31 luglio 2012

Brumm, la 500R e la nonna di mio cugino

Ho sempre avuto una predilezione, fra le Fiat 500, per l'ultimissima versione, la "R", prodotta fra il 1972 e il 1975; contraddistinta dalla sigla interna 110F/II, è forse la meno ricercata delle 500, ma il suo ricordo è legato all'infanzia e successivamente ad un esemplare color avorio antico appartenuto alla nonna di mio cugino.

A questa macchina erano attribuiti poteri quasi magici che negli ultimi anni di liceo e all'inizio dell'università avevano fatto fiorire nella mia testa e in quella di mio cugino Marco racconti e leggende legati a questo oggetto inanimato che riposava quasi perennemente nel garage di casa. Sua nonna - già abbastanza anziana - non usciva con questa 500 se non per andare a trovare la tomba del figlio al cimitero di Soffiano e noi due spesso scendevamo nel silenzio del garage semplicemente per passarvi qualche momento in pace, soprattutto d'estate, nei nostri pomeriggi di revival anni settanta, in cui pranzavamo con le posate con i manici in plastica azzurrina o crema e facevamo partite di Subbuteo copiando le formazioni dai vecchi almanacchi illustrati del calcio Panini. Incastonato nel vano portaoggetti dalla parte del passeggero vi era un flacone di plastica (detergente per auto? additivo?) marchiato Esso, ormai impossibile da rimuovere. Faceva parte integrante della vettura, che ormai da anni copriva solo e sempre lo stesso percorso: Le Bagnese - Soffiano, Soffiano-Le Bagnese. Mio cugino aveva per questa macchina un'affezione particolare e nelle nostre chiacchierate paradossali fingevamo che fosse ora un totem, ora un feticcio da venerare con sacro timore. In realtà questa vecchia 500 (eravamo ormai alla fine degli anni ottanta - inizio anni novanta) qualche strano potere doveva avercelo, se compariva nei sogni della nonna di mio cugino indicando ora momenti felici, ora sventure, fortunatamente non tutte irreversibili. E fu proprio la 500 color avorio ad apparire in forma onirica all'anziana signora qualche giorno prima di un incidente in cui io e mio cugino rischiammo di romperci il collo in un piovoso pomeriggio di Pasqua del 1990. Nel sogno la 500 si era di colpo fermata per poi ripartire. Non so quando mio cugino si sbarazzò di quest'auto, che ricorreva di riffa o di raffa un po' in ogni discorso, a simboleggiare ora un lontano passato, ora una condizione di solitudine, ora un modo di intendere la vita che si spengeva con le generazioni più anziane.
avorio antico / interni ocra, una combinazione rimasta in produzione fino all'ottobre del 1973.

Mi sono dilungato, ma volevo raccontarvi il perché, ogni volta, vedere una 500R mi crea una sottile emozione. Ora la Brumm è uscita con la gamma completa dei colori della "R", disponibile in versione aperta o chiusa (se non sbaglio, era già uscita solo quella aperta "turchese farfalla" come anteprima, ma tutte le altre si erano fatte attendere). Questa non è una recensione dettagliata, è solo un pour parler un po' sul filo della memoria, beninteso. La ricerca storica degli abbinamenti colore esterno/interno è stata condotta come sempre con molto rigore, come può del resto confermare il confronto con l'ottimo studio di Enrico Bo, dedicato agli allestimenti della 500 (Edizioni 500 Club Italia, vivamente consigliato).

E' un piacere vedere tutte le vecchie, umili R riunite nei loro colori tipici: Brumm li ha riprodotti tutti e nove, giallo tufo (246)/int. nero, rosso corallo scuro (165)/int. ocra, turchese farfalla (463)/int. nero, giallo tahiti (276)/int. nero, avorio antico (234)/int. ocra, bianco (233/'71-'72)/int. rosso, blu scuro (456/'72)/int. rosso, azzurro chiaro (415)/int. azzurro e giallo senape (278)/int. nero, tutte combinazioni - come detto - corrispondenti alla realtà (interni in vellutino o in finta pelle). Credo che questo sia un modello da prendere con lo spirito giusto, senza tante attenzioni alla qualità del montaggio che è davvero scadente: abbondano maniglie incollate storte, gravi difetti di verniciatura (colature, pallini, punti di polvere), per non parlare delle sbavature dello stampo di cui il produttore se n'è strafregato allegramente (inserisco un paio di immagini giusto per far capire di cosa sto parlando).


