La settimana scorsa parlavo nella sala stampa di Silverstone con Jean-Marc Teissedre, che mi spiegava le ragioni del suo progressivo allontanamento - almeno in pianta stabile - anche da AutoHebdo, dopo aver accantonato gli oneri di AutoModélisme. Il discorso, inevitabilmente, si è presto spostato sui modelli e sulle ragioni del mio cambio di rotta, che ha visto l'abbandono di tutta l'orbita AMR/Le Phoenix e di un certo modo di intendere il collezionismo. Un cambio di rotta che mi rendo conto interessi a ben pochi, ma lo scopo di un blog è anche quello di comunicare, di gettare un messaggio nella bottiglia senza necessariamente pretendere un riscontro immediato. E chissà che in questi messaggi dal contenuto fortemente personale non si nascondano alcune interpretazioni in grado di aiutare qualcuno nelle scelte future o di indicare delle possibili tendenze più generali. Dicevo di Jean-Marc. A un certo punto, per riassumere il mio pensiero, gli ho detto: "questi modelli sanno di vecchio". Era seduto vicino alla porta d'ingresso, come sempre a Silverstone (a ogni autodromo ognuno di noi tende a rioccupare, più o meno inconsciamente gli stessi posti, anno dopo anno) e non era ancora del tutto assorbito dall'andamento della manifestazione sportiva. Venerdì mattina c'è ancora un po' di tempo per respirare. Con molta naturalezza e con quell'espressione inconfondibile, inarca le sopracciglia e fa: "non sembrano vecchi, sono vecchi". E' forse la conclusione di tutto un ragionamento.
In queste settimane molti mi hanno chiesto come mi sentivo dopo avere iniziato a vendere quella che forse era una delle migliori raccolte recenti in materia di AMR. Non certo comparabile a quelle che sono riusciti a mettere insieme certi appassionati storici del marchio in 30 o 40 anni, ma sicuramente qualcosa di eccellente, anche per la cura dedicata alle condizioni di ogni singolo esemplare. Forse si aspettavano di vedermi dispiaciuto o dilaniato dalla perdita di un pezzo di me stesso. La risposta è un'altra: mi sento meglio. Più leggero, e con la prospettiva di passare ad altri - molto più indietro di me in un certo percorso (lo so, in questo sono presuntuoso) - alcuni inevitabili problemi. Di AMR si è fatto un mito tribale, intorno al fenomeno si è fatta molta, troppa confusione.
Forse il primo scricchiolio nell'autenticità di questo tipo di passione lo sentii alla fine del 2011, quando Magnette e Miniwerks decisero di mettere in piedi quell'operazione con le GTO da offrire su Ebay. Fecero bene, perché era il momento giusto. Un ricchissimo collezionista inglese, che comprava praticamente tutto e che lo scorso gennaio ha smesso con grande scorno di molti, era ancora in piena attività e disposto a pagare due o tremila euro per uno di quei sedicenti pezzi unici. Si trattò quindi di un'operazione commerciale felice, ma gli appassionati di vecchia data si sentirono traditi. "Non lasciarti prendere da questo gioco", mi disse un amico collezionista di Bordeaux, e lo sentii come un consiglio che si dà ad un alcolista o a uno scommettitore accanito, ai limiti del patologico. In fondo, ogni operazione di questo genere è lo sfruttamento, per quanto perfettamente legalizzato, di una patologia. Si acquista un qualcosa di molto caro pensando che ci farà star bene. E' l'investimento economico, ma in fondo emotivo, in un oggetto che sostituisce o riempie un vuoto. Questo è il meccanismo di ogni collezione; chi più chi meno, tutti i collezionisti sviluppano una forma di dipendenza. Il punto sta nello stabilire quando questa dipendenza inizi ad assumere connotati anomali oppure - appunto - patologici.
