano DOUGLAS DAUNTLESS(ww2)
    All'epoca non lo acquistai ma sentendo questi discorsi me ne sono gia' pentito,bella storia,mi piacerebbe poi fosse approfondita.
    By Marcoparra

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  21. "Come si fà a riprodurre un modello di cui non c'è documentazione d'epoca, si il modello è la riproduzione della macchina restaurata, ma è come credere che una escort, sia vergine, poi siccome sono diventato stronzo per circostanze, sono andato a vedere nel reto di copertina del fascicolo i responsabili, nomi sconosciuti nell'ambito dell'automobilismo sportivo, vogliono fare modelli da collezione, senza la consulenza di un collezionista o di un esperto del settore, quindi come meravigliarsi dei giocattoli, che ci propongono,(vedi 512 S Targa Florio). Questo breve commento, per dire, premiare le cose fatte bene, ripudiare le cose fatte male.
    MADYERO"
    Non è che non mettendo una firma si diventa maleducati e firmando cose simili si diventa, di colpo, educati...
    A. Marchetta

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    1. Alfonso, per cortesia, mi sottolinei, quello che tu ritieni offensivo o maleducato, io rispondo di persona delle mie azioni, qualche ingenuo si firma anonimo pensando di poter dire ciò che vuole, i compiuter lasciano una scia di bava come le lumache, a trovarli basta un minuto. Dopotutto mi batto nell'interesse dei collezionisti, io il mio 512 S Targa florio ce l'ho, dopo tutti i modelli ridecorati della precedente edizione, ti sembra che le poche novità sia state fatte bene, o ci hanno preso per il naso? (guarda ho scritto naso). Il concetto di maleducazione è molto vasto, è più maleducato chi impreca, o chi ti vende pan per focaccia, a voi l'ardua sentenza.
      MADYERO

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  22. Poi si può cancellare qualsiasi cosa, per carità, siamo ospiti...ma il padrone di casa, e l'ho già detto più volte, dovrebbe stare attento a quello che viene scritto.
    Sempre A. Marchetta

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  23. Alfonso, stiamo uscendo un po' di tema.
    E' chiaro a tutti che la 512 spider della Targa Florio è poco riuscita e questo non certo per colpa di Giuseppe che in queste cose ci mette l'anima. Con i cinesi ci si capisce poco faccia a faccia, figuriamoci a migliaia di km di distanza. Docet una certa Fiat 131 Abarth di Kyosho.
    Stemperiamo ogni polemica e speriamo che in futuro escano altri modelli della Carrera, magari inediti e più fedeli.

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  24. E dimentichiamo, anzi, mettiamo una pressa sopra la 512 spider della collana.....

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  25. da Giuseppe Valerio

    Buongiorno a tutti, perdonate l'intrusione.
    Visto che in qualche modo è venuto fuori il mio nome vorrei pacatamente spiegare il mio punto di vista.

    Per quanto riguarda i fascicoli di Ferrari Racing Collection sono responsabile di tutto quanto scritto, testi e didascalie. I titoli e i sommari invece sono quasi sempre opera della redazione, capitanata dai dottori Lucchetti e Brambilla. E' tutto scritto nella gerenza. Chi fa questo lavoro sa come vanno queste cose.

    Forse siamo poco competenti (è una probabilità), certamente siamo sconosciuti e non solo nell'ambito automobilistico (è una certezza).

    Dunque rispondo personalmente, e volentieri, di quanto scritto. Vorrei anche sottolineare, si può verificarlo tranquillamente, che c'è un fascicolo che non è stato da me firmato. Semplicemente perché non ero d'accordo con le correzioni imposte dalla Ferrari (ciascun fascicolo viene letto e approvato dalla Casa).

    Il punto più importante è che i modellini non sono di mia responsabilità. Vengono realizzati in Cina e io li vedo quando sono già stampati e definiti. Posso intervenire solo sulla livrea. Non è un compito che ho in carico ufficialmente ma lo svolgo nei limiti dei miei impegni professionali. Non è mia competenza e non sono competente in materia.

    Io scrivo, non faccio modellini.

    Per quanto riguarda le 512 ("le", non "la") il primo a volerle vedere sotto una pressa è il sottoscritto. Fanno pena, per essere gentili, e la mia rabbia per questo è immensa. In sede di progettazione del piano dell'opera avevo indicato come base da cui trarre gli stampi i disegni CAD dei modelli HotWheels in 1/18 che mi sembravano passabili, aggiungendo qualche correzione qua e là. L'indicazione degli HorWheels era perfettamente in regola con le procedure commerciali vigenti perché la casa americana ha delegato alla Ixo la produzione dei modelli 1/43, quindi si poteva auspicare il passaggio dei progetti da una fabbrica all'altra. Cosa che non è avvenuta.

