23 dicembre 2016

Il blog è (a)social - ma è una non-notizia

Non posso lamentarmi dei risultati del blog - perché in un modo o nell'altro i siti Internet hanno bisogno di audience, o per lo meno il loro successo si misura in base al numero delle visite. Questo vale anche per un sito specialistico come questo, che fin da subito, nel gennaio 2012, ha potuto contare su una nutrita schiera di lettori che non di rado hanno fermato l'indicatore delle visite quotidiane oltre quota 1500. Non male per un sito non pubblicizzato e non supportato da alcun organo ufficiale. Proprio a questo proposito, dal 2012 a oggi molte cose sono cambiate: i social network hanno preso sempre più piede e oggi sembra quasi impossibile non promuovere un post su un sito attraverso Facebook, tanto per citare il social maggiormente frequentato. Fare questo prende tempo, un'enormità di tempo: bisogna individuare i gruppi giusti, fare decine di copia-incolla, uno a uno perché giustamente Facebook e gli altri social sono settati per difendersi dagli "spammatori" automatici.

Questo per cosa? Per vedersi un thread crescere enormemente di lettori e gli altri restare malinconicamente immobili. Perché le visite non si propagano; come dicono gli esperti, il livello delle visite non è orizzontale. Sono pochissimi quelli che arrivano su un thread da Facebook e poi vanno a visitarne altri sullo stesso blog. I veri lettori del blog sono quelli affezionati che ci arrivano perché ormai hanno l'indirizzo memorizzato nella lista dei preferiti. Molti ci arrivano da Google e in quel caso forse si può sperare che si mettano a guardare anche altri articoli. In conclusione, ho provato a fare promozione sui social, e mi è anche riuscito, ma è una promozione istantanea, che si conclude appunto con una marea di visite di un solo thread.

Non so se ne valga la pena. Un thread può diventare virale se arriva ad accumulare decine, centinaia di condivisioni, non se appare su decine di gruppi di Facebook accumulando magari un sacco di like. I like non servono, servono le condivisioni e per quelle bisogna pagare salato o finire per qualche motivo in un sito d'informazione mainstream come Repubblica o Corriere. Insomma, fantascienza per un blog di automodellismo. E se Manzoni si era accontentato dei suoi venticinque lettori, mi accontenterò anch'io.

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