Notizie, commenti, considerazioni e opinioni sul mondo del modellismo e dell'automobilismo, a cura di David Tarallo. ATTENZIONE, NUOVO SITO DAL 28 LUGLIO 2021: www.pitlaneitalia.com
31 gennaio 2018
Perché non sono d'accordo che Spark rappresenti il miglior rapporto qualità-prezzo
Questo blog è spesso andato contro corrente, non per il gusto della contraddizione fine a se stessa ma perché si è sempre cercato di analizzare certi fenomeni considerati come appurati e di andare un po' più a fondo delle cose. Se la direzione sia stata giusta o sbagliata l'hanno poi detto i fatti, ma sono felice - come si suol dire - di averci "preso" in molti casi. Capita che un concetto diventi di dominio pubblico e sia considerato come assodato, dopodiché la maggior parte della gente si trova a rimasticarlo quasi meccanicamente dandolo così per incontrovertibile o per assolutamente vero. E' il caso della frase che sento ripetere sempre più spesso: "gli Spark rappresentano il miglior compromesso e offrono il miglior rapporto qualità-prezzo". Ormai è diventato un assioma. Oltretutto alcuni si illudono di aver instaurato un dialogo con la casa produttrice, che per mezzo di alcuni suoi collaboratori è presente su vari forum dando l'impressione di un'apertura al dialogo. Il discorso sarebbe articolato e ci tornerò sopra. Per il momento sarà utile buttar giù qualche concetto che ho cercato di elaborare in questi anni in cui Spark è effettivamente diventata il leader del mercato dell'1:43, scalzando dal ruolo Minichamps, protagonista incontrastata fino a una quindicina di anni fa.
Il discorso potrebbe sembrare provocatorio: gli Spark, per quello che sono, non costano poco. Se escludiamo i prezzi proposti dall'importatore ufficiale, assolutamente fuori mercato, non è che all'estero uno Spark te lo tirino dietro: con prezzi che oscillano fra i 55 e i 60 euro, siamo in presenza di modelli che tecnicamente nel tempo non si sono evoluti. Le caratteristiche di uno Spark di oggi sono le stesse di uno Spark del 2010 o del 2015: stessi compromessi tipo le ruote BBS in plastica, le cinture di sicurezza in decals, i pilotini improbabili, le decals raggruppate in un solo film, con effetti talmente antiestetici da far preferire... i modelli stradali. Forse, come afferma qualche collaboratore di Spark, alcuni master sono stati modificati, ma l'esattezza delle linee, a parte alcuni casi clamorosi non è quasi mai stata in discussione (una recente eccezione può essere la Porsche 908/3 della Targa Florio 1970, che francamente non si sa da dove sia sbucata).
Se oggi un Minichamps può considerarsi "costoso" perché rispecchia una filosofia progettuale e costruttiva di fine anni novanta (stiamo parlando dei diecast, non dei resincast che sono comunque prodotti da Spark per conto di Minichamps), uno Spark dà l'illusione di valere di più del suo prezzo per tanti piccoli particolari che ne fanno - come direbbe qualcuno - uno "specialino". D'accordo: ma quello che ottenete per 55-60 euro, è comunque un modello che alla fonte ne costerà sì e no 10.
C'è ovviamente dietro tutto un lavoro di ricerca, di prototipazione e di montaggio che ricorda da vicino i processi dei modelli speciali, ma la vera differenza è sempre la scala industriale alla quale si appoggia tutta l'organizzazione commerciale. Il rapporto qualità-prezzo, inoltre, è come dice la parola stessa, una risultante, che non ha valore assoluto; un modello più caro di uno Spark potrebbe avere un rapporto qualità-prezzo più favorevole. A mio avviso i modelli con rapporto qualità-prezzo più favorevoli sono e restano per il momento quelli che vi farà un amico artigiano, soprattutto se vi applicherà delle tariffe vantaggiose. Pagherete sempre un modello quei 100-150 euro (magari anche meno con un po' di fortuna), ma avrete fra le mani un pezzo quasi unico, sul quale saranno stati fatti tutti quegli interventi che lo avvicineranno molto di più ad uno standard con meno compromessi possibile.
Ovviamente un artigiano non avrà mai nella sua gamma la varietà di una Spark né potrà montarvi tutti i modelli che Spark produce mensilmente; però qui non si parla più di qualità, ma solo della capacità di soddisfare le pulsioni di accumulo di collezionisti i cui comportamenti sfiorano la compulsività.
