12 agosto 2018

Un marchio del passato: la F&M Car di Firenze (parte 2, la Porsche 909 Bergspyder)

In un precedente articolo, che potete leggere QUI, ci siamo occupati della nascita del marchio F&M Car e del suo primo modello, la Porsche 718 RS60 di Le Mans 1960. Siamo nel 1986 o giù di lì e Fabrizio De Gennaro e Massimo Martini propongono un modello di tutto rispetto, che riscuote un buon successo, con un centinaio di esemplari venduti tramite l'onnipresente Paolo Tron. Passano un paio d'anni e i due decidono di replicare, stavolta con qualcosa di ancora più elaborato: un modello apribile, dettagliato con la riproduzione del motore e di tutti i principali organi meccanici. Ancora una volta prevale la "religione" di Martini, appassionato porschista, che propone la 909 Bergspyder, una vettura che non aveva mai goduto di particolare favore tra i fabbricanti di modelli speciali.
La Porsche 909, secondo modello della fiorentina
F&M Car.
C'era stata la FDS molti anni prima, e ci sarebbero poi stati Vroom e Gamma (qualche altro marchio ci starà sicuramente sfuggendo) ma in ogni caso si trattava di una scelta assolutamente originale. Anche in questo caso si scelse di fare una serie montata, stavolta numerata (le RS60 non avevano alcun numero di serie), puntando come si è detto sul dettaglio più e sulla meccanica. Il risultato fu all'altezza dei canoni tipici del periodo. Ormai i modelli speciali si stavano evolvendo e proprio in quegli anni si era diffusa la moda dell'apribile, con ancora tante limitazioni tecniche, ma l'inventiva non mancava: molti ricorderanno le varie Porsche 956 e Jaguar Gr.C su base Vitesse realizzate da Crivelin, oppure i primi esperimenti di One Man Factory (che, ahinoi, è sempre rimasto ai rivelli di quel periodo, anzi è regredito fino al punto di essere una banale imitazione di se stesso). La Porsche 909, che venne realizzata in un paio di varianti, iniziò a circolare fra i collezionisti verso il 1988 e non passò certo inosservata.
La carrozzeria, di un sol pezzo, era interamente amovibile.
La meccanica era riprodotta con buona precisione, soprattutto
considerati gli standard di fine anni ottanta. Una fotoincisione
riproduceva la struttura posteriore cui erano fissate le due alette.
Qui a Firenze un esemplare restò esposto per un certo periodo di tempo nel negozio di Luciano Rocchi in Via Vittorio Emanuele II, tradizionale luogo di ritrovo per gli anarchici e fondamentalmente indipendenti appassionati fiorentini. La Porsche 909 di F&M Car, prodotta in una cinquantina di esemplari, rappresenta un altro pezzetto di storia dell'artigianato automodellistico, che a Firenze e dintorni dette vita a diversi marchi oggi del tutto scomparsi. Alcuni ne restano - e sono noti - ma altri ancora come Future Models oppure Andrea Cioni o RossoCorsa. Nomi non sempre legati a vicende dai risvolti allegri, ma che varrebbe la pena approfondire un giorno, pur con le limitazioni imposte dalla necessaria sensibilità.

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