Accogliamo comunque con simpatia quest'ultima variazione sul tema 500. Non so se Brumm abbia fatto bene i conti giungendo alla conclusione che un prezzo molto basso con modelli non perfetti sia preferibile a un prezzo leggermente più alto abbinato ad una qualità di montaggio e verniciatura migliore. Del resto la recente 127 non mi pare abbia tutti questi difetti. La maggior parte delle magagne è imputabile allo stampo, molto sporco e forse anche al maggior numero di particolari riportati rispetto a quest'ultima.
Il giallo tufo restò in produzione solo un anno, dall'agosto del 1974 all'agosto del 1975.

Chissà se la mia 500R avorio antico avrà gli stessi poteri di quella vera?

30 luglio 2012

Rinasce il caro, vecchio, insossidabile kit?

L'avevo scritto qualche mese fa in questo blog e ora l'argomento ritorna (forse più deciso) sul forum Duegi. Giustamente alcuni si chiedono se il cosiddetto resincast, complici anche i costi in continua crescita, non possa essere almeno in parte infastidito da ciò che resta sul mercato dei kit? Insomma, dopo la moria delle vacche che voi ben sapete, chi ha saputo resistere hai visto mai che abbia una nuova clamorosa chance di tornare non dico prepotentemente ma almeno con una qualche dignità alla ribalta? Dunque, dunque... Il kit high end ha un proprio mercato (anzi, i propri mercati: una cosa è un Renaissance, altra è un Minerva e stavolta lo dico in senso assolutamente neutro); in giro restano peraltro tonnellate di Starter e Provence Moulage che godono di alterne fortune sui mercati on line, dovute prevalentemente al soggetto e/o al fatto di essere stati riprodotti o meno dall'allegra combriccola sparkiana. Poi c'è una fascia di prodotti ai quali è dedicato questo intervento: kit derivati dai non più recenti speciali low cost che propongono soggetti interessanti, magari non originalissimi ma che non si sovrappongono alla dilagante marea degli Spark e anche se qualche volta dovessero sovrapporvicisisisivisisi il loro prezzo è talmente basso da tentare magari qualche nostalgico del do it yourself modellistico. Questo, qualcuno l'ha già capito e anche se la tendenza non sarà tanto forte da stravolgere gli andamenti di un mercato drammaticamente mutato in quest'ultimo decennio, nondimeno costituisce un fenomeno su cui fare qualche riflessione. Di recente, ad esempio, Madyero ha deciso di commercializzare in kit alcune delle versioni più conosciute della sua SWB I e II serie, che magari nella versione montata hanno terminato il loro ciclo, lasciando la produzione montata a versioni più "fresche"; Gabriele Pantosti si è messo a riciclare (in senso buono) i vecchi Tokoloshe, cosa che fa felice un personaggio che risce sempre a volgere in proprio favore le situazioni più complesse, e questo è un pregio che hanno davvero in pochi. In questa strana partita fra i giganti cinesi e i piccoli "ricicloni" non è detto che questi ultimi non riescano a togliersi qualche soddisfazione, trainati, chissà, dalla popolarità dei primi e sfruttando - cosa da non trascurare - la voglia di raggiungere buoni risultati con poca spesa.