Ci si illude che Spark migliorerà i propri prodotti. Idea falsa. A Spark va benissimo così com'è, e quando subentrerà un competitore più determinato o con modelli meno costosi e di miglior qualità, la baracca verrà chiusa per dedicarsi ad altri settori merceologici. Non avremo mai uno Spark con i cerchi BBS torniti o con ancora più dettagli, per il semplice motivo che l'azienda ha deciso che è in questo modo che si guadagna e i margini non debbono essere assottigliati. Probabilmente hanno anche calcolato che un modello come alcuni collezionisti auspicano costerebbe quegli 8-10 euro in più che ne decreterebbero l'insuccesso a un livello mondiale. Spark non è un marchio artigianale e non può permettersi di lasciare le strade battute dove si trova la maggior parte dei collezionisti. E' questa la contraddizione - ma se vogliamo anche il fascino - di un marchio come Spark.
Fatte tutte queste considerazioni, restano da ammirare certi modelli, come la loro intramontabile Porsche 917K, che recentissimamente è stata riedita in una nuova versione, la vincente della 12 Ore di Sebring 1971, inserita nella serie speciale dedicata alla gara della Florida. Degna di merito è pure le Sauber Mercedes C9 di Le Mans 1989 mentre una delle ultime novità, la Chevrolet Monza IMSA, è stata oggetto di critiche per la linea errata del frontale. In questo caso mi sa che ci troviamo di fronte a una delle tante esagerazioni tipiche i certi forum, dove personaggi che le auto vere le hanno viste solo in cartolina pontificano sul nulla.
Ciò che comunque è da considerarsi positivo, è che si continua a discutere su questi modelli, che bene o male stanno segnando un'epoca. Commenti e impressioni sono compre sempre i benvenuti.
Martini-Toyota Mk34 Formula 3 in scala 1:20 di CP Model
Dopo l'esordio nella scala 1:20 con una Ralt Formula 3 (di cui potete leggere qui ), CP Model di Pasquale Catanese ha presentato un secondo modello che si colloca nello stesso filone storico e costruttivo, la Martini-Toyota Mk34. Questa vettura è uno dei modelli più conosciuti della Formula 3 dei primissimi anni ottanta. CP Model, con l'aiuto dei suoi preziosi collaboratori, ha deciso quindi di proseguire un progetto che continuerà nei prossimi mesi con altri modelli similari. Composta da una carrozzeria in resina e varie parti in metallo bianco, la Martini Mk34 di CP Model è una riproduzione che cattura perfettamente le linee della vettura reale. La versione prescelta per i primi esemplari è quella portata alla vittoria da Emanuele Pirro in occasione del GP storico di Montecarlo del 2010; ricordiamo che con questa Martini, Pirro si aggiudicò l'ultima gara dell'Euro Formula 3 al Mugello nel 1981.
I motivi che hanno spinto a scegliere una versione "recente" sono probabilmente legati a un aspetto promozionale e i collezionisti avrebbero forse preferito la vettura nella versione originale, anche se colori e livrea non si discostano troppo dalla configurazione del 2010. In ogni caso la Martini Mk34 è disponibile su richiesta in varie colorazioni. Come nel caso della Ralt si tratta di un modello per pochi intenditori, capaci di distinguere la differenza che intercorre fra un prodotto interamente artigianale e altri oggetti prodotti in massa, destinati ad acquirenti con meno esperienza.
Per capire un modello come questo, inutile girarci intorno, ci vuole esperienza ed esercizio, oltre alla capacità di "leggere" e capire correttamente tutto ciò che sta a monte del risultato finale. Anche la scala, poi, è per pochi eletti, nonostante l'1:20 vanti una certa tradizione (basti pensare alla serie dei kit Tamiya in plastica). La serie di queste monoposto continuerà con una March 783 e con soggetti meno recenti.
