Nei mesi scorsi ho spesso affrontato temi più generici, con riferimenti a un passato (che non torna più) fatto di contatti diversi, di sistemi lontanissimi da quelli di oggi, di pacchi ordinati dalla Francia, dall'Inghilterra o da chissà dove, attesi con spirito analogico, in piena era pre-internettiana. Oggi tutto è cambiato. Oggi ci si accapiglia su Facebook e sono a volte gli stessi marchi produttori a istigare alla bagarre cialtronesca con le loro pagine piene di rendering e di anteprime. Cosa non si fa per precedere la concorrenza. A nessuno ormai sembra importare più di tanto dei negozi che chiudono. L'affastellarsi di pacchi di Amzon nelle portinerie in questo periodo conferma l'inversione di tendenza in atto già da diversi anni. Nel nostro settore i negozi specializzati non esistono quasi più. Credo che sia stato proprio Milano43 ad aver anticipato i tempi, e sto parlando di avvenimenti di un passato ormai nemmeno troppo recente, anzi. Ma è davvero tutto morto?
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Redis Model in Via del Ponte alle Mosse a Firenze. |
Abitando a Firenze, il cambiamento è stato meno traumatico perché qui di vita ce n'è stata sempre poca, salvo forse un periodo folle negli anni novanta, in cui il negozio Rossocorsa di Via Gordigiani sembrava aver inaugurato una nuova tendenza, ma si trattò di un fuoco di paglia. Eppure quello era il periodo in cui le cose avrebbero potuto prendere una piega diversa, almeno per un decennio o due. Rossocorsa non chiuse perché non c'era mercato; chiuse per ragioni indipendenti dall'andamento del settore. Purtroppo in quest'ultimo anno abbiamo assistito alla sparizione di tre esercizi cittadini che in un modo o nell'altro hanno segnato la storia modellistica della città: in primis, Luciano Rocchi di Via Vittorio Emanuele II (Hobby Modellismo), un decano nel settore, dove negli anni ottanta tutti gli appassionati si davano appuntamento per discutere, commentare, scambiarsi idee. Rocchi ebbe anche il coraggio di organizzare una mostra nel 1987, di cui trovate anche qualche foto in altra parte del blog. Di una stanza ne aveva fatte due, e il negozio aveva una sua dignità. Negli anni d'oro del kit non era difficile imbattersi in qualche Starter, Provence Moulage, AMR, Pit e via di seguito. Non era sicuramente un brutto posto, e il sottoscritto conserva tanti ricordi di quel negozio di Via Vittorio Emanuele. Ha chiuso anche Crazy Model di Scandicci, del buon Patrizio Mazzoni, una persona competente e gentile. Crazy Model era un negozio più che dignitoso, che a tratti proponeva ottime selezioni di modelli 1:43, anche rari e meno conosciuti. In ultimo, Delle Piane in Via Gordigiani, un punto dedicato soprattutto ai treni, all'1:87 e al settore dei kit in plastica militari.
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Niente modellismo ma Firenze per fortuna resta Firenze. San Frediano in Cestello visto da Piazza Ognissanti. |
Questi tre ormai sono solo un ricordo. Per fortuna tutti i proprietari hanno cessato l'attività per raggiunti limiti di età e non per altre ragioni, ma resta la malinconia di non aver assistito a un passaggio di consegne. Del resto oggi chi avrebbe il coraggio di aprire un esercizio simile? Forse i temporary store potrebbero essere una soluzione alla difficoltà di resistere a lungo ma nel nostro settore non credo che nessuno ci abbia ancora pensato. Eppure c'è chi va avanti. Penso ad esempio a Hobbytalia 2 in Via degli Artisti, ma esistono in città negozi che definirei - in gergo automobilistico - un po' "crossover", ossia a metà strada fra il modellismo tradizionale e qualcosa di più moderno. Mi riferisco ai vari droni, figurini manga, kit di robot e roba simile. Tutto molto colorato e tutto sommato attraente per l'occhio. In Via del Ponte alle Mosse, a due passi dalla Porta al Prato, troviamo Redis Model, presento ormai da tre anni in questo sito dopo essersi spostato dal quartiere più centrale di San Frediano. Negozi di figurini di war game, di manga e di oggetti - per così dire - paramodellistici ce ne sono più di quanto non si pensi. Posso citare, ad esempio, a Mister Neko di Via Manzoni, dietro Piazza Beccaria, poco fuori dal centro storico. E' questo il futuro dei negozi, mentre gli automodelli statici sono per lo più confinati a siti Internet? Chissà. Sta di fatto che, continuando verso il Prato, mi sono trovato in centro, verso Piazza Ognissanti e poi costeggiando un magnifico lungarno, ho ripiegato in Via Cavour, giusto per dare un'occhiata a Dreoni, preso dalla nostalgia di quando la sera di un giorno di novembre ci ritrovavamo a sistemare i nostri modelli per la mostra annuale che attirava gente da tutta Italia.
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Un negozio storico di Via Cavour, Dreoni. |
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Una selezione di modelli Ferrari nella vetrina di Dreoni. |
Dreoni all'epoca (parlo di fine anni settanta-inizi anni ottanta) poteva contare su uno o due commessi che avevano una notevole conoscenza del mondo modellistico. Oggi forse puoi trovare un paio di burocrati capaci di consultare i database di Ripa o di Balocco Model. Sono i tempi che cambiano. Del resto, anche in questi ultimi mesi, le vetrine dedicate agli automodelli sono diventate sempre più scarne e tristi. Qualche Spark (cinque? sei?), alcuni diecast in 1:18, dei Brumm, un MG Model (come ci sarà arrivato là?) e poco altro. Meno male che a qualche decina di metri mi aspetta il ristorante greco di Via San Gallo.
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Spark, Minichamps, Ixo e altre marche da Dreoni: la scelta è tutto sommato limitata ma chi ha voglia di fare magazzino? |
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