09 gennaio 2019

Giulietta Sprint, un fil rouge... laterale: Mercury, Scottoy e Hachette




Cosa fare della Giulietta Sprint di Hachette (fatta da Ixo)? Gli utilizzi sono vari e spaziano dalla conservazione religiosa nella convinzione di possedere un santo Graal del modellismo, alla voglia di metterci le mani per divertirsi. In questo caso sono per quest'ultimo estremo, visto che sono ben altri i modelli destinati a rivalutarsi nel tempo. Siamo piuttosto in presenza di una curiosità e tutt'al più, se si è dei fissati dell'eredità storica, potremo conservare una confezione integra così da testimoniare, fra venti o trent'anni le tendenze modellistiche di questa fine di decennio. Per meno di quattro euro si può fare. Ma chi ha un esemplare già aperto e fuori dal blister, la tentazione di smanettarci è piuttosto grande. Viene subito in mente qualche versione competizione, visto che la Giulietta Sprint è stata una vettura piuttosto diffusa all'epoca nelle cronoscalate e nei rally dell'epoca pionieristica.

Ebbene, senza l'intenzione di riprodurre niente di specifico, ho pensato di farne una generica vettura come le tante che erano in forza alle numerose scuderie italiane tra la fine degli anni cinquanta e l'inizio degli anni sessanta. Gli interventi sono abbastanza limitati: verniciatura alluminio dei cerchi, targhe di Firenze, numeri bianchi rotondeggianti e uno stemmino della Scuderia Automobilistica Clemente Biondetti, nata proprio nel 1957 nel capoluogo toscano. Il portatarga posteriore è stato ridipinto in alluminio così come le maniglie e poco altro.


La Giulietta di Hachette-Ixo va quindi a far compagnia allo Scottoy, che rappresenta anch'esso una versione di fantasia, seppur verosimile. Si crea quindi già un legame con un passato, neppure troppo remoto, visto che gli Scottoy risalgono agli anni novanta-inizio duemila. Riguardando lo Scottoy mi sono poi accorto di un particolare curioso, ossia che il numero di gara 132 è identico per forma e font a quello che la Mercury aveva utilizzato sui suoi modelli competizione, come l'Abarth 1000 Berlina derivata dalla Fiat 850. Per non perdere un filo di continuità ho deciso di discostarmi solo in parte dalla tradizione, assegnando alla Giulietta cinese il 162...

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