02 febbraio 2017

Quando Grand Prix Models fa...Grand Prix Models: Chevron-Cosworth B26 9 Ore Kyalami 1973

La Chevron B26 di Home Made Models montata
in dieci esemplari per Grand Prix Models. 

Credo di avere lamentato diverse volte nel blog come in anni recenti il glorioso negozio Grand Prix Models avesse almeno in parte perduto la propria vocazione, abbandonando quel core business fatto di modelli speciali tradizionali per i vari resincast e diecast. Una scelta ovviamente obbligata, ma che non giustificava l'abbandono di alcuni prodotti che avevano sempre contraddistinto l'offerta della ditta fondata da Brian Harvey. Ne parlai anche di persona, non senza polemica, alla nuova dirigenza.



John Watson al volante della B26 in pit lane alla
9 Ore di Kyalami 1973. La vettura, equipaggiata
con motore Ford Cosworth 
BDA da 2000cc, si classificò al quinto posto. 
Difficile sapere se mai abbiano voluto accogliere i miei commenti, ma di fatto in questi ultimi mesi qualcosa si è mosso. GPM tratta sempre - e ci mancherebbe - Spark, Minichamps o Truescale, ma ha fatto di nuovo posto a qualche serie esclusiva di montati speciali come accadeva in passato.
Il modello è montato per il trasporto su una base provvisoria
in plastica, imbullonata (!) alla scatola del kit, 
Si tratta di un modello in resina montato con buona cura.
I cerchi sono torniti, alcune fotoincisioni arricchiscono il tutto. 
 Ricorderò la recente McLaren di John Watson del GP Usa West 1983, montata in dieci esemplari su base Tameo, con la basetta autografata dallo stesso pilota inglese (alcuni anni fa una serie simile era stata fatta utilizzando il kit Tameo della vettura di Silverstone 1982); ecco poi due Jaguar D-Type di Le Mans 1955, montate direttamente da SMTS ma commercializzate come Grand Prix Models Studio. E l'ultimissimo pezzo di queste serie esclusive merita un'attenzione particolare, perché si tratta di una serie di dieci Chevron B26 in 1:43 montate dalla sudafricana Home Made Models, riproducenti la vettura che prese parte alla 9 Ore di Kyalami del 1973.
Ben dettagliata la parte della meccanica che si intravede
nell'apertura del cofano posteriore. 
La finitura è di buon livello; le decals sono sotto trasparente. 

Il modello è venduto corredato di una basetta autografata dai due piloti, Ian Scheckter (il fratello del più popolare Jody) e ancora da John Watson. Inutile dire che questo tipo di modelli ha un pubblico molto particolare, che difficilmente sarà quello dei collezionisti di certi paesi emergenti, che amano tutt'altro tipo di modelli, meglio se in 1:18 e fatti in Cina con chirurgica precisione.
Il modello andrà montato sulla basetta definitiva, provvista
di cupolina in plexi, 
La base, che riporta il logo di GPM e la numerazione,
riporta gli autografi originali di Ian Scheckter e John Watson. 

Qui siamo in presenza di un "handbuilt" vecchia maniera, con i suoi bellissimi difetti e col suo inossidabile fascino. Resta da sperare che in futuro GPM continui con queste iniziative, perché oggi come oggi non vedo molti altri commercianti in grado di proporre cose del genere. Il prezzo, 204,50 sterline, non è esattamente popolare, ma le serie GPM non sono mai state economiche.
Probabilmente un'edizione di dieci pezzi come questa ci metterà il suo tempo ad essere "assorbita" dal mercato, ma già il fatto che ancora ci sia chi realizza serie di questo genere rende il panorama dell'automodellismo contemporaneo meno piatto e asettico.

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