Nel caso degli AMR, ciò che ho potuto osservare in me stesso e anche in molti altri collezionisti, è la tendenza a un'escalation, scatenata dalla crescente esigenza di riempire caselle vuote e anche dagli acquisti di colleghi. Ci si influenza reciprocamente e piano piano si perde di vista il piacere del modello in quanto rappresentazione dell'auto per concentrarsi esclusivamente sull'oggetto in sé e per sé. Non interessa più se le forme sono sbagliate, se il montaggio non vale in prezzo richiesto, se la rarità non è quella che si vorrebbe far sembrare; l'importante è acquisire quel modello nella propria collezione, per una questione di prestigio, di notorietà, di promozione sociale. Non è un caso che fra molti collezionisti di questo genere di modelli vi sia un'alta percentuale di ignoranza nel settore automobilistico - tecnico o storico che sia. Molti di essi non si sono mai resi conto che una Ferrari 375MM dell'ultima produzione AMRuf ha forme completamente fuori registro (non si tratta più di un normale "aggiustamento" delle linee in funzione della scala o di una determinata filosofia, ma di un concetto totalmente errato delle proporzioni del modello), che la GTO della serie 5000 ha la carreggiata anteriore più larga di quella posteriore o che la Ferrari 512 S sfigurerebbe anche nella più dozzinale collezione da edicola.
Attorno a tutta questa aspettativa, è fiorita l'industria dell'elite, in questo caso lo sfruttamento postumo del marchio (almeno ci avesse guadagnato qualcosa la famiglia Ruf...). Ai collezionisti, orfani delle creazioni del titolare, è stata offerta a caro prezzo la continuazione di un sogno, e questo ha portato, paradossalmente, alla svalutazione dei modelli montati venti o trent'anni fa, che almeno sono significativi in quanto testimoni della storia di un marchio fondamentale nel nostro settore. Parlavo delle serie limitate di Magnette, montaggi semplicissimi venduti a 1000 euro. Sfiderei chiunque a riconoscerne uno senza la basetta, e questo vale per qualsiasi altro di questi montatori. Se la ditta Magnette funziona, ecco allora tutti gli accoliti, francesi e italiani, ma anche belgi, inglesi o americani. Roba che grida vendetta al cielo venduta nei siti che vanno per la maggiore a 1500, 2000, 2500 dollari. Qualcuno potrebbe obiettare che finché c'è qualcuno disposto a pagare 500 euro per un montaggio (più il costo del kit) o 1000 euro per un Alberca o per un Suber, è giusto che si chiedano quelle cifre. Il problema è che la macchina si è fermata, il meccanismo si è rotto. Le cause incidentali le ho già elencate in altri commenti: in testa a tutto, la sparizione di due o tre grandi acquirenti (gente da 10-20000 euro al mese di acquisti) che semplicemente, dall'oggi al domani, hanno deciso di fare festa. Poi, l'invecchiamento inevitabile dello zoccolo duro di questo settore, in cui c'è ancora meno ricambio generazionale che in altre nicchie. Infine, forse, il sopraggiungere di un sano senso della misura, figlio forse della crisi (ma non necessariamente, visto che c'è gente che con la crisi si arricchisce), che induce a smitizzare certi prodotti, ricollocandoli in una luce più giusta.
Tornando all'esperienza personale, la sensazione è quella di essersi svegliati dopo una clamorosa sbornia. Di buono c'è che il recupero di certi valori dopo una deviazione anche molto lunga non è mai un semplice passo indietro ma piuttosto è da considerare un'acquisizione faticosa di esperienza, la conquista di una dimensione qualitativamente superiore. In fondo nelle cose, spesso il difficile è alleggerire, non accumulare.
Ancora tu? Ma non dovevano vederci più?
RispondiEliminaGrande JMT - ha assolutamente ragione.
Ma, a mio avviso, la conclusione di tutto il logorroico ragionamento è che, semplicemente, ti sei accorto che pagavi quei montaggi il triplo del loro potenziale valore.
Tout court.
(ps
chissà se mi censuri anche in questo caso... quel tristesse...)
Quelle tristesse, casomai.
EliminaIl mondo dei blog è pieno di casalinghe frustrate, mancati intellettuali, espatriati nostalgici ed ex sessantottini che riempiono pagine e pagine di roba illeggibile. Nel peggiore dei casi, questo sarà l'ennesimo spazio che non farà eccezione. Ma questo non autorizza nessuno a venire e iniziare a bollare gli argomenti trattati di "inutilità" e "stucchevolezza", proprio perché critiche di questo tipo in un blog non hanno senso. O te lo devo spiegare per l'ennesima volta? Per fare cagnara ci sono i forum.