30 gennaio 2018
'Con la Maserati nel cuore': un libro di Ermanno Cozza
Da qualche anno Giorgio Nada ha in catalogo una collana dedicata alle memorie, alle autobiografie e in genere a tutti quei testi che non rientrano nella categoria classica dei libri di automobilismo. Vi si trovano titoli più o meno riusciti (uno dei miei preferiti è Vite di corsa di Pinone Allievi). La fine del 2017 ha visto l'uscita delle memorie di Ermanno Cozza, da sempre considerato la memoria storica del Tridente. Ho avuto la fortuna di conoscere Cozza anni fa, al momento della stesura di alcune schede riservate al sito ufficiale di Maserati e alcune delle storie contenute in questo libro avevo avuto già la fortuna di ascoltarle in occasione di qualche cena a Modena. Ma ora, in circa 500 pagine, non sono soltanto le vicende di una vita ad essere state fermate sulla carta, ma anche - in maniera laterale, come si direbbe oggi - la storia intera di un marchio, vista con gli occhi di chi entrò in fabbrica giovanissimo, fresco del diploma di perito tecnico all'Istituto Corni, e accompagnò l'azienda per diversi decenni, passando per le traversie che tutti conoscono.
E' una "storia dal basso", come ricorda il figlio Gianluigi nella postfazione, ma non per questo meno significativa di una ricostruzione ufficiale, magari fatta a beneficio degli sponsor. E' un volume appassionante, dove l'umanità del narratore sa dosare con misura l'approfondimento tecnico al gusto dell'aneddoto, e i personaggi sono di tutto rispetto; credo che Cozza abbia avuto il merito di ridisegnare dei ritratti di grande intensità, da Guerino Bertocchi a Fangio, da Alfieri a Omer Orsi, dalla De Filippis a Alejandro De Tomaso passando per tanti meccanici, impiegati o progettisti che hanno occupato i locali di Via Ciro Menotti a Modena.
Chi abbia avuto a che fare con la Maserati, in qualsiasi epoca (e il sottoscritto è fra quei fortunati) può rendersi perfettamente conto che un certo stile, un certo modo di intendere il lavoro, i rapporti, la comunicazione è un portato antico che risale probabilmente all'imprinting dato ormai più di cent'anni fa dai fondatori. Questo è un libro onesto e ben scritto, che merita senza dubbio di figurare nella biblioteca di ogni appassionato della Maserati.
Corredano poi il volume tante foto inedite dei momenti più importanti della carriera di Ermanno Cozza, che coincide in fondo con la storia del marchio. Finalmente anche in Italia si comincia a capire l'importanza di quella "storia dal basso", per citare lo studioso britannico Peter Burke; gli inglesi in questo sono maestri e i cataloghi degli editori sono pieni di memorie di meccanici, ingegneri e piloti, che hanno lasciato un'eredità tangibile a uso degli appassionati e dei cultori della materia. "Con la Maserati nel cuore" è un libro avvincente che non stanca, una testimonianza preziosa, ricca di quella modenesità che Ermanno Cozza è riuscito perfettamente a trasmettere in così tante pagine. Imperdibili gli episodi che descrivono la preparazione dei saloni (Torino, Ginevra, Francoforte, Parigi), le scenate di un irascibile e autoritario De Tomaso o le incredibili manipolazioni di restauratori o collezionisti senza scrupoli intenti a alterare un passato che Ermanno Cozza ha sempre considerato come patrimonio integrante dell'azienda.
Ermanno Cozza, Con la Maserati nel cuore, Giorgio Nada Editore, Vimodrone (MI) 2017, pagg.500, €28,00.
27 gennaio 2018
La Mini e un hot dog sparito: un raro prototipo Corgi venduto all'asta
Un prototipo mai entrato in produzione, basato sulla Mini. |
La Mini "Hot Dog" raffigurata nel libro di Van Cleemput sulla Corgi. |
Di recente è ricomparso sul mercato un curioso modello basato sulla Mini Cooper S, che riproduce un veicolo adibito a punto di ristoro. Questo pezzo figura appunto nel libro sulla Corgi, con ancora un grosso hot dog incollato sul tetto. Già nella vendita di diciotto anni fa, la salsiccia era sparita, ma il modello era indubbiamente lo stesso. Nelle settimane scorse, il suo proprietario ha deciso di metterlo all'asta su un autorevole sito britannico, dove la Mini ha raggiunto la cifra finale di 1700 sterline, pari a circa 1935 euro.
Ormai da molti anni manca l'hot dog sul tetto. |
I prototipi e i pre-serie non erano mai rivettati, ma il pianale era avvitato, imbullonato o semplicemente incollato alla carrozzeria. |
Le condizioni del modello, a parte l'hot dog sparito, di cui restano tracce di colla sul "bozzo" del tetto, sono eccellenti: le decals, presenti solo sul lato sinistro e sul frontale della parte cabinata, restano intere anche se un po' incurvate, ma già nel libro sulla Corgi apparivano così come sono oggi. La conservazione di moltissimi pezzi come questo si deve allo scrupolo di Marcel Van Cleemput, disegnatore alla Corgi, che ha permesso così la sopravvivenza di tanta parte di quell'attività spesso oscura che sta alla base della produzione di un marchio.
