Notizie, commenti, considerazioni e opinioni sul mondo del modellismo e dell'automobilismo, a cura di David Tarallo. ATTENZIONE, NUOVO SITO DAL 28 LUGLIO 2021: www.pitlaneitalia.com
21 febbraio 2017
Rassegna stampa: AutoModélisme n.231 (febbraio 2017)
Con un po' di ritardo recensiamo brevemente il numero di febbraio di AutoModélisme, un numero piuttosto interessante in cui il "mainstream" rappresentato dalle varie AutoArt, OttOmobile e compagnia bella convivono con articoli più interessanti e originali quali un montaggio di un kit Aoshima in 1:24 della Chevrolet Cruze WTCC 2012 o sui modelli autocostruiti di Gilbert le Cléac'h, un modellista di cui il mensile francese si è già occupato in numeri passati (stavolta si parla di Ford GT40, di Ferrari F.1 anni cinquanta, di Lotus 49 e di Scarab). Pur essendo una rivista pienamente appartenente al circuito "ufficiale", AutoModélisme si sforza comunque di conservare una certa freschezza d'idee. A volte i risultati sono buoni, altre meno, ma sempre più spesso ci si rende conto che sono proprio i collezionisti a volere le recensioni del Mercedes AMG 6x6 di Autoart - o piuttosto i distributori, ma questa è un'altra storia. In ogni caso l'editoriale del direttore Alain Geslin è ottimista: i modelli escono, i collezionisti s'interessano, l'ambiente, malgrado le tante cassandre, è vivo. Tutto sommato l'automodellismo fa ancora sognare.
08 febbraio 2017
Rara avis: Simca Aronde crema con tetto rosso venduta a 7500 euro a Rétromobile
Non è una novità che la Simca Aronde color crema con tetto rosso di Dinky France sia uno dei modelli più rari prodotti in serie dalla casa di Bobigny. Quando i pochissimi esemplari conosciuti appaiono sul mercato, non stentano a trovare un acquirente, e il record per questo tipo di modello si aggira sui diecimila euro, anche se le quotazioni medie oscillano fra i 5000 e i 7000 euro, anche in relazione alle condizioni e alla presenza della scatola che comunque è facile da procurarsi perché è identica a quella dei colori comuni. A Rétromobile è apparso uno dei questi esemplari rarissimi che è durato il tempo di una mezza giornata, prima di essere venduto a circa 7000 euro. Segno che Rétromobile "tira", e i Dinky France sono fra i modelli che si vendono meglio alla rassegna parigina. Complimenti all'acquirente e... al venditore!
Automobilia a Rétromobile: messa all'asta su Artcurial una parte della collezione Ogliastro
03 febbraio 2017
Toyota TS050 Hybrid Le Mans 2016 di Spark (1:43)
In queste settimane Spark sta pian piano completando la griglia di partenza di Le Mans 2016, in attesa che Looksmart esca con le sue Ferrari che annunciate verso ottobre, tardano a uscire. Fra i modelli più attesi vi è certamente la Toyota LMP1, protagonista sfortunata della gara; la vettura numero 5 di Davidson / Buemi / Nakajima, in panne quando era a un passo dalla vittoria arriverà presto. Intanto è uscita la numero 6 (S5103), che ha concluso al secondo posto con Sarrazin / Conway / Kobayashi. Dovendo scegliere, molti collezionisti si orienteranno sulla numero 5, ma cogliamo ugualmente l'occasione per presentare uno Spark dell'ultima generazione e per di più riproducente una vettura di attualità. Su soggetti di questo tipo la documentazione è pressoché infinita.
La TS050 si districa sull'asfalto bagnato di Le Mans (foto David Tarallo) |
La cosa che non finisce mai d'impressionare su uno Spark di questo tipo è la pulizia e la precisione con le quali sono ottenute le intricate livree. Si capisce quanto la casa di Ripert sia avanti rispetto alla concorrenza e tutto conferma questa impressione: la chirurgica precisione della riproduzione delle appendici aerodinamiche, l'esattezza delle linee, la verniciatura perfetta, i cerchi, il retrotreno, la finitura cromata del tetto, l'abitacolo quasi invisibile ma completissimo... il tutto per un prezzo ancora competitivo, anche se c'è chi si lamenta anche del prezzo di uno Spark, magari dimenticando che un modello come questo negli anni novanta sarebbe costato 300.000 lire...
La Toyota TS050 penso sia un modello che debba entrare di diritto in ogni collezione dedicata all'endurance, non necessariamente solo in chiave Le Mans. Tutto è stato studiato accuratamente e riprodotto con una finezza che non ritroverete che in altre scale più grandi e forse neanche lì. Piaccia o non piaccia il soggetto, si tratta dello stato dell'arte nel settore dei resincast. Peccato solo che i collezionisti delle vincitrici di Le Mans dovranno accontentarsi di un'altra 919...
02 febbraio 2017
GT Spirit annuncia la Ferrari 365 GTB/4 Daytona in scala 1:12
Tra diverse novità nella consueta scala 1:18, GT-Spirit ha annunciato anche una Ferrari 365 GTB/4 Daytona stradale rossa in scala 1:12 (catalogo n. GT119). Il modello avrà un prezzo di € 179,90 e sarà prodotto in serie numerata e limitata a 1500 esemplari. L'uscita è prevista ad aprile.