Al di là di questo, gli interventi di ciascuno sono i benvenuti (basta vedere il recente articolo di Umberto quanti commenti ha attirato); i miei interventi di commento sono - per definizione - delle analisi di un'esperienza, e ci mancherebbe che tutte le volte avessi alla porta qualcuno che mi viene a dire cosa devo pensare e cosa no, proprio perché si tratta di pensieri in libertà. Ho scelto un blog per analizzare certi comportamenti, proprio perché sui forum qualcuno giustamente si sarebbe potuto annoiare.
Nondimeno mi illudo che questi ragionamenti - che del resto ben pochi finora hanno tentato nel nostro campo - aiutino qualche collezionista inesperto o sprovveduto a ragionare di più sui propri acquisti e sui propri orientamenti. Per carità, nessun intento educativo (parola grossa), ma solo la speranza che anche gli interventi più logorroici, come li chiami tu con una certa maleducazione, possano contribuire ad una maggiore consapevolezza da parte di altri appassionati.
Resta poi l'extrema ratio, di cui ti avevo parlato in un precedente intervento: l'astenersi dal leggere e/o dal commentare. Ti auguro una buona giornata.
E' anche vero che è il mercato che fa il prezzo, se c'era la fila per farsi montare gli AMR, la logica conseguenza era che qualcuno sfruttasse la cosa spudoratamente in maniera commerciale , trasformando montaggi accurati e ricercati in assemblaggi da catena di montaggio, svalutando la qualità e soprattutto annulando quell'alone d'elitarietà ed esclusività che poteva avere un AMR montato da certi nomi
RispondiEliminaResta poi il fatto che sono sempre modelli che hanno parecchi anni sulle spalle e che quindi rispetto a un modello moderno partono con un gap tecnologico , che certo si può ovviare, ma al prezzo di snaturare il modello stesso
RS
In effetti credo che sia andata proprio così. Fra l'altro, in questi ultimi mesi la richiesta di montaggi di questo tipo ha subito un crollo, anche perché parecchi collezionisti si sono resi conto che montaggi moderni di kit di 30 o 40 anni fa ben raramente portano al risultato sperato. Per compensare questa difficoltà sono sorte iniziative volte a cercare di riproporre il vecchio con uno stile nuovo (vedi Piranha, Esprit43, Ffortissimo...), ma il mercato non recepisce più. Questa tendenza mi è stata confermata confidenzialmente anche da un paio dei maggiori commercianti del settore. Del resto basta guardare con quanta lentezza certi modelli restano disponibili su un sito come Miniwerks, che fino a qualche tempo fa li bruciava in un amen. D'altronde i nuovi mercati come Cina, Hong Kong, Indonesia, Malesia, Russia o Ucraina non sono sensibili a questo tipo di modelli; al limite, se devono spendere cifre di una certa importanza, vanno o sui BBR o su scale più grandi.
EliminaIntento educativo?
RispondiEliminaE ci mancherebbe pure ... la tua raggiunta consapevolezza può aiutare altri
appasssionati? Scusami se ne dubito.
Gli acquisti emozionali portano quasi sempre all'eccesso.
L'oniomania parte da una zona ben profonda della psiche.
Non vorrei spingermi oltre in considerazioni psico-patologiche.
Personalmente considero maleducato censurare un intervento; non certo considerare queste tue esperienze (per me) logorroiche.
Il mio amico Piero la definisce "scrivorrea".
Allora, visto che sono a casa tua e visto che puoi essere coerente censura in toto il mio pensiero.
Anche a te auguro una giornata radiosa, David.
ps
chiedo scusa per l'errore con il mio francese impoverito ...