29 luglio 2012

Rassegna stampa: Modelli Auto 114


Lo scopo di una rivista non è (quasi) mai quello di misurarsi direttamente con la concorrenza, altrimenti rischia di esaurirsi in uno sfiancante duello che non porta a niente; i lettori, tuttavia, possono spesso fare confronti e in questo caso non credo che nessuno si scandalizzerà se scrivo che  Modelli Auto 114 (luglio/agosto 2012) è ben più interessante dell'ultimo Auto Modélisme, con i suoi articoluzzi dolciastri e semi-insulsi, a iniziare da quell'inutile parata di vincenti a Le Mans in cui alcuni modelli di gran pregio si mescolano banalmente a delle autentiche patacche. La vignetta iniziale, poi, ha del patetico (non so se voluto o meno: credo di no), con quelle Ferrari nella vetrinetta che cantano "bravo Audi"; se l'autore voleva sottolineare l'inconsistenza e l'ormai scarsa importanza del cavallino nelle gare serie (la F.1 non è una categoria seria), con delle vetture del passato che celebrano una casa che si impegna da anni con ben altri investimenti tecnologici, lo scopo è raggiunto; altrimenti siamo nel territorio del banale.
Come? Modelli Auto 114? Vero. Ma questo cappello era necessario, proprio per mettere in evidenza la qualità di questo numero italiano. Non si inorgoglisca troppo l'editore, eh. Il merito è di Umberto Cattani, che mi sembra una di quelle casalinghe del passato che con due avanzi riuscivano a preparare dei piatti gustosi e autentici, facendo letteralmente miracoli. E occhio perché a forza di fare miracoli uno poi si stufa. Un po' di normalità non gli farebbe male. La stanchezza e la demotivazione sono sempre dietro l'angolo, anche per i più coriacei. Questo Modelli Auto celebra il mezzo secolo della GTO con una rassegna fotografica (con tanto di storia-Bignami per i più distratti, ma non era certo il caso di fare di più, con una vettura di questa fama), proponendo alcune delle più celebri riproduzioni in scala 1:43. Modelli interessanti, senza l'ambizione della completezza, ma si tratta di una buona scelta. Mi domando piuttosto se sia il caso, con modelli così piccoli, di proporre questo tipo di inquadratura, che evidenzia gli immancabili e inevitabili difetti di montaggio e le tante sproporzioni che si celano dietro una miniatura in 1:43. D'accordo le foto tecnicamente perfette, ma se la perfezione deve svelare tante...imperfezioni non sarebbe meglio cambiare inquadratura? Piccola nota per i più distratti: la GTO marrone di pagina 15 non è della Targa Florio ma della 1000km del Nuerburgring, versione senza dubbio meno conosciuta. Altra piccola precisazione, la GTO di Solido non risale alla fine degli anni settanta ma fu commercializzata a partire dal 1985 (art. 4506 stradale, 4507 competizione).

Come sempre bello e interessante l'articolo tecnico di Stefano Adami, che stavolta fa uno strappo alla regola e si butta nell'1:24, con una (ri)costruzione della Porsche 935 K3/81 di Scale Coachworks. A questo punto mi verrebbe la curiosità di vedere il Nostro alle prese con uno dei quei bei kit di Model Factory Hiro. Peccato che ormai le sue giornate siano così piene, altrimenti... Ehm! (come disse uno dei bravi a Don Abbondio).

Prima delle due parti consacrate alla BMW M1, una delle passioni di Umberto Cattani: un'occasione per vedere modelli anche rari, con livree accattivanti e sempre originali.

Ottimo il confronto, sempre di Umberto, di quattro interpretazioni della McLaren F1 GTR vincitrice a Le Mans 1995: l'idea di mettere fianco a fianco le due più recenti creazioni (TSM e HPI) e due modelli più datati (Minichamps e IXO) è valida, così come molto documentate e serie sono le varie argomentazioni che danno la palma di miglior compromesso al modello HPI.

Segnalazione d'uscita con breve recensione per la Fiat 127 di Brumm, con l'aggiunta della "chicca" spagnola, la Seat 127 realizzata per Minicar Espana. Questo e altro si trova nel numero estivo di Modelli Auto, e anche gli appassionati delle scale maggiori troveranno argomenti di interesse, senza che per questo l'1:18 diventi preponderante come accade troppo spesso per Auto Modélisme. Insomma, questo numero merita. Accattatev'ille.

27 luglio 2012

Una storia di 33 anni fa (di Paolo Tron)

"te lo dico io...la verità non la può raccontare, è tuppo furbo!"

****

Wow !!
Parto da questo meraviglioso intervento del fan di Franco.
Dico sempre che la vita è meravigliosa, nonostante persone di questo
tipo perchè comunque anche persone come queste ti permettono di
imparare qualche cosa.
Io, caro amico, non solo sono "tuppo furbo" ma sono anche pieno di
ironia e i tuoi interventi nel Blog di David mi permettono di passare
da una ironia a Mac1 a una ironia a Mac3.
Cosa ne dici?
Ma non è il caso, non c'è nulla di ironico in quello che sto per
raccontarvi.
Indubbiamente l'altra tua affermazione
"dopo il male che gli hai fatto, evita"
mi ha parecchio turbato perchè può significare solo due cose:
a) non hai informazioni o hai quelle sbagliate ...
b) hai dei problemi psichici molto seri ...