    Troppo lunghe da spiegare queste dinamiche, sappiate però che le fabbriche che realizzano i modellini per la collezione sono diverse e variegate: diversa la manodopera e le competenze personali, diversi i macchinari, diversi i supervisori: ecco perché si passa da modellini che sfiorano l'eccellenza e schifezze inguardabili.

    Ci sono stati poi episodi inspiegabili come la verniciatura della 250 GT lusso. Ho conservato tutte le mail in cui indicavo la corretta colorazione, in cui indicavo il codice colore fornitoci dalla Ferrari, il suo omologo secondo il codice RAL: ok, ok, scrivevano i cinesi che mi mandarono anche un campione (non un modellino ma un pezzo di lamiera verniciata) che approvai e poi è venuta fuori quella schifezza con per di più le targhe di pura fantasia.

    La 312 PB Monza 1973 doveva essere semplicemente una correzione dello stampo della 312 PB Le Mans 1973 (a proposito, avevo anche indicato nella decorazione il bollo portanumero quadrato e grigio catarifrangente per la fiancata destra...) in cui veniva eliminato lo scasso per i fari di profondità. Ci voleva uno stampo nuovo ma bastava prendere il CAD esistente ed eliminare i fari centrali. Invece rifanno tutto da capo e lo sbagliano. Hai voglia a sbraitare, hai voglia a scrivere e perder tempo. Tutto inutile.

    Potrei continuare a lungo, praticamente per ciascun modello della collezione ma mi dilungherei ancor più di quanto non abbia già fatto.
    Mi faccio il sangue amaro esattamente come voi tutti quando vedo una schifezza di modellino e come voi tutti, sono impotente.

    Poi però mi ricordo che sono un giornalista, iscritto all'albo dei professionisti, e che il mio mestiere è scrivere. Quindi vorrei essere giudicato per quello che scrivo anche se questo comunque lo fanno già gli editori che mi consentono di scrivere o meno.

    Ringrazio David per lo spazio e l'ospitalità. Un saluto affettuoso a Umberto e a tutti gli altri amici
    Giuseppe Valerio

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  26. Finalmente! Vedi che quando si vanno a suonare i campanelli, qualcuno risponde, La ringrazio Sig. Giuseppe Valerio, per la sua onestà e sincerità, se a tutte le sue richieste, non ottiene nessun riscontro, certamente, bisognerebbe tirare le orecchie a i produttori cinesi, di storie così ne ho sentite a corbelli, le produzioni cinesi sono proverbiali per le loro incoerenze, vorrei vedere se saldando i conti con euro fatti con il pennarello la controparte si accontenterebbe. Mi scusi per la brutalità, come dicevano i miei maestri, sono uno temprato, la prima volta chiedo permesso, la seconda entro di spalla, comunque dopo quanto visto esprimere dai nostri politici, noi siamo ancora degli angioletti. Credo per che i modelli futuri non ci sia da aspettarsi niente di meglio perchè praticamente, sono già stati fatti. Per quanto riguarda i fascicoli, non ho da fare critiche, anche se quache pagina in più non gasterebbe. Mi permetto di farle una segnalazione, conosco un certo sig. Umbero Cattani, che messo nel posto giusto sarebbe come un pisello nel suo baccello.
    Saluto cordialmente.
    Pier luigi Madiai detto Madyero.
    P.S. Visto David, di cosa si parlava l'ultima volta che ci siamo seduti a tavola.

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    1. Buona sera Pier Luigi, sono ancora Giuseppe Valerio. Volendo ci si potrebbe dare anche del tu visto che abbiamo una comune passione.

      La vicenda dei produttori cinesi è troppo ampia e complessa per limitarla a una discussione tra amici. In sintesi estrema: quei volumi o li produci in Cina o non c'è nessuno che te li possa produrre. Ci sono stati casi di imprenditori italiani (non faccio nomi: la ex Metro) che hanno messo un loro uomo in Cina. Ma tra viaggio, vitto, alloggio e trasferta, ti costa un botto, senza contare che non sono tanti quelli che possono stare mesi e mesi in Cina piantando moglie e figli.

      I fascicoli con più pagine? Il processo della stampa funziona per 16/esimi: o fai 16 pagine o ne fai 32 o 64 o 128. Ma dalle 64 pagine in poi c'è il problema che è difficile spillarli e si deve rilegare in brossura o in altra maniera più costosa.