Mini guide tecniche ASI: documentazione di base a poco prezzo
Da qualche tempo l'Automotoclub Storico Italiano pubblica alcune agili guide dedicate a celebri vetture di un passato più o meno recente. Questi volumetti, di una trentina di pagine e dal costo di €9 ciascuno, costituiscono una documentazione di base per chi programmi l'acquisto o stia per affrontare il restauro di un'auto d'epoca. Vi si trovano disegni tecnici dell'epoca, informazioni sui colori e sulle caratteristiche tecniche dei singoli millesimi e altre indicazioni utili. Queste guide possono essere utili anche per i modellisti e per chi desideri ottenere alcune nozioni di base sulla storia di alcune vetture che hanno fatto la storia dell'automobilismo. Le edizioni finora uscite riguardano l'Alfa Romeo GT 1300 Junior, la Bianchina, l'Alfa Romeo 164, la Fiat Panda 4x4 (fino al 2003) e la Lancia Fulvia Coupé 1,2-1,3. Un'iniziativa da apprezzare, che speriamo trovi una continuità con altre auto famose.
25 gennaio 2018
Il più recente modello promozionale del Museo Botta: Fiat 600 Multipla pubblicitaria di Brumm
La prima novità dell'anno del Museo Botta è una Fiat 600 Multipla in colore azzurro chiaro - azzurro metallizzato, ispirata ad una pubblicità dell'epoca. Il modello (catalogo Mu.Bo.011) è realizzato su base Brumm ed è disponibile direttamente presso il Museo Botta a €50,00. L'edizione è numerata sulla scatola e limitata a pochi esemplari.
24 gennaio 2018
Dialogo di un venditore e di un acquirente di Facebook
Tipico acquirente di Facebook (una variante genetica di ammiocuggino di cui ci occuperemo presto):
Annuncio: "VENDO Spark SXXXX Porsche XXX Le Mans etc etc.".
Acquirente: "Ciao ce l'hai le decals per la Fiat 126 di Pippo Esposito" (NB: ammiocuggino e tutti i suoi accoliti pensano che il punto interrogativo non sia stato ancora inventato).
Venditore: "Ora guardo".
Dopo 6 ore di ricerche:
Venditore: "L'ho trovata, ne ho ancora una".
Acquirente: "Va bene, casomai tienimela da parte ("casomai"??). Senti hai anche scritte per pneumatici Maniglioni in scala 1:56".
Venditore: "Dovrei averle".
Acquirente: "Di quale colore"
Venditore: "Bianche, bianche nacré, giallo limone, grigio medio, grigio scuro, verde ramarro, rosse, rosa, blu, sabbia, terra di Siena, terra di Siena bruciata, magenta, verde smeraldo, marrone testa di moro".
Acquirente: "Ah ok, io li cercavo neri".
Venditore: "Mi ero dimenticato, li ho anche neri".
Acquirente: "Ah ok allora mi interessano. Ma però io cerco quelli scritti in etrusco".
Venditore: "La versione etrusca è disponibile".
Acquirente: "Quanto costano".
Venditore: "Tre euro il foglietto con 560 scritte".
Acquirente: "Ci penso".
E come era arrivato, sparisce di nuovo nelle nebbie di Facebook.
La Ferrari 500 F2 tra i programmi di Tecnomodel in scala 1:18
Tecnomodel ha annunciato l'arrivo della Ferrari 500 F2 nella propria gamma di modelli in resina in scala 1:18. Il modello sarà disponibile in cinque versioni: "press" (TMD1866A), GP Monza 1952 Ascari (TMD1866), GP Inghilterra 1952 Ascari (TMD1866C), GP Svizzera 1952 Taruffi (TMD1866D) e GP Germania 1952 Farina (TMD1866E). Contemporaneamente, Tecnomodel ha annunciato anche l'uscita della Volvo PV544 stradale e in varie versioni rally.