"Educativo" no di certo (ne sono consapevole io stesso), ma "informativo" molto probabilmente, ecco l'intento di questi scritti, anche se certe argomentazioni hanno in questo momento per me una valenza terapeutica. Insomma, scrivendo, capisco meglio certi miei comportamenti passati. Mi chiederai perché allora non mi limiti a scriverli in privato. Semplicemente perché penso possano mettere una pulce nell'orecchio a chi rischia di cadere in certe spirali. Tu dici che ognuno ci cade per conto proprio, io dico che forse, se messo nelle condizioni di riflettere un minimo, magari evita certi eccessi. E poi c'è alle spalle di tutto questo un'esasperazione, che è il sentimento che alla fine di fa liberare di certe cose. Come quando Magnette si arrabbiò per le mie critiche "sistematiche" ai modelli di Mike Craig, e per ripicca rimandò tutti i suoi montaggi per me a data da destinarsi. Ora i suoi montaggi se li può tenere tutti, tanto per continuare a utilizzare termini educati, ma la frase potrebbe assumere una tornitura... come dire? Più rettale?
Elimina...sono oltretutto consapevole che queste cose possano essere poco gradevoli per più d'uno, ma in questo caso rientriamo negli scopi del blog, che vuole essere una voce scomoda, anche se documentata. Esso è sempre stato, per sua natura, un connubio di esperienza personale e di considerazioni più tecniche. C'è il commento e c'è la prova del modello, c'è la gallery di foto e la recensione del libro, c'è la rassegna stampa e l'intervista col personaggio. E non è necessariamente detto che i commenti debbano essere sempre e comunque quelli del sottoscritto. Vuoi dire a tutti cosa ne pensi di queste cose? La porta è aperta, mi mandi una paginetta con le tue impressioni e io la pubblico a tuo nome. Il blog è sempre stato molto ricettivo in questo senso, molto più della media dei succitati blog delle varie casalinghe, pseudointellettuali, sindacalisti, filosofi, mussicisti wannabe ed expat frustrati. Quello che mi ha fatto un po' inalberare è che tu non abbia capito che per me scrivere queste note è stato fondamentale, scrivorrea o non scrivorrea. A volte non bastano le foto, ci vogliono le parole.
Elimina"Sfiderei chiunque a riconoscerne uno senza la basetta, e questo vale per qualsiasi altro di questi montatori"
RispondiEliminaOhhh! Alleluja! Almeno qua, almeno tu, hai il coraggio di dirlo! Sono già un paio d'anni che mi pongo la stessa questione e vedo che, chi se ne intende più di me, ha tratto la mia stessa conclusione.
Non ho mai avuto il coraggio di postare il discorso su un qualche forum perchè temevo la cagnara che si sarebbe potuta sviluppare, ma, ciò non di meno, è quello che penso anche io.
Ma del resto, è un po' come l'arte concettuale.
Funziona nei limiti in cui conosci qualcuno che ti faccia esporre nei posti giusti, in maniera che ti comprino quei due o tre collezionisti che trainano e creano tendenza e gli altri a ruota.
Comunque sì, certi interventi hanno anche valore educativo.
Perchè persone che, come me, si sono affacciate relativamente di recente al mondo dell'automodellismo o del collezionismo auto (io personalmente festeggio i 10 anni quest'anno...) potrebbero cadere nella trappola del "mito".
Credo che sia andata proprio così, e vedo ancora oggi collezionisti con meno esperienza cadere nella trappola del "mito". Come se godessero a pagare care cose che in realtà valgono al massimo un terzo. Valgono... il valore è relativo, certo, e anche su questo si potrebbero scrivere molte cose. Forse un giorno posterò qualche foto dei modelli dei cosiddetti "miti", ma foto di quelle giuste, dove si vede come un Magnette abbia montato modelli venduti a 1500 euro in cui si vede il vuoto fra la carrozzeria e il fondino e amenità del genere.
EliminaAppena avrò voglia Vi parlerò dei miei ultimi "folli" acquisti di vecchi kit, per il momento vado fuori tema ma faccio un esempio con delle similitudini: conosco un venditore di ricambi per auto d'epoca che si spaccia per superesperto in quanto conosce i codici di alcuni modelli Alfa Romeo avendo lavorato da un ricambista e possedendo vecchi cataloghi, tutto ciò impressiona molto gli sprovveduti clienti,oltre al fatto che ti vende (e lo sottolinea ) il pezzo nella confezione originale dell'epoca......dalle mie parti si dice che " vende ò fummo c'à manovella ".....