Devo in qualche modo ringraziarti, nonostante la tua vigliaccheria,
perchè la decisione di aprirmi totalmente dopo 33 anni scaturisce dai
tuoi interventi.
Non avrei mai voluto raccontare quello che è successo, anche per rispetto
alle persone coinvolte.


Per una volta, sempre per cercare di non essere banale, voglio partire
dalla fine della storia.
Da un grande amico, da un grande Uomo, da una grande persona, con
tutti i suoi difetti (è lento come un bradipo del Cuiabà) e con tutti i
suoi pregi...tra i tanti ... un cuore grande come il Colosseo.
Il Sig. Emilio Re.
Emilio, un sabato di Dicembre del 1979, dopo aver parlato con mio padre,
che sempre scoppiava in lacrime in quel periodo, chiunque lo chiamasse;
dove aver capito la situazione e aver capito lo stato di choc di mio
padre è riuscito a violentare la sua abituale "pacatezza" per affittare
un grosso furgone, tralasciare ogni cosa e attività che aveva in quel
momento e dirigersi a Loano.
Arrivato a Loano ha caricato tutto quanto poteva caricare su quel
furgone per dirigersi verso il quartiere Fieristico di Bologna.
Da mesi, infatti, avevamo programmato la nostra quarta partecipazione
al Motor Show del 1979.
Come mai tutto ciò?
Come mai Emilio Re ha deciso ciò?
Come mai mio padre era sotto choc?
Come mai noi non c'eravamo?
Emilio aveva saputo da mio padre cosa era successo e si era offerto
di partecipare al Motor Show in nostra vece; sicuro che il dramma che
ci stava accadendo si sarebbe risolto presto e per il meglio.
Dove ero io, mio fratello Angelo e anche il mio amico Claudio Riva?
Da quell'episodio, se così lo vogliamo chiamare, ho capito che in questo
paese può succedere veramente ma veramente di tutto.
Noi eravamo in galera.
Mio fratello nel braccio 1 delle Carceri Nuove di Torino ... Claudio nel
braccio 2 e io nel braccio 3.
Divisi perchè "ritenuti pericolosi".
Eh si ... pericolosi perchè l'arresto, avvenuto il sabato precedente, era
stato determinato da una denuncia (indovinate da chi?) per rapina a
mano armata.
Si ... a mano armata... da tre tizi che avevano dimestichezza con le armi
esattamente come Pol Pot con la democrazia.

La domanda diventa: perchè?
Perchè fummo arrestati? Perchè ci venne dedicata una pagina sul Secolo XIX?
(tristemente conservata da mio padre e vista dopo la scarcerazione
il cui titolo era:
Tre Commercianti Incensurati di Loano Arrestati per Rapina a Mano Armata" --
il fatto è avvenuto a Torino dove saranno presto trasferiti dal carcere di Savona)
Perchè arrestati alle 04.45 del mattino e trasportati in un cellulare (si, quelli su
quattro ruote) in manette (lo sapevate che le manette fanno male?)
nel Carcere di Savona?

... in questa sorta di fiction story che più reale non potrebbe essere
.... devo fare un piccolo flash-back....

Nel mese di Ottobre, Claudio, Angelo ed io andammo a vedere un Rallyno nella zona
di Saluzzo e alla fine decidemmo di andare a trovare Franco Morelato a Torino.
Non solo per andare a trovare un amico, ma per capire dove era sparito... nonostante
nostri ripetuti solleciti non aveva più consegnato i montaggi che doveva farci oltre
ad altri impegni che si era preso e non stava mantenendo... per capire come stava,
perchè avevamo notizie poco confortanti al riguardo.

