03 marzo 2014

Una certa scuola inglese: Auto Review Book (per tacere di due Skoda e una Polonez)


So che sono "antico" e che la tendenza dell'editoria si muove verso tutt'altra direzione, ma provo una certa nostalgia per il modo anglosassone di intendere alcune pubblicazioni specializzate, un modo che non esula dalla branca dell'automodellismo. Oggi che Modelauto Review ha cessato le pubblicazioni cartacee (dal 2014 è disponibile - gratuitamente - solo su Internet) e che Pit Road è soltanto un lontano ricordo, tanto per citare due testate classiche in questo ambito, spetta al vecchio Four Small Wheels portare avanti uno stile tipicamente inglese, fatto di molti contenuti e di una grafica inconfondibile. Ma non c'è il solo FSW a perpetuare questa cultura dei margini ridotti e dei caratteri minuscoli, della foto anche brutta se storicamente importante e della particolare impaginazione che farebbe rabbrividire certi fautori dell'apparenza a tutti i costi. Ho citato Modelauto Review, che negli anni ha pubblicato una serie di opuscoli di 32 pagine dedicati soprattutto alla documentazione di vetture reali, ma non mancano numeri monografici di argomento modellistico, come il numero 82 ("Handbuilts and kits - Scale model vehicles made in Britain") e il numero 95 ("Plastic kits made in Britain").

Si tratta di qualcosa che dalle nostre parti difficilmente potrebbe essere capito, ma in particolare il primo dei due titoli risulta utilissimo, perché vi sono censite in ordine alfabetico diverse centinaia di marche dell'automodellismo artigianale inglese, dalle più note alle più oscure. Vi sono inoltre estratti di articoli sulla storia di alcuni di questi produttori, provenienti da vecchi numeri di Modelauto Review. E la serie dei titoli continua tutt'oggi, visto che Rod Ward, fondatore della rivista e già proprietario del negozio Modelauto di Leeds (chiuso da diversi anni) ha deciso di riprendere le pubblicazioni dopo un periodo di interruzione.

Questi due quaderni mi sono arrivati in settimana, proprio mentre - paradossalmente - stavo frequentando la prima edizione del corso di comunicazione sportiva organizzato da ACI all'autodromo di Vallelunga. Un bel paradosso, visto che dopo quel corso in cui si è parlato per ore del rapporto fra comunicazione (e/o informazione) e nuove tecnologie, mi sono trovato a sfogliare questi due deliziosi libriccini, ai quali - nel più autentico spirito old fashion - avevo aggiunto nell'ordine anche due o tre vecchissimi modelli prodotti nella ex Cecoslovacchia e in Polonia (nella foto sotto, le scatole di due Skoda 120 LS della Miniauto e di una Polonez di Estetyka).

Sono modelli che fanno parte del vecchio stock di Modelauto, e credo che ormai siamo in due o tre in Europa - se non nel mondo - ad interessarci di roba di questo genere. Eppure. Eppure, questi modelli, accompagnati dalla lettura di quei due titoli, prendono tutto un altro significato. Hai visto mai che decida di rispolverare il famoso tavolino di vetro?

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