Quando Grand Prix Models fa...Grand Prix Models: Chevron-Cosworth B26 9 Ore Kyalami 1973
La Chevron B26 di Home Made Models montata in dieci esemplari per Grand Prix Models. |
Credo di avere lamentato diverse volte nel blog come in anni recenti il glorioso negozio Grand Prix Models avesse almeno in parte perduto la propria vocazione, abbandonando quel core business fatto di modelli speciali tradizionali per i vari resincast e diecast. Una scelta ovviamente obbligata, ma che non giustificava l'abbandono di alcuni prodotti che avevano sempre contraddistinto l'offerta della ditta fondata da Brian Harvey. Ne parlai anche di persona, non senza polemica, alla nuova dirigenza.
John Watson al volante della B26 in pit lane alla 9 Ore di Kyalami 1973. La vettura, equipaggiata con motore Ford Cosworth BDA da 2000cc, si classificò al quinto posto. |
Il modello è montato per il trasporto su una base provvisoria in plastica, imbullonata (!) alla scatola del kit, |
Si tratta di un modello in resina montato con buona cura. I cerchi sono torniti, alcune fotoincisioni arricchiscono il tutto. |
Ben dettagliata la parte della meccanica che si intravede nell'apertura del cofano posteriore. |
La finitura è di buon livello; le decals sono sotto trasparente. |
Il modello è venduto corredato di una basetta autografata dai due piloti, Ian Scheckter (il fratello del più popolare Jody) e ancora da John Watson. Inutile dire che questo tipo di modelli ha un pubblico molto particolare, che difficilmente sarà quello dei collezionisti di certi paesi emergenti, che amano tutt'altro tipo di modelli, meglio se in 1:18 e fatti in Cina con chirurgica precisione.
Il modello andrà montato sulla basetta definitiva, provvista di cupolina in plexi, |
La base, che riporta il logo di GPM e la numerazione, riporta gli autografi originali di Ian Scheckter e John Watson. |
Qui siamo in presenza di un "handbuilt" vecchia maniera, con i suoi bellissimi difetti e col suo inossidabile fascino. Resta da sperare che in futuro GPM continui con queste iniziative, perché oggi come oggi non vedo molti altri commercianti in grado di proporre cose del genere. Il prezzo, 204,50 sterline, non è esattamente popolare, ma le serie GPM non sono mai state economiche.
Probabilmente un'edizione di dieci pezzi come questa ci metterà il suo tempo ad essere "assorbita" dal mercato, ma già il fatto che ancora ci sia chi realizza serie di questo genere rende il panorama dell'automodellismo contemporaneo meno piatto e asettico.
01 febbraio 2017
Lancia Fulvia 1300HF e 1300S di Best Model: aggiornato il vecchio Rio
Oggi la M4 di Pesaro possiede gli stampi Rio ed è quindi logico che cerchi di sfruttarli nel miglior modo possibile; le "vintage" continuano a uscire con lo storico marchio, mentre alcune realizzazioni più recenti vengono ora vendute come Best Model. E' uscita in questi giorni una duplice versione della Lancia Fulvia, una 1300S in un elegante blu con interni rossi (art. 9645) e l'inconfondibile 1300HF in amaranto Montebello con banda gialloblu (art. 9646).
Il modello, come detto, è il Rio, ma sono molte le modifiche di dettaglio apportate. Innanzitutto, le fotoincisioni hanno fatto la loro comparsa, sostituendo le cornici laterali in zamac (ed è questa la modifica più notevole dello stampo). Ora fotoincisi anche i tergi, la presa sul cofano e il bel volante. Onestamente dobbiamo dire che lo sforzo per fare qualcosa di valido si vede, La verniciatura, anche se un po' troppo spessa (lo era già sui modelli d'origine) è comunque perfetta, senza un difetto e lucida come si conviene a una vettura stradale.
Le decals sono applicate con cura e il livello di montaggio è in genere più che buono. Fotoincisa anche la calandra (prima era in plastica cromata) e dei fari ottici come quelli impiegati sui modelli speciali hanno sostituito i vecchi fari in plastica con pastiglia trasparente, che avevano ormai fatto il loro tempo. Le cornici dei vetri anteriori e posteriori sono tampografate. All'interno troviamo lo specchietto retrovisore, la riproduzione molto realistica del cruscotto, i pannelli delle portiere con la riproduzione in decals delle maniglie e degli alzavetri, segno che alla M4 hanno pensato a rinnovare il modello al massimo delle loro capacità.
Per contro il cofano non chiude perfettamente, ma per fortuna è un particolare che non si nota moltissimo. Queste due versioni si aggiungono alla 1.2 Coupé (art. 9637) e alla 1.2 Rallye Tour de Corse 1965 (art. 9638). Il prezzo oscilla fra i 59 e i 69 euro secondo la versione. Certo, è del Made in Italy doc e non ce la sentiamo di criticare la scelta di riproporre modelli aggiornati come questo, tantopiù che le migliorie sono davvero tanti e danno vita a un prodotto tutto sommato equilibrato e gradevole.
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