Arriviamo a casa di Franco e lui è bello-bello, sciallo-sciallo, in salotto a
giocare a scacchi con la moglie Silvana (?) ... era una scena abbastanza incredibile
ai nostri occhi perchè neppure sapevamo che Franco sapesse giocare a scacchi e la
accoglienza che ci riservarono fu come minimo ... "surreale".
A un certo punto però, ci accorgiamo che Silvana stava piangendo e cercava di
nasconderlo.
Non voglio andare avanti nei dettagli. La serata non è andata come previsto.
Franco era molto aggressivo e sembrava non capire assolutamente quello che gli
stavamo dicendo -- di una semplicità impressionante e che riassumo:
"se non hai più voglia di collaborare con noi, per i tuoi motivi, quali essi siano, torneremo
a Torino quando potremo, magari in dicembre a recuperare tutto il materiale in tuo
possesso" (che ci apparteneva)... ci spiace enormemente ma non è possibile andare
avanti in questo modo".
Ciao ciao Franco e Buona Fortuna.
In realtà le cose non andarono così liscie, perchè Franco, capendo che non scherzavamo
e che davvero NON potevamo andare avanti in quel modo ....e che eravamo MOLTO preoccupati
per la sia ricaduta nell'alcool (quella sera era totalmente completamente oscuramente
fuori da ogni controllo) .... pieno di Whiskey sin sopra i capelli .... (il suo preferito era
il Cutty Sark... ne beveva una bottiglia come io non riesco neppure con il tè freddo)
ha iniziato a sbraitare che eravamo dei biiip biiiiiiip e che dei biiiip come noi non
meritavano un amico come lui e biiiiiip... eccetera eccetera... nella nostra lingua si
dice: inveire...
Siamo tornati a casa quella notte molto provati -- ricordo che Claudio era quello
più incredulo nel constatare di persona (non vedeva Franco da molti mesi) a che livello
era sceso e in che condizioni fosse.
Ma soprattutto per l'atteggiamento che aveva con noi.
Quella stessa notte (l'abbiamo saputo dopo) Franco è andato dai
Carabinieri per denunciarci per "rapina continuata e aggravata a mano armata"....
ata ata ... ata...
Nella mia (grazie al cielo!) ignoranza in materia giuridica pensavo che, quando queste cose
succedevano ad ALTRI ... ci fosse una denuncia, una indagine, una convocazione delle parti
e semmai un arresto in un SECONDO tempo...
Invece no ... oh no... non è successo così.... noi, circa un mese dopo, siamo stati arrestati alle
04.45 del mattino e trasferiti al carcere di Savona (insieme) per poi essere trasferiti,
separatamente al Carcere Le Nuove di Torino (quanti costi per le forze di Polizia!).
Ricordo che ai Carabinieri che sono venuti a prelevarci continuavamo a chiedere, in totale
angoscia, come potrete immaginare, la ragione dell'arresto e loro non ci dicevano
nulla di nulla... solo uno, poi impietosito ci ha detto che era un cosa "accaduta a Torino".
Ma non potevamo credere che fosse coinvolto Franco in una cosa così grave, così ignobile
così IMPOSSIBILE.
Arrivo alle Nuove di Torino il lunedì a pranzo -- mi trasferiscono subito in cella senza passare
dal via e senza darmi da mangiare (ma questo era il meno... chi aveva fame in quel momento?).
Mi mettono in cella con un tizio un po' strano -- in questo caso ho (chissà perchè!) conservato
nei file di memoria il suo nome: Giuseppe Ortalda.
Dopo molti anni ho cercato notizie sul suo percorso giudiziario e sul suo destino ma non ho mai
trovato nulla...neanche nel web...
Io ero nel panico ... non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo ... quando abbiamo potuto
riabbracciarci mio padre mi ha detto che piangeva praticamente tutto il giorno ... cercando di
darsi da fare con avvocati e quantaltro... senza capacitarsi di quello che stava succedendo... se
qualcuno ha conosciuto mio padre potrà testimoniare che era la persona più buona e onesta
del Pianeta... mia madre (sofferente di angina-pectoris) era stata tenuta all'oscuro di tutto ...
non senza difficoltà... e la moglie di Claudio Riva, Marina, era incinta... ed era
distrutta ....
Questo, fan anonimo di Franco, una piccola piccolissima parte del male che ha fatto quest'uomo.

Giuseppe Ortalda, mio simpatico e ciarliero compagno di cella -- in realtà non diceva una sillaba,
era teso, era scontroso, insomma era fuori-di-testa... dopo poco ho capito dai gioiosi e organizzati
compagni di braccio che cosa avesse fatto per essere in cella con me.
Aveva ucciso la sorella con 36 coltellate.
Bello, vero?
Soprattutto dormire in cella con un burlone come Giuseppe Ortalda.
Ho dormito molto poco, fan anonimo di Franco, te lo posso giurare.
E visto che sei cosi anonimo e visto che sei così fan di un uomo di quel valore ti racconterò,
solo per te, un piccolo episodio successo una sera.

