C'è storico e storico, anzi uno è il cronista che non ha nulla a che vedere con la storiografia. Lo storico è colui che indaga sui come e sui perché e ne esiste un solo tipo. Deve essere onesto, paziente, disposto a scontrarsi con i suoi errori di valutazione critica. Ma essendo uno scienziato (anche la storia è una scienza anche se inesatta) è disposto a rivedere le proprie teorie o riconsiderare certe fonti quando necessario o scartarne altre anche fra quelle cui aveva finito per affezionarsi troppo. Conosce bene questo mestiere Luca Dal Monte, già passato agli onori delle cronache per una rivoluzionaria biografia di Enzo Ferrari, che ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Non l'ho letta, quella biografia, ma molti colleghi giornalisti me ne hanno detto un gran bene. Mi attirava molto di più l'argomento di questo nuovo libro di Dal Monte, dedicato al periodo fra l'esordio dell'Alfa Romeo come motorista di Brabham al passaggio ad una Formula 1 interamente costruita a Settimo Milanese. Questo libro si ispira alla migliore tradizione saggistica italiana (in generale) ma anche ad alcuni criteri di ricerca nei quali gli inglesi sono stati all'avanguardia per decenni, almeno nel settore automobilistico. Non parlo del cronachismo (con tutto il rispetto) alla Anthony Pritchard, ma penso piuttosto al metodo applicato alla materia da un Doug Nye, tanto per fare un nome che tutti conoscono. La congiura degli innocenti è un libro basato su ricerche condotte nell'archivio Alfa Romeo, ma anche su interviste dirette con gente come Bernie Ecclestone e Gordon Murray. Per arrivare a parlare con questi personaggi bisogna avere entrature che all'autore non mancano, e tutto ciò va a beneficio della qualità strutturale del volume. Ma sarebbe sbagliato limitarsi a definire questo libro una ricerca storica, seppure impeccabile; in realtà, pur senza cedere alle facili chimere della fiction, La congiura degli innocenti è un libro visionario, pieno di nostalgia che riesce ad evocare emozioni in maniera indiretta, e questo è il segreto della buona scrittura.
Leggendo queste pagine mi è capitato di svegliarmi la mattina senza riuscire a ricordare di aver visto certe scene la sera prima in un film, in un video su Youtube o chissà dove, salvo rendermi conto, passata l'incoscienza del sonno, di averle solo lette.
E' un libro che documenta anche gli anni dell'ascesa di Bernie Ecclestone, già capace, titolare di una squadra di cinquanta o sessanta dipendenti, di tener testa a un colosso come l'Alfa Romeo, riuscendo puntualmente a trarre benefici da situazioni in cui in teoria avrebbe avuto tutto da perdere. Il bluff, la furbizia, le doti dialettiche, il senso della posizione e dell'opportunità che hanno reso Ecclestone il padrone della Formula 1, insomma. Tornando all'Alfa, ne esce cesellata con rara nitidezza la figura di Carlo Chiti, sempre alle prese tra difficoltà tecniche e fumosità politiche in seno a un'azienda spaccata da correnti di tendenze opposte. Questo libro va letto e meditato, e ripagherà il lettore con un'informazione che raramente si trova riassunta e presentata con tanta espressività. Faccio una cosa non ortodossa perché scrivo queste impressioni prima di essere arrivato all'ultima pagina ma mi sento fin da ora di consigliarvi senza alcuna remora questo volume.
Luca Dal Monte, La congiura degli innocenti. Dalla Brabham-Alfa Romeo all'Alfa-Alfa, Giunti - Giorgio Nada editore, Vimodrone (MI) 2019, pagg. 388 con foto b/n e col., € 30,00.
Concordo in pieno con quallo che dici, David. L'ho comprato alla Fiera di Padova e letto d'un fiato. A me ha lasciato tanta amarezza per le occasioni sprecate dall'Alfa, causate dagli italianissimi intrighi di potere ma anche dall'incapacità di gestire il mondo F1 dell'epoca, ancora diviso tra squali e improvvisazione. Un libro che davvero ti fa riflettere.
RispondiEliminaRobix