22 gennaio 2018
Honda RC30 VFR750R 1987 di Spark in scala 1:43
Prosegue la produzione di moto in scala 1:43 di Spark e dopo le tante versioni relative alle protagoniste della MotoGP contemporanea, si inizia a andare un po' indietro nel tempo, e lo si fa con una Honda che rappresenta tutta un'epoca, la RC30 VFR750R. Perfino un incompetente assoluto delle due ruote come il sottoscritto ha sentito parlare della RC30, moto che ha segnato tutto un periodo della Superbike, essendo servita da base per l'omologazione del modello corsaiolo. Prodotta dal 1987 al 1990, la RC30 si aggiudicò tre titoli della SBike, fra i costruttori nel 1988 e fra i piloti nel biennio 1987-1988 con Fred Merkel. Col numero di catalogo M43028, Spark ha messo in produzione un modello in resina che ha le stesse caratteristiche costruttive delle riproduzioni già viste finora nella gamma: una quantità di dettagli davvero impressionante per un oggetto così piccolo, arricchito da fotoincisioni, tampografie, decals, particolari cromati in plastica e trasparenti, gomme esatte, cerchi di una definizione da fare invidia a un kit Tamiya in una scala ben maggiore.
Nel caso della RC30 la confezione è leggermente variata rispetto a quella delle MotoGP; il modello, comunque, è sempre corredato della riproduzione in scala del supporto, realizzato in fotoincisione.
Bellissimi alcuni particolari come il pannello della strumentazione, la catena fotoincisa, vari fili e cavetti, i doppi fari anteriori, mentre altri piccoli dettagli avrebbero sicuramente meritato un'attenzione maggiore, come la parte riflettente delle frecce, riprodotta con semplice vernice coprente arancione, oppure alcuni rivetti simulati da una semplice decal: certo, nel caso dei rivetti, trattare il tutto con delle fotoincisioni avrebbe moltiplicato i tempi di montaggio e di conseguenza i costi del modello.
Queste piccole manchevolezze non inficiano per niente (o quasi) la qualità globale della RC30 di Spark, marchio che si può dire abbia in catalogo le migliori moto in scala 1:43 disponibili sul mercato, modelli speciali compresi; in questo settore, infatti, gli artigiani non sono mai riusciti ad arrivare a risultati particolarmente eccelsi, neanche con moto più vecchie e quindi generalmente più semplici da riprodurre.
Chissà adesso se Spark starà pensando a qualche salto in un passato più lontano, magari le gare anni 60 e 70, completamente da scoprire in scala 1:43.
20 gennaio 2018
Civil Vehicles Scale Modelling Guide
Una interessante novità di fine 2017 è senza dubbio la guida, disponibile in inglese o in spagnolo, edita da AK-Interactive con Fernando Vallejo. Pubblicato nella serie FAQ (Frequently Asked Questions) questo imponente volume - formato A4 e 362 pagine fitte di foto a colori - è particolarmente appetibile per i modellisti del nostro settore perché non si occupa che di veicoli civili, escludendo quindi il settore militare, che molto spesso prevede tecniche differenti ed è oggetto di trattazioni a parte. In questo libro gli autori hanno cercato di offrire una summa delle tecniche moderne di verniciatura, preparazione, montaggio, rifinitura e anche presentazione di auto, moto e veicoli industriali in scala, senza trascurare gli accessori che possono arricchire una vetrina o comporre un diorama. Fra i collaboratori dell'opera troviamo nomi noti nell'ambiente, come Mario Covalski o Fabrice Maréchal. I testi sono relativamente corti ma molto chiari, anche se l'inglese utilizzato a volte lascia un po' a desiderare; probabilmente si tratta della traduzione dell'originale spagnolo, ma è sempre meglio che niente.
Sorpresa, una Ferrari 330 P4 Spyder di Annecy compare in alcune sezioni del libro. |
Questo volume abbraccia una varietà di prodotti che altri libri hanno spesso trascurato, inclusi in modelli speciali in metallo bianco o i kit in resina. Sicuramente non si può pretendere l'assoluta completezza, ma tratta già di un apprezzabile sforzo di divulgazione, utilissimo a chi desideri iniziare oppure a chi voglia compiere un salto di qualità nelle proprie competenze.
17 gennaio 2018
OttOmobile, GT-Spirit e la distribuzione italiana
Per questo blog, marchi come OttOmobile, GT-Spirit, Laudoracing e compagnia bella restano tutto sommato marginali, e li lasciamo volentieri alle dispute di forum americani o al grande casino di Facebook. Ciononostante, alcuni fenomeni possono essere un oggetto di riflessione: come molti sanno, OttOmobile e GT-Spirit hanno cercato di ridurre i costi accorciando la filiera. In altre parole vendono direttamente e in teoria non esistono, almeno ufficialmente, prezzi per i rivenditori.