Non tutte le celle avevano il televisore, quindi una sera su richiesta mia (per uscire dalla cella
e sperare PREGARE che Ortalda rimanesse in cella) chiedo il trasferimento per due ore nella
cella accanto che aveva l'elettrodomestico ... la richiesta viene accolta MA Ortalda non doveva
rimanere da solo (c'erano rischi di suicidio ... non ho mai capito perchè un assassino con piena
confessione e mani sporche di sangue, non fosse in isolamento... ma forse erano altri tempi) ...
... dicevo ... ci portano Ortalda ed io nella cella di questi altri due tizi (un rapinatore (vero!) e
un pusher) e ci mettiamo a chiacchierare .... di dove sei, che cosa hai fatto, ma come mai?
ma non mi dire ... ecc. ecc. ... ovviamente io dicevo la ragione dell'arresto ma NON che non
ero quello che un arresto del genere doveva essere... insomma cercavo di stare sulle mie
e di non parlare affatto... non più del dovuto.
A un certo punto, il pusher, annoiato dal telegiornale e alla vista di uno spot su una schiuma
da barba, ha una idea geniale.
Questo lo racconto solo a tuo beneficio, anonimo e fan di Franco...
L'idea geniale è fare la barba all'Ortalda perchè lui, il pusher, aveva il permesso di avere
un rasoio ... io non capivo la ragione di questa cosa... che senso aveva?
Intervengo e dico: "lasciatelo stare... non vedete come è agitato".... e il pusher mi risponde
"è agitato perchè ha la barba troppo lunga, gli voglio fare la barba, gli voglio fare la barba!"
Anche l'altro, il rapinatore "vero" è d'accordo ... insomma vogliono divertirsi e prendere in
giro questo povero ragazzo.
Inizia a fargli la barba.... sbaglia e gli fa un piccolo taglio sotto il collo... Giuseppe
vede il sangue e inizia una cosa che non dimenticherò mai nella mia vita.
Ha strappato il rasoio dalle mani del pusher e ha iniziato a tagliarsi le braccia... senonchè
qualche attimo dopo ha iniziato ad avere degli spasmi e ha iniziato a avere una crisi (epilettica?)
scalciando e dimenandosi come una biscia ... impressionante... pur cercando di proteggermi
prendo un sacco di pedate... sembrava dinoccolato... sembrava senza ossa... urlava come un
ossesso... anzi sembrava quasi un guaito ... quasi non umano...
Un incubo.
Arrivano i secondini e lo portano via di peso in infermeria.
La notizia ben positiva?
Quella notte ho dormito.
La notizia quasi negativa?
La sera dopo è tornato in cella piena di cerotti e con lo sguardo un po' vacuo, imbottito di
tranquillanti che hanno tranquillizzato anche me....

Ti è piaciuto il raccontino, fan anonimo?

Nel frattempo passavano i giorni ... lunedì, martedì, mercoledì, giovedì, venerdì... ci era
proibito comunicare con l'esterno e il nostro avvocato aveva già fatto richiesta formale
per (tentare) di accelerare le nostre testimonianze al Giudice incaricato.
Angelo, nel suo braccio, se l'era cavata abbastanza bene, è uno che sa farsi voler bene
anche in posto del genere e
almeno non aveva un assassino in cella con lui, mentre Claudio, aveva totalmente smesso
di mangiare... piangendo in continuazione (come noi, peraltro) pensando a Marina che aspettava
il suo bambino.
Il venerdì diventa una giornata cruciale perchè il Giudice istruttore (credo si chiami così)
ci interroga separatamente (purtroppo non riesco a vedere nè mio fratello, nè Claudio).
Evidentemente le nostre rispettive testimonianze (con tre tizi in lacrime che faticavano a
parlare) hanno convinto lo stesso a rivedere la denuncia e convocare alle Nuove il denunciante.
Cosa che è accaduta il giorno successivo: il sabato.
Da quello che ho saputo dopo, Franco Morelato (si il tuo amico, caro fan anonimo) è intervenuto
in uno stato abbastanza confusionale e PUR CONFERMANDO LA RAPINA SUBITA
si è perso in contraddizioni talmente evidenti che ha costretto il giudice a decidere per
una immediata scarcerazione perchè "non avevamo commesso il fatto".
Ovviamente Franco era totalmente ubriaco ma neanche il Giudice se ne è accorto.

