D'accordo, Auto Modélisme non se la passa troppo bene, forse nemmeno altre riviste più generali, ma arrivando in Francia sembra di vedere l'Italia di venti o venticinque anni fa, nel senso migliore del termine. La gente è meno esasperata, meno aggressiva, sicuramente c'è più potere d'acquisto. La classe media, nel nostro paese completamente annientata e spesso ricacciata ai limiti della miseria (ci vorranno generazioni per ricostruire tutto, ammesso che ce lo permettano), qui è ancora piuttosto ben visibile, anche in città medie come Clermont-Ferrand, uno dei centri industriali più conosciuti, essendo tra l'altro la sede di Michelin.
Una visita ad un'edicola è quasi d'obbligo, anche per vedere cosa c'è di nuovo. Ebbene, la varietà di qualche anno fa in materia di automobilismo e di modellismo c'è ancora. Qui ti racconteranno che tutto è in declino e forse la situazione non è ideale se la si confronta col caso più unico che raro che è il Regno Unito (dove peraltro un'istituzione come Autosport continua solo online). Se si prende l'Inghilterra come pietra di paragone, l'Italia sembra un paese di serie C.
C'è una via di mezzo che tutto sommato non è neanche disprezzabile, che è quella di paesi come Germania, Francia, Olanda o Belgio, dove la l'informazione specializzata in edicola ha ancora una sua consistenza numerica.
Ci sarebbe ovviamente da discutere sulla qualità generale di certe riviste francesi o tedesche, ma prodotti nostrani come Quattroruote, Ruoteclassiche o similari non sono migliori della concorrenza estera. Detto in parole povere, in Italia non possiamo neanche gloriarci di qualche "eccellenza" editoriale che possa reggere il confronto con le altre testate internazionali.
Osservare una scelta come quella delle foto (ripeto, un'edicola a caso, non un centro specializzato) la dice lunga sul divario che ormai abbiamo accumulato nei confronti di altri paesi. Certo, la stampa cartacea, lo dico con rammarico essendo un appassionato del genere, non rappresenta il futuro e non è solo su questi parametri che può fondarsi un confronto completo dei mezzi d'informazione, ma la sensazione che in Italia gli editori siano ormai alla frutta è sempre più concreta ogni volta che varco i confini.
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