Con queste premesse, il commercio di un rivenditore specializzato può essere redditizio solo in un'ottica nettamente speculativa, ossia acquistando quegli articoli che verosimilmente andranno esauriti in breve tempo per poi venderli a prezzi maggiorati su eBay o altrove quando quelle referenze saranno introvabili. E' una strategia del tutto comprensibile, e chi ha più intuito e lungimiranza o semplicemente più soldi da investire viene premiato. Ma quello che sorprende è ricevere delle newsletter da alcuni distributori italiani che annunciano novità OttOmobile e GT-Spirit a prezzi simili, se non superiori, rispetto al sito ufficiale del produttore, riservato agli utenti finali.
Ecco alcuni casi:
OttOmobile G026 Volkswagen Combi T2 (1:12)
Prezzo sito ufficiale e-commerce (tasse comprese): € 149,90
Distributore italiano: € 157,50 +IVA 22% equivalente a € 192,15
OttOmobile G029 BMW M3 CSL (1:12)
Prezzo sito ufficiale e-commerce (tasse comprese): € 129,90
Distibutore italiano: € 136,50 +IVA 22% equivalente a € 166,53
GT-Spirit GT766 Gemballa Mig-U1 rossa (1:18)
Prezzo sito ufficiale e-commerce (tasse comprese) € 119,90
Distributore italiano: € 75,50 +IVA 22% equivalente a € 92,11
Gli esempi potrebbero continuare. In tutti i casi le spese di spedizione sono a parte (leggermente inferiori nel caso di ordine presso i distributori).
Per alcuni modelli in scala 1:12 il prezzo per il rivenditore è addirittura superiore al costo sul normale negozio on line del produttore.
Con queste premesse, il commercio di un rivenditore specializzato può essere redditizio solo in un'ottica nettamente speculativa, ossia acquistando quegli articoli che verosimilmente andranno esauriti in breve tempo per poi venderli a prezzi maggiorati su eBay o altrove quando quelle referenze saranno introvabili. E' una strategia del tutto comprensibile, e chi ha più intuito e lungimiranza o semplicemente più soldi da investire viene premiato. Ma quello che sorprende è ricevere delle newsletter da alcuni distributori italiani che annunciano novità OttOmobile e GT-Spirit a prezzi simili, se non superiori, rispetto al sito ufficiale del produttore, riservato agli utenti finali.
Ecco alcuni casi:
OttOmobile G026 Volkswagen Combi T2 (1:12)
Prezzo sito ufficiale e-commerce (tasse comprese): € 149,90
Distributore italiano: € 157,50 +IVA 22% equivalente a € 192,15
OttOmobile G029 BMW M3 CSL (1:12)
Prezzo sito ufficiale e-commerce (tasse comprese): € 129,90
Distibutore italiano: € 136,50 +IVA 22% equivalente a € 166,53
GT-Spirit GT766 Gemballa Mig-U1 rossa (1:18)
Prezzo sito ufficiale e-commerce (tasse comprese) € 119,90
Distributore italiano: € 75,50 +IVA 22% equivalente a € 92,11
Gli esempi potrebbero continuare. In tutti i casi le spese di spedizione sono a parte (leggermente inferiori nel caso di ordine presso i distributori).
Per alcuni modelli in scala 1:12 il prezzo per il rivenditore è addirittura superiore al costo sul normale negozio on line del produttore.
Per altri modelli, invece, si finirà per spendere leggermente meno (l'IVA si dedurrà in sede di liquidazione mensile o trimestrale) ma quale vantaggi effettivi verrebbero a un rivenditore professionale? L'unico scenario plausibile sarebbe quello di un collezionista che acquisti al nero un modello direttamente dal distributore, ma in teoria ciò non è possibile, oltre che per ovvie ragioni fiscali, anche perché i distributori non sono tenuti a vendere a privati (anche se alcuni lo fanno sottobanco, magari il sabato mattina) e infine perché gli articoli presi in carico in magazzino al loro arrivo dagli importatori debbono essere correttamente "scaricati" dal sistema gestionale una volta venduti. Almeno in teoria...