Non avevamo commesso il fatto? Ma va? Ma vai? Ma giura?
Ma non ci posso credere... ma se qualcuno ci ha conosciuti ....ci vedete Claudio, Angelo ed io a fare
una rapina a mano armata? ... magari con le maschere di Monti, Berlusconi e Pannella ??

Questa decisione venne presa il sabato ma la scarcerazione è avvenuta solo il lunedì successivo...
con noi in galera anche la domenica, ovviamente senza sapere assolutamente nulla di questa
decisione, ma per fortuna a macerarci il fegato per le ultime ore.
Penso sia abbastanza immaginabile quello che è successo quando ci hanno comunicato la
decisione di scarcerarci... i secondini erano perplessi perchè quando hanno saputo quello
che era successo veramente ci dicevano che alcuni altri erano rimasti MESI in carcere.
In attesa di convocazioni che venivano sempre rinviate.
Persone totalmente innocenti.
Ricordo con estrema nitidezza quando sono uscito e soprattutto quando ho potuto abbracciare
Angelo, ma soprattutto Claudio (aveva perso 10 kili e non posso fare battute).
Perchè al limite Angelo ed io avevamo una responsabilità in quello che era successo... al di là
della follia di Morelato di denunciarci per qualcosa che non era mai accaduto... la collaborazione
con Franco erano nostra e non di Claudio con la sua MERI Kits.
Ricordo con nitidezza quando ho abbracciato mio padre e ho risentito il suo meraviglioso odore.
Mia madre che era pallidissima però con un sorriso mi ha detto, da religiosa come era:
"figlio, così ha voluto il Buon Dio, ora devi saper perdonare".
Ricordo con nitidezza il primo pasto esterno (poi subito vomitato).
Ricordo con estrema chiarezza la richiesta del Giudice, giorni dopo, per una eventuale contro-denuncia
al Sig. Franco Morelato.
Ci siamo consultati con mio fratello, la mia famiglia e la famiglia Riva
... e abbiamo deciso di non contro-denunciarlo e di lasciarlo al suo destino.
Questo, caro fan anomino, è il male che abbiamo fatto a questa persona -- perchè abbiamo sbagliato
a non denunciarlo per farlo rimanere un po' dove si meritava e non fare danni in circolazione...
danni che poi ha fatto.
Grande amarezza per la complicità di cui si era fatta oggetto la moglie di Franco... da questo
l'impossibilità di riuscire anche solo a parlare con una persona che non ha fatto (da quello che so)
alcunchè per far uscire la verità PRIMA che succedesse il disastro... non posso accettare che lei
non sapesse di questa folle e falsa denuncia.

Concludo chiedendovi scusa per questo racconto che non ha nulla di automodellistico,
ma soprattutto chiedo scusa a Claudio Riva se mai leggerà questo racconto
perchè so bene quanto sia stata dura ed inaccettabile questa vicenda per lui.
Scusami Claudio... ma sono passati 33 anni ormai e ci sono in giro degli stronzi che pensano
che Franco fosse un granduomo.
Non vi devo neanche porre l'ultima domanda: voi cosa avreste fatto?
Sono pressochè certo che molti di voi avrebbero fatto la nostra stessa scelta = cancellarlo


ps

caro amico fan, devi sapere che, nella prima puntata di questa tele-novela
ho detto il 10% ... che SI! eravamo amici per la pelle anche se lui tifava Toro
e io Juve... tralasciando vari "incidenti" in giro per il mondo
... in Belgio è finito sotto un viadotto e ci è rimasto 30 ore ...
si è addormentato fumando incendiando il suo piccolo appartamento nel torinese...
(è andato avanti per mesi nelle borse con scatole e modelli mezzi carbonizzati);
da ubriaco fradicissimo ci ha provato anche con la mia allora non ancora
moglie Enrica....dopo la Borsa di Aachen forse sempre nel 1979...
si era rifiutato di portarla in aeroporto perchè la voleva portare in un Motel...
la reazione di Enrica fu di prenderlo a calci ... un altro uomo con l'alcool in corpo...
perchè sapeva che ero già allora innamorato marcio di lei ...
Per non dire di quella volta che è stato "rimpatriato" ... non ricordo bene cosa
avesse combinato ... si era dimenticato di dove avesse messo l'auto e la Police l'ha
messo su un treno e lui si è risvegliato a XXMiglia... potrei andare avanti all'infinito...
E tu, caro fan anonimo?
Hai qualche raccontino magari bello e positivo e accattivante?
Io ne ho tanti, tantissimi di positivi, quando era un uomo che non beveva e non
un fallito che beveva sino a perdere la ragione ... forza fan... fatti vivo ... esprimiti ....