RispondiEliminaSono stato molto in dubbio se scrivere questi miei pensieri sul blog di David o qui.
RispondiEliminaAlla fine ho scelto di farlo anche qui anche se il mio intervento sara' bannato o cancellato.
Qualche giorno fa David ha postato un suo pensiero sui modelli AMR.
Credo che ci siano parecchie inesattezze in quello che ha detto, o perlomeno la penso molto diversamente su diversi frasi.
Innanzitutto ci vuole misura.
Fino a qualche mese fa per David questi modelli erano gli unici belli al mondo, ora sono inguardabili.
Lui ha tutto il diritto di pensarla come vuole, di cambiare idea ogni dieci minuti e di scrivere ciò che vuole.
Ma proprio perché il suo intervento avrebbe anche un intento educativo e istruttivo i toni dovrebbero essere diversi.
Magnette è passato dall'essere un fenomeno, uno di cui ogni montaggio si riconosce lontano un chilometro all'essere un furbo mestierante che intorta i clienti sprovveduti. I modelli sono gli stessi. O prima erano sopravvalutati o adesso sono sottovalutati.
Di qui non si scappa.
Ma David dovrebbe capire anche che avendo bene o male un ruolo che si è conquistato grazie alla sua competenza e conoscenza in questo campo dovrebbe avere giudizi più equilibrati.
Certo può fargli piacere fare come il pifferaio magico di Hamelin comandando il mercato a seconda delle sue volubilità. Ma questo porterà inevitabilmente a screditare i suoi giudizi.
Alberca veniva considerato uno bravissimo, eccezionale e via dicendo, e ora viene trattato come il peggiore degli impostori.
Io sinceramente non ravvedo negli ultimi modelli di Magnette o Alberca grandi differenze rispetto al passato, però ora i loro modelli sono diventati inguardabili. Boh!
David decide comunque che gli AMR sono modelli di cui disfarsi al più presto perché sono vecchi. E qual'è la soluzione? Buttarsi sugli obsoleti? La vedo quantomeno incoerente.
In ogni caso non credo che interventi come questi diano beneficio al nostro hobby.
Che non ha certo bisogno di interventi distruttivi.
Piero, tu parli di incoerenze, io ti rispondo segnalandoti subito un'incoerenza: se come dici tu, io volessi davvero influenzare il mercato, me ne starei zitto zitto, visto che proprio in questi giorni sto vendendo i modelli che non mi piacciono più. Al contrario, ne tesserei le lodi e la rarità.
EliminaOk. Detto questo, non posso che ribadire che queste scelte, che tu potrai giudicare avventate, poco motivate oppure - appunto - incoerenti. sono state seriamente ponderate. E' come una collana che si apre: prima partono i primi pezzi, poi a ruota tutti gli altri; prima si sono salvati i modelli "d'autore" a detrimento dei normali factory built, poi sono partiti i modelli "d'autore" non-Magnette, infine anche i Magnette. E' stato un processo forse rapido e incomprensibile a chi non mi sia stato vicino in questi ultimi tempi, ma perfettamente coerente se ci si sforza di capirne le ragioni meno superficiali, e molti degli amici che frequentano il blog queste ragioni le sanno ormai bene. Non ti nascondo che vi è un certo compiacimento nello smascherare il giochino alla speculazione che ha portato più d'uno (me compreso) a compiere eccessi cui a un certo punto ha posto sopra la classica pietra. Capirai che dei giudizi "screditati" o di cose del genere mi importa assai poco. Anzi, penso che alcuni apprezzeranno anche il modo in cui alcuni processi psicologici siano stati portati a galla. Del resto non credo neanche che alcuni collezionisti abbiano bisogno della mia approvazione o del mio benestare per collezionare ciò che a loro pare meglio. Quanto a me, ripeto, sono arrivato alla fine di una strada (breve solo per chi ne ha visto affiorare il lungo e tortuoso percorso solo alla fine) che mi ha portato a darmi le risposte che cercavo. Tutto il resto non è un mio problema. Continua (o continuate) pure per la vostra strada, con i vostri gusti e le vostre predilezioni e rispettate chi ha fatto scelte differenti.
