Queste rassegne stampa sono volutamente soggettive, molto di parte, direi. Però è così. Questo numero 140 di Modelli Auto lo ricorderò a lungo. Esso è nato nel periodo in parte drammatico in parte ridicolo degli arresti domiciliari collettivi. Una mistione di sentimenti contrastanti, accomunati dall'estrema difficoltà del periodo, in cui ti chiedevi (e in parte te lo chiedi ancora) se quello che consideravi fino a quel momento familiare o addirittura scontato avrebbe retto all'ondata del virus e delle sue bizzose conseguenze. Momenti di incredulità passati al telefono con Gianfranco, l'editore, con tante cose dette e tante anche non dette ma nettamente percepite. La paura del nulla, la speranza di una nuova stagione, la volontà di non gettare al vento quanto fatto negli anni precedenti. Il numero 140 di Modelli Auto sintetizza tutte queste componenti e invece di uscire in una forma dimessa (della serie: ne siamo usciti, ma malconci), esce in grande spolvero, all'insegna del "ne siamo usciti e anche bene". Io credo che Modelli Auto sia una rivista che ha ancora del margine, e questo può sembrare paradossale per una testata che esiste da un sacco di anni. Eppure lo spirito è quello.
Abbiamo (mi ci metto anch'io) le risorse per migliorare ancora, perché le idee non mancano e ciascuno - l'ho già scritto - prova sempre a dare il meglio di sé, : Umberto Cattani, Stefano Adami, Bruno Boracco, Valerio Comuzzi li conoscete bene. La libertà è il segno di questa rivista. La capacità di dire ciò che si pensa, ovviamente in modo professionale e documentato, fornendo anche giudizi di valore giornalistico a fianco dell'informazione pura e semplice. Se si deve affrontare un argomento delicato lo si affronta. Del resto, a differenza di altre testate concorrenti, Modelli Auto non si è tirata indietro quando si è dovuto scegliere fra un servizio reso ai lettori e la piaggeria nei confronti di un importatore o un distributore. Perché gli inserzionisti - non è una bestemmia - possono anche andare e venire, i lettori restano e vogliono la credibilità. Un numero come il 140 è un numero della maturità e dell'equilibrio.
Gli argomenti sono tanti: la tecnica di Stefano Adami, la collezione delle Ferrari che hanno corso a Monza, le interviste (BBR e Racing43, recentemente rinata), e poi le recensioni, gli approfondimenti storici (le Corvette in scala), le piccole curiosità. La redazione è già al lavoro per definire le linee guida del numero 141 che uscirà a settembre. Sarà un settembre un po' atipico (non dico diverso per non contribuire, neanche volontariamente, alla litania acefala della "nuova diversità"), forse senza le borse di scambio, forse senza i tanti contatti nei negozi dopo le vacanze - ma speriamo di no - e in ogni caso ci sarà tanto da ricostruire. Modelli Auto sarà lì con l'entusiasmo che in questi anni l'ha contraddistinto.
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