      Gli ottavi costano ancora di più (cioè da 16 a 24 pagine è sempre più conveniente farne 32).

      Umberto Cattani è un mio carissimo amico, non sono possibili insinuazioni di alcun tipo tra noi due. Siamo colleghi e andiamo d'accordo. Abbiamo anche scritto e scriviamo "sotto lo stesso tetto". In caso di necessità non ho mai esitato a chiedergli aiuto o consigli. E lui non me li ha mai lesinati. Perché siamo amici.

      Poi ciascuno di noi segue la sua carriera, ha avuto le sue "sliding doors". Quando Modelli Auto era fiorente io ambivo di scriverci. Umberto me lo ha consentito e di questo gli sono sempre stato grato. Ma sono faccende nostre. Per me Umberto resta un Maestro (la "M" non è maiuscola per caso) e un punto di riferimento. Ma soprattutto un amico.
      Giuseppe Valerio

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  27. Ringrazio, per l'ulteriore chiarimemto, mi permetto solo di aggiungere che una raccolta sul tema delle sport Ferrari, se fatta bene, avrebbe un successo da urlo, io stesso quando ho letto le anteprime sono stato molto attratto, poi la delusione, conosco le avventure cinesi fin dal loro inizio, di conseguenza non mi dici niente di nuovo, le ditte in primo piano (senza fare nomi) hanno del personale qualificato europeo, che cura le realizzazioni, tanto da fare i promozionali, per più blasonate case automobilistiche, non credo che una azienda che opera sul piano mondiale, abbia problemi a avere una o due persone in più nel proprio organico, anche perchè la stessa segue anche il settore rally e lo fa con più cura. Se contiamo le edicole in Italia, ammesso che vendano un solo pezzo, viene un risultato interessante, di conseguenza penso che certe raccolte meritino più attenzione. (Pensiamo anche che la stessa possa essere distribuita in altri paesi europei)
    Ho fatto le due collezioni precedenti e quella della F.1 mi ha soddisfatto, con qualche piccolo accorgimento si mette insieme una bella raccolta, io stesso quando trovo dei modelli ben fatti avverto gli amici e li invito all'acquisto.
    Anche io conosco Cattani dell'inizio di questa passione, ci "curavamo" i modelini a vicenda nelle borse scambio, persona amica, seria e competente.
    Rinnovo i saluti.
    Pier Luigi

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    1. Giuseppe Valerio

      Ciao Pier Luigi, purtroppo basi le tue considerazioni su alcuni punti non proprio esatti, ferma la tua grande e riconosciuta esperienza in materia. Mi permetto di dire che:

      - Gli organici sono quello che sono. Oggi anche uno solo in più fa la differenza. Inoltre, se tu vedessi le osservazioni che fa il nostro "esperto europeo" in forza al fornitore (stavolta davvero niente nomi, sarebbe di pessimo gusto) ti si rizzerebbero i capelli. Non è che sia impreparato, incompetente o in malafede, semplicemente deve seguire delle logiche di economia di scala totalmente incompatibili con le esigenze dei collezionisti... esigenti. E' il mercato, non c'è nulla da fare. E' vero che un modellino ben fatto costa lo stesso di uno mal fatto ma quando il prototipista sbaglia di brutto c'è solo "l'esperto europeo" che può correggerlo e troppo spesso non può farlo per un milione di ragioni (nessuna delle quali lo giustifica ai miei occhi di committente beffato!) il primo dei quali è che è un "dipendente" e non può far spendere troppo denaro inutilmente. Da cui la necessità di un "inviato" - se preferisci di una controparte - da parte del committente ma che, come ci siamo detti prima, non sempre esiste, anzi ormai quasi mai.

      - Le edicole che vendono un solo pezzo vengono brutalmente e sistematicamente bandite dalla distribuzione (altra nota dolentissima e voce di costo non indifferente...)

      - La Ferrari Racing Collection ha avuto è sta continuando ad avere in Italia un successo enorme. Con buona pace di tutti i detrattori. Lo testimoniano i volumi di vendita che sono eccellenti. Se sono state programmate altre dieci uscite un motivo ci sarà.

      - Le "repliche" della collezione in altre parti del mondo sono ampiamente previste e programmate ma sono questioni tra aziende consociate che esulano dai nostri discorsi.