26 luglio 2012

Listing officiel de la production factory built Le Phoenix (B.Bigaudet e D.Tarallo)


E' uscito oggi il catalogo ufficiale della produzione di factory built Le Phoenix (autori Bertrand Bigaudet e David Tarallo). Graficamente uguale allo "storico" catalogo prodotto nel 1996/97, esclusivamente fotografico, il catalogo 2012 contiene una lista ragionata dell'intera produzione ufficiale di factory built, con tutte le varianti di colore, i numeri di produzione e di catalogo e tutte le informazioni supplementari che è stato possibile reperire.
Un "plus" di questa pubblicazione è inoltre la lista dei montaggi Le Phoenix realizzati singolarmente per i clienti o i negozi, contraddistinti dall'anno e da un numero progressivo. La lista comprende montaggi eseguiti sulle basi più diverse: Le Phoenix, ma anche AMR, Marsh, Tameo e così via. Anche in questo caso sono stati specificati dove possibile i colori, le versioni e le basi utilizzate.
Si tratta di uno strumento di consultazione completamente nuovo, basato su un lavoro di ricerca che ha richiesto mesi di impegno.

E' stato necessario collazionare i dati d'archivio di ACB con tutta una serie di informazioni incrociate, dalle foto d'epoca alle raccolte private, dalle aste su internet ad altre fonti minori. Si tratta naturalmente di un primo passo suscettibile di miglioramenti negli anni a venire, magari nel contesto di una vera e propria storia di Le Phoenix. Intanto, però, i risultati della ricerca sono a disposizione dei collezionisti in questo catalogo realizzato in serie limitata e numerata individualmente.
Completano la pubblicazione (di 48 pagine) un inserto centrale di 12 pagine con foto soprattutto d'epoca: sono stati scelti modelli particolarmente rari (proto, presse, Hs, varianti particolari di colore, montaggi singoli), in modo da fornire un'ulteriore informazione.

24 luglio 2012

Due nuove proposte di Spark: 917PA e GT40 Daytona '65

Fra le molte uscite di Spark in queste settimane ne segnalo un paio particolarmente interessanti: nella serie limitata per Spark France (art. SF012, 500 esemplari numerati), la Porsche 917PA Spyder 5 litri che prese parte alla 1000km di Parigi 1971 con Leo Kinnunen e Gérard Larrousse, piazzandosi al secondo posto dietro ad un'altra 917, la berlinetta coda corta di Bell/Van Lennep, iscritta da Wyer. Si tratta di una scelta particolarmente originale (anche se il modello era stato già riprodotto in kit da Provence Moulage), dato che non si è scelta la "solita" versione Interserie, ma si è andati a cercare una gara importante che chiudeva la stagione. Disponendo di questo stampo c'è da augurarsi che Spark possa continuare a sfruttare la tematica, magari con le vetture Gesipa Rivets e Shell.

L'altro modello è un classico nel suo genere, la Ford GT40 vincitrice della Daytona 2000km Continental del '65 (ancora prima che assumesse il formato delle 24 ore) con Lloyd Ruby e Ken Miles. Pur non entrando stavolta nel merito di una recensione dettagliata, non si può fare a meno di notare alcuni dettagli raffinati, come il faro supplementare inserito a destra nella calandra (per illuminare il banking) lo specchietto retrovisore interno posto a sinistra o le particolari bavette anteriori fotoincise. Commercializzato da Spark nella linea dedicata ai vincenti di Daytona (numero di catalogo 43DA65 - in realtà è un Bizarre "preso in prestito") è un'ottima aggiunta ad ogni collezione di vetture endurance.