14 gennaio 2018
La Compil' des nouveautés di AutoModélisme edizione n°5? Solo on-line
La redazione di Auto Modélisme ha annunciato che il quaderno Hors-Série numero 5, dedicato al riassunto ragionato di tutte le novità uscite nel 2017 e apparse negli undici numeri della rivista, non sarà disponibile in versione cartacea ma solo scaricabile dall'e-shop www.hommell-magazines.com.
Nell'ultimo numero di Auto Modélisme si spiegano le ragioni di questa variazione (ricordiamo che La Compil' des Nouveautés era uscita per la prima volta nel 2014 con le novità del 2013): sostanzialmente un impegno economico eccessivo a fronte delle vendite che non sono mai decollate. "Capiamo la delusione dei molti lettori affezionati alla carta ma tant'è". Questo è il senso delle parole della redazione.
C'è poco da fare. Una rivista, un editore, non sono delle onlus e producono per vendere e guadagnare. Ciononostante, non credo che le vendite on-line della quinta edizione dell'Hors-Série saranno eccezionali. Il quaderno virtuale è proposto a €9,90 sul sito di Hommell e secondo l'editore ciò rispecchia le tendenze dell'editoria contemporanea dove "sono sempre più numerosi gli smartphone e i tablet che occupano le nostre case". D'accordo, ma non è un motivo valido per il quale gli appassionati della carta decideranno di acquistare ugualmente il prodotto. Probabilmente molti non lo acquisteranno per niente, proprio come farà il sottoscritto. Se questo è il futuro dell'editoria, no grazie.
Nell'ultimo numero di Auto Modélisme si spiegano le ragioni di questa variazione (ricordiamo che La Compil' des Nouveautés era uscita per la prima volta nel 2014 con le novità del 2013): sostanzialmente un impegno economico eccessivo a fronte delle vendite che non sono mai decollate. "Capiamo la delusione dei molti lettori affezionati alla carta ma tant'è". Questo è il senso delle parole della redazione.
Scordatevi la versione cartacea della Compil' n.5. Disponibile soltanto il digitale, scaricabile dal sito di Hommell. |
Rassegna stampa: Auto Modélisme n.241 (gennaio 2018)
La scala 1:18 domina la copertina del primo numero del 2018 di Auto Modélisme. Un bene, questa apparentemente inarrestabile espansione di questa scala? Difficile dirlo, sta di fatto che quasi inevitabilmente, la Lancia D50 di CMC si prende gli onori della cronaca, lasciando ai vari Minichamps, Norev e compagnia quel che resta del palcoscenico. Un numero abbastanza interessante, questo, e piace notare come l'attenzione si rivolga di tanto in tanto al mondo degli artigiani. Tocca stavolta a CCC, marchio rilevato qualche anno fa da Niels Hévia, specializzato nella realizzazione di auto francesi, soprattutto anni trenta-quaranta e di Le Mans. Sinceramente - ma forse sarò malato io - preferisco di gran lunga l'articolo-intervista a Hévia, che l'ennesima storiella sulla Lancia D50 della CMC, che sarà anche molto raffinata e costosa (o cara, scegliete voi), ma sempre cineseria resta. Questo blog è decisamente ristretto di vedute.
11 gennaio 2018
Rassegna stampa: Collectionneur & Chineur Hors-Série 2017/2018 Solido
Immaginatevi in Italia un numero speciale di una rivista cartacea dedicato a Marcury, Politoys o Burago. Non sono scenari plausibili, eh? Chissà quanti se ne venderebbero e quanti invece resterebbero nei depositi, vittime della dilagante ignoranza collezionistica nostrana. Vabbè. Trasferiamoci nella vicina Francia, dove un editore dedicato al collezionismo, LVA, dedica uno speciale alla Solido che va a ruba e dopo pochi giorni è esaurito sul sito journaux.fr. Prezzo, cinque euro, 84 pagine che non saranno certo la summa della produzione del celebre marchio (per i filologi esistono i due volumi di Bertrand Azéma che sono ancora la referenza nel settore) ma che danno un'infarinatura dai primi modelli fino agli anni ottanta, con gli inevitabili ma non invasivi riferimenti al periodo contemporaneo. In passato LVA aveva dedicato un Hors-Série anche a Norev, che aveva riscosso lo stesso successo.
Segno che certi marchi tirano, hanno i loro appassionati e - ovviamente - il loro mercato. Il livello delle foto non è sempre ottimo: a varianti rarissime si affiancano immagini di modelli un po' modificati, ma l'insieme è di grande qualità, compresa la riproduzione di certi documenti che non si trovano dietro l'angolo. Questi "quaderni" sono delle occasioni per riassumere le vicende di marchi famosi, che troppo spesso si danno per scontati. I giovani collezionisti esistono, basta saperli informare. Possibilmente con passione.