      - Ultimo. Sto parlando anche troppo di questioni che non sono di mia competenza. Io scrivo i testi e rispondo solo di quello che scrivo. La qualità dei modellini, la loro realizzazione, sono qustioni che riguardano altri. Non me. Io - posata la penna o spenta la tastiera - sono esattamente uno di voi, cioè un appassionato.
      E' un piacere parlarti, lo dico in tutta sincerità.
      Molto cordialmente
      GV

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    2. Ciao Valerio e benvenuto nel blog di David.
      Abbiamo avuto in diverse occasioni l'occasione di scambiarci impressioni sui rapporti con l'industria cinese e discusso sulla difficoltà di seguire la produzione senza essere presenti sul luogo.
      Altrove ho scritto di compromessi e spesso i modelli DEVONO scendere a compromessi, in questo caso di carattere prettamente economico. Chi intende proporsi in maniera professionale, sceglie una persona in grado di seguire le varie fasi del progetto in loco ma questo comporta un costo che oggi sono in pochi a volersi sobbarcare.
      Non è questo il luogo per addentrarsi nei meandri spinosi delle collane d'edicola, troppo ricchi d'insidie e di segreti inconfessabili. Oggi una parte delle maggiore industrie modellistiche poggia le sue basi sulle collane editoriali e sul rapporto diretto con le case madri.
      Per i collezionisti, non restano che poche briciole, curate fortunatamente da veri esperti sulla cui identità tutti sanno.
      Obiettivamente, oggi quel che manca è una pubblicazione capace di scremare la produzione, indicando a chiare lettere gli ingredienti basilari per ogni collezione, ma per far questo serve un editore coraggioso, che voglia rischiare d tasca sua offrendo un'informazione svincolata da ogni servilismo. Utopia?

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  28. Salve Giuseppe e Umberto,
    se le cose stanno come dite, e vi credo, devo ammettere che è andata anche troppo bene, molti anni indietro anche noi ci siamo interessati alla cina, quando abbiamo capito che prima di tre anni non si vedeva niente, abbiamo desistito, si la collezione sta andando bene, indipendentemente dalle impressioni personali, anche io ho seguito le uscite con interesse, e nel mio piccolo ci ho avvicinato i collezionisti locali, il mercato credo sia il giudice più onesto, rimane un piccolo dispiacere per qualcosa andato storto, ma il bravo Umberto ci insegna a rimediare, la passione per la Ferrari ci fa ingordi, vorremmo sempre tutto, subito e perfetto. Per i collezionisti più esigenti ci siamo noi montatori di kit, altrimenti saremmo condannati all'estinzione.
    Anche i miei modelli non si salvano dalle critiche, troppo rosso, troppo bianco, troppo giallo!
    Sono contento di averti conosciuto Giuseppe, guarderò il reto di copertina sapendo di avere un punto di contatto.
    Un grande saluto. Vi risparmio le mie nozioni e teorie non servono a niente, passo e chiudo.
    Pier Luigi

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  29. Ho ricevuto oggi la risposta da Adriano Cimarosti.
    Ha consultato la sua documentazione ma nemmeno lui può aiutarci.
    Mi ha comunque suggerito di rivolgermi a Marcel Massini, dritta puntualmente eseguita.
    A questo punto, penso si tratti dell'ultima spiaggia, poi passeremo ad altro, lasciando in pace Echeverria e la sua bella Ferrari.


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    1. Foto arrivate ma inerenti sempre la macchina restaurata.
      Credo ci sia davvero ben poco da fare se non accettare quanto ci propone IXO.

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    2. Adriano mi ha fornito un altro recapito.
      Attendiamo quindi nuovi sviluppi.
      Quando seguo una pista son peggio di un cocker....

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    3. Botta e risposta quasi immediato.
      Jesse dagli Stati Uniti ha replicato nel giro di nemmeno cinque minuti, purtroppo era presente solo dal 1953.
      Lo scrivevo anche a David, più si sale nella gerarchia dei veri appassionati e competenti, più si trova cortesia e disponibilità.
      A tanti che conoscono potrebbero iniziare a fischiare le orecchie ma tanto, davvero tanto, rischiando la sordità.....

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  30. Mi son messo dietro nella classifica delle Top Ten quel: "Modelli Auto chiude"...Non è una soddisfazione, credetemi, ma è come aver potuto girare una pagina che ancora mi brucia dentro, non c'è nulla da fare.
    Scusate lo sfogo, David, che conosce quel che sto vivendo, capirà queste righe.
    Buona domenica.


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  31. Ti ammiro Umberto per la tua costanza, tu hai le mani d'oro e una conoscenza da far impallidire i più sedicenti esperti, non mi sento di infierire su questa storia, ti auguro che tu possa trovare la tua giusta collocazione. Con amicizia.
    Madyero

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  32. Grazie Pier Luigi.
    Sapessi che fatica risalire le pareti lisce del bidone dell'immondizia...

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