Un Blog rappresenta il pensiero di chi l'ha creato, se sono o non sono d'accordo lancio qualche commento, al massimo lo ignoro e m'avventuro in altri lidi; nessuno ci obbliga a leggere argomentazioni che non condividiamo. Ognuno intende la propria collezione (ammesso che ce l'abbia) alla propria maniera ed è ovviamente convinto che la propria sia la maniera giusta d'intenderla; che dire, altre parole non servono e si rischia sempre di cadere nella ripicca personale e di scivolare nella logorroica "scrivorrea". Doc Tecchio ha ragione di intervenire perché si è sentito chiamato in causa ed ha dalla sua una conoscenza modellistica grandissima, anche se non è l'unico a possederla, ma soprattutto possiede quella che, piaccia o non piaccia, è la collezione più prestigiosa d'Italia.
RispondiEliminaSu quest'ultimo punto avrei i miei riveriti dubbi perché le tante categorie del modellismo statico e anche dell'1:43 sono difficilmente commensurabili. Per il resto hai pienamente ragione.
EliminaPeraltro Piero non era stato chiamato in nessun modo in causa.
EliminaA ripensarci bene, su di un altro punto non sono d'accordo con te: un collezionista sufficientemente evoluto non pensa che la propria sia la maniera giusta di collezionare; al massimo pensa che la propria sia la maniera che in quel momento gli si addica maggiormente. Ma tutto questo, è chiaro, non inficia il diritto di chiunque di esprimere la propria opinione.
Voglio anche pensare di aver colto nel segno nell'avere messo in chiaro alcuni concetti finora considerati dei tabu. Anche l'acqua calda è difficile da scoprire perché prima bisogna scottarcisi. L'esperienza che ho accumulato in 5-6 anni di collezionismo AMR "matto e disperatissimo" resterà, e resterà anche a disposizione degli altri collezionisti. Al mio attivo ho la visione di centinaia di modelli, consulenze, una piccola opera editoriale (il catalogo ufficiale della produzione Le Phoenix), la conoscenza diretta dei maggiori protagonisti e anche un ruolo non secondario nella produzione di alcune serie limitate. Tutto questo non andrà perduto, ma si depositerà in modo più prudente e assennato, con l'aiuto del tempo.
Non ho mai messo neanche lontanamente in dubbio l'esperienza e la preparazione di David Tarallo, anzi quasi sempre ho difeso le tue capacità nelle piccole discussioni che sorgono tra i (pochi) modellisti e i (tanti) collezionisti. Da parte mia non faccio neanche tangenzialmente parte della mini storia del modellismo-collezionismo ed ho sempre dato e do tutt'ora un unico indirizzo alla mia (troppo) vasta collezione: quello che mi piace, fregandomene altamente del giudizio degli altri (anche se le frecciate mi fanno sempre incavolare). Doc Piero mi aveva anticipato di qualche ora il suo intervento, per cui ribadisco che in qualche modo si è sentito, sia pure più o meno velatamente, in causa e permettimi di ribadire che a mio giudizio la sua è la collezione più prestigiosa d'Italia, ed in questo sono in buona e numerosa compagnia.
RispondiEliminaSe Piero si è sentito chiamato in causa, credo sia essenzialmente una sua impressione, anche se personalmente, in questo momento, faccio a mia volta molta fatica a capire le sue scelte collezionistiche. In fondo, questo è un dato positivo.
Elimina...ti ringrazio del sostegno, Franco! Immagino le scene.... eheheheheh.....
