Le sortite di Spark non sono mai casuali. Giusto un anno fa il blog parlava dell'Alpine-Renault A310 GTP di Le Mans 1977, novità che andò ben presto esaurita visto l'interesse specifico della versione (l'articolo potete leggerlo a questo link: http://grandiepiccoleauto.blogspot.com/2020/04/un-poisson-pas-comme-les-autres-lalpine.html ). Ebbene, oggi seconda parte. Stessa auto, stessa gara un anno dopo, il 1978. Abbandonata la livrea ittica, l'Alpine A310 di Bernard Decure si presenta con una nuova decorazione tipica di quell'epoca, con una banda di varie tonalità di blu degradanti dall'azzurro al celeste, un po' come quelle che si vedevano sulle Ford Zakspeed, salvo che in quel caso il colore dominante è il bianco e non il nero.
Rispetto all'anno precedente, la A310 è alleggerita di una ventina di chili e abbassata di sette centimetri. Il motore ha guadagnato circa trenta cavalli, passando a 290. Ma in questo caso, malgrado l'impegno di Denis Morin e Guillaume De Saint Pierre, l'Alpine, iscritta in GTP, non riesce a qualificarsi, molto penalizzata dalla mancanza di velocità di punta sull'Hunaudières. Dopo Le Mans, la A310 di Decure parteciperà ad altre gare meno importanti, principalmente rally e salite.
Ecco una breve disamina delle caratteristiche principali della A310 Le Mans 1978 di Spark.
Esterni: La livrea è delle più complicate. Spark, come sempre, si fa un punto d'onore nell'applicare alla perfezione decals che farebbero impazzire la maggior parte dei modellisti. Impeccabile la verniciatura, eccellenti tutti gli incollaggi, praticamente invisibili, e dire che le ampie vetrature, incluse quelle dei fari, e gli innumerevoli dettagli riportati, ce ne sarebbero di pastrocchi da combinare.
Invece nulla di tutto questo: lo Spark è di una pulizia unica. Osserviamo con piacere come un elemento che era stato criticato dal blog sulla vettura del 1977, ossia i vetri tagliati in plotteraggio unico con le cornici, sia stato ritoccato: i contorni sono ora fotoincisi ed è tutta un'altra cosa. Allora Spark quando vuole (se vuole) riesce a progredire! Doppiamente strana quindi la mossa del gambero in altri modelli - vedi Porsche 911. Speriamo che su altre uscite importanti come le prossime Delta qualcosa si muova.
Interni: Quelli di un kit montato bene. Rollbar integrale, specchietto retrovisore, estintore e altri piccoli particolari che rivelano che Spark era in possesso di una documentazione specifica molto ricca. Solite cinture in decals, ma in questo caso si notano davvero poco.
Ruote: Molto belli i Gotti, come del resto sulla vettura del 1977. Cerchio verniciato in alluminio satinato, pastiglia centrale fotoincisa con parte interna arancione. Tutto molto coreografico e poco industriale, valorizzato da pneumatici perfetti, come spalla e larghezza.
Finiture: Del livello di montaggio è stato già detto. Il modello è lo stesso del 1977, quindi con gli stessi pregi, inclusi i bei supporti in fotoincisione dell'ala posteriore, con relativi tiranti. Specchietti, ganci, faretto rosso sul tetto, scarico con tanto di adesivino Devil, tutto è al suo posto.
Giudizio finale: con un modello così, vien quasi voglia di continuare a collezionare gli Spark. Quasi.
E' in ambito rallistico che Spark delude troppo spesso, secondo me...
RispondiEliminaSpero che prima o poi ci sia un cambiamento di rotta!