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22 aprile 2019
Un libro, il marchese Ginori-Lisci e un vecchio cartello del Touring
Alcuni elementi si ritrovano da soli, basta lasciarli fare, soprattutto se si tratta di vecchie cose. Qualche mese fa ho potuto acquistare un volume che avevo sempre snobbato, attirato come sono da periodi più recenti. Si tratta della celebre Storia dell'automobilismo toscano di Leonardo Ginori-Lisci, pubblicato nel 1976 dalla Bonechi di Firenze. Un binomio non casuale, quello di Ginori-Lisci con l'editore fiorentino. Bonechi è da sempre appassionato di storia dell'auto e negli anni sessanta in pochi si sarebbero sognati di andare oltre al periodo pionieristico al momento di mettere in cantiere un libro di automobilismo. Certo, gli inglesi e pochi altri lo stavano già facendo, ma si trattava, appunto, di casi piuttosto isolati. Il marchese Ginori-Lisci disponeva di un'abbondante documentazione e per la composizione del volume si avvalse anche dell'aiuto di esperti della Toscana e dell'automobilismo locale, come il giornalista della Nazione Giorgio Batini o dell'ingegner Pasquale Borracci, già presidente dell'A.C. Firenze. Ne uscì un bel libro di quasi 130 pagine, ben scritto e documentato a dovere.
"A conclusione di questa premessa - scriveva l'autore - mi sia concesso di esprimere l'augurio che altri possano realizzare un secondo studio ben approfondito sullo sviluppo successivo al pionierismo e soprattutto sulle glorie dei corridori automobilistici toscani nel periodo aureo del primo dopo guerra quando, al Circuito del Mugello ed in tante altre corse nazionali, rifulsero i nomi dei Masetti, Brilli Peri, Niccolini, Materassi, ecc. e negli anni delle Mille Miglia quando si affermarono esponenti della nostra regione quali Biondetti, Pintacuda, Della Stufa, Zaniratti, ed altri". Quell'auspicio era destinato ad avverarsi molto tempo dopo, quando, specialmente a partire dagli anni duemila alcuni storici toscani avrebbero iniziato a sviscerare argomenti interessantissimi e ancora per lo più inediti. Leonardo Ginori-Lisci, che era nato a Doccia, proprietà di famiglia nella giurisdizione di Sesto Fiorentino nel 1908, morì nel marzo del 1987, ancora presto per assistere alla fioritura dei volumi sulla storia della mobilità e dello sport motoristico di Firenze e dintorni.
Non avevo scritto nulla di questo libro - peraltro importante nella storia degli studi sull'automobilismo toscano - finché stamani mi è capitato di (ri)fotografare una bella placca segnaletica del Touring Club Italiano, sistemata all'entrata delle mura di Scarperia, a due passi dall'autodromo del Mugello. Ce ne sono ancora tante in giro, di questa placche, che dagli anni dieci del secolo XX, vennero disseminate per tutta Italia, con informazioni importanti per i viaggiatori. Non esistono ancora repertori completi della segnaletica d'epoca del TCI; sono recensiti vari tipi di queste targhe, con e senza sponsor, di varia grandezza e tipologia. Questa fotografata a Scarperia dovrebbe risalire al primo decennio del '900, e piace pensare che fosse stata posta proprio in corrispondenza con le gare pionieristiche (prima di regolarità poi di velocità) che si disputarono nel Mugello. I segni sulle strade, i libri e le tracce del passato a volte trovano una loro continuità e basta avere un po' di pazienza per svelare alcuni fili nascosti o magari semplicemente ignorati, sebbene alla luce del sole. Chissà se è un caso che il volume del marchese Ginori-Lisci sia apparso proprio - durante l'inverno - sulla bancarella di un mercatino proprio a Scarperia.
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