EliminaQuello che volevo dire, elencando l'esperienza accumulata in questi anni di collezionismo AMR, è che essa troverà la sua giusta collocazione, all'interno di una vicenda ben più lunga. E' stata come una parentesi, in assoluto, piuttosto corta, in una storia collezionistica che dura dal 1979. Ci sono stati molti momenti in cui ho voluto oppure ho dovuto voltare pagina. In questo caso mi sono accorto che non era la raccolta di AMR a rendermi un servizio, ma ero io alle sue dipendenze. Sono nato come collezionista appassionato di auto e con gli AMR avevo finito un po' per tradire lo spirito originario che mi aveva guidato per tanti anni. Avevo iniziato quindi ad acquistare modelli non perché mi piacessero, ma perché mancavano nella mia raccolta di AMR / Le Phoenix e compagnia varia, senza rendermi conto che passo dopo passo mi allontanavo da un rapporto soddisfacente con la collezione. Se d'istinto devo dire cosa mi emoziona di più, io rispondo: una Porsche 908, una Porsche 935 oppure una Gruppo C degli anni ottanta, non certo una Ferrari 365 GT 2+2 o una California LWB, e questo da sempre. Ieri (sabato) ho trascorso una piacevole mattinata a Faenza da Umberto, proprio mentre Piero componeva il suo messaggio a commento delle mie scelte. Ho potuto notare quanta differenza passi fra il conoscere a fondo le cose e immaginarle da lontano.
EliminaPuntualizzo un po' di concetti che probabilmente sono sfuggiti nel mio primo intervento.
RispondiEliminaNessuno mi ha chiamato in causa. Mi è sembrato logico intervenire quando ho sentito parlare di interventi educativi ed istruttivi.
E proprio perché riconosco a David un ruolo importante in questo mondo ho ritenuto giusto dire alcune cose.
Parlo di incoerenza solo riguardo ai giudizi sui modelli.
David ha tutto il diritto di vendere i suoi modelli o di farne quello che vuole.
Quello che trovo sbagliato è dire che i Magnette fino a qualche mese fa erano i migliori modelli del mondo, ogni WIP di Alberca veniva incensato come quello a cui bisognava tendere, mentre ora sono diventati tutto ad un tratto modelli inguardabili di cui liberarsi in tutta fretta.
In sintesi bisognerebbe riuscire a scindere le proprie voglie e tendenze dal mero giudizio su di un modello.
Io non voglio commentare le scelte di David. Io per primo ogni tanto, anzi di questi tempi, purtroppo, abbastanza spesso, vendo dei modelli della mia collezione, ma non per questo comincio a dire che quel tale modello è una schifezza o è stato montato malissimo.
Che poi certi modelli, soprattutto di Magnette, in certi momenti siano stati un po' sopravvalutati questo lo si poteva dire anche tre anni fa, o quando Miniwerks ha messo in piedi la famosa operazione spremi limoni. Ma questo non toglie che rimangano dei modelli assolutamente buoni. Sul loro valore è più difficile dare un giudizio corretto perché nella loro valutazione entra anche una componente collezionistica ed emozionale che è difficile quantificare.
Quello che forse non riesci a capire è che le mie critiche a certi modelli nascono da un ulteriore gradino di capacità di valutazione che mi sono fatto in questi anni. Ripeto che la "presa di coscienza" è stata graduale. Non mi sono svegliato una mattina con la volontà di criticare quello che prima per me era accettabile. Anche perché detto così sì che suona incoerente. Ma è molto più complesso. La decisione è maturata in un lasso di tempo molto maggiore dello spazio di una nottata!
EliminaNon ho mai scritto che i modelli di Alberca o di Magnette fanno schifo. Ho sottolineato solo, a proposito di Alberca, alcune incoerenze di fondo che secondo me questo tipo di montaggio si porta dietro, e nel caso di Magnette l'assoluta sproporzione fra qualità e prezzo. Oltretutto proprio nel caso di Magnette non sono il solo ad affermare che la qualità dei suoi montaggi si sia abbassata progressivamente anche se in modo frazionario in questi ultimi anni, e forse proprio solo un collezionista come me che i suoi modelli più recenti li ha avuti in mano tutti può giudicare a ragion veduta. Altro che perdere di credito in quanto a giudizio. Io il mio giudizio me lo sono fatto e affinato attraverso l'esperienza diretta e potrei provare con documentazione alla mano tutto ciò che sto scrivendo. Altri collezionisti in questo campo parlano per sentito dire. Io se ho preso certe decisioni, ho delle ragioni piuttosto fondate e le ho spiegate diffusamente in questi giorni. Mi pare comunque che se ne sia parlato abbastanza. Considero conclusa questa sequenza di interventi nel mio blog e per dare la possibilità a tutti di leggere questa risposta, la copio/incollo anche nel forum.