09 gennaio 2018
Spark, la livella e (per fortuna) qualcuno che capisce ancora qualcosa
La livella del collezionismo anni dieci del secolo XXI. |
Ho sempre ammirato il modo di esprimersi di Alfonso Marchetta, un appassionato di modelli che nella generale caciara da foro boario tipica di alcuni luoghi internettiani, non ultimo Facebook, riesce a regalare frammenti illuminanti di "pensero laterale". Un'occhiata distratta al forum Duegi sull'ultimo acquisto si è trasformata in un'occasione di riflessione: dalla pubblicazione della solita banale sommatoria di recenti acquisti è venuta fuori una specie di diatriba sulla Porsche 908/3 vincitrice della Targa Florio 1970 di Spark in scala 1:43.
La forma in pianta del modello sono talmente sbagliate che questo modello fu da me scartato da un'eventuale recensione per il numero 129 della rivista Modelli Auto, visto che la forma così lontana dalla realtà della carrozzeria avrebbe pregiudicato e impedito ogni altro giudizio. La scelta cadde quindi su una ben innocente (e più corretta) Porsche 924S, sempre di Spark.
Fra giudizi e opinioni di ogni genere, una battuta di Alfonso mi ha quindi colpito, quando il Nostro si è chiesto se di fronte a tanti collezionisti che prendono e buttano lo stesso in collezione malgrado dimenticanzie e strafalcioni, non sia ormai presente una sindrome sparkiana per la quale il marchio franco-cinese non sia diventata la livella del collezionismo contemporaneo.
Spark come livella. Quante volte si sente dire: "non compro il tal o il tal altro modello perché tanto lo farà Spark". Come se Spark sia per forza di cose il massimo del rapporto qualità-prezzo, un assioma che ormai molti, troppi danno per scontato, e vedremo magari fra qualche giorno il perché. La livella coinvolge anche il limite psicologico di prezzo per il quale tanti collezionisti non investono mai cifre maggiori rispetto al costo di uno Spark.
Più che un concetto positivo, l'espressione Spark come livella fa venire in mente un'altra livella, quella di Totò, e tutti sanno di cosa si trattasse. Un accostamento inconscio (da parte di Alfonso? Da parte mia?) per significare che la Spark è piuttosto la morte di una certa capacità di scelta e magari - scomodando un parolone - la morte della creatività collezionistica?
08 gennaio 2018
E' mancato Ulrich Upietz
La famiglia Upietz ha annunciato la scomparsa di Ulrich.
Ulrich Upietz stava combattendo contro una grave malattia da tempo e non ce l'ha purtroppo fatta a vincere la propria battaglia personale. Ulrich "Ulli" Upietz era un personaggio molto noto anche agli appassionati di automodellismo: fotografo ufficiale Porsche, fondatore dell'agenzia e casa editrice Gruppe C Verlag (famossissimi sono gli annuari Porsche Sport con le sue foto), era stato per anni anche il direttore del Porsche Modell Club, che aveva sede a Duisburg, nella Ruhr, prima del passaggio del testimone all'olandese Henk Koop, avvenuto all'inizio degli anni novanta.
Ma il Porsche Modell Club dell'era di Upietz è quello che è considerato il punto di riferimento nella storia del collezionismo dedicato alla casa tedesca. Anche all'epoca del PMC, Upietz svolgeva attività fotografica, pubblicando anche alcune interessantissime serie di album dedicati agli automodelli Porsche.
Ulrich Upietz stava combattendo contro una grave malattia da tempo e non ce l'ha purtroppo fatta a vincere la propria battaglia personale. Ulrich "Ulli" Upietz era un personaggio molto noto anche agli appassionati di automodellismo: fotografo ufficiale Porsche, fondatore dell'agenzia e casa editrice Gruppe C Verlag (famossissimi sono gli annuari Porsche Sport con le sue foto), era stato per anni anche il direttore del Porsche Modell Club, che aveva sede a Duisburg, nella Ruhr, prima del passaggio del testimone all'olandese Henk Koop, avvenuto all'inizio degli anni novanta.
Ma il Porsche Modell Club dell'era di Upietz è quello che è considerato il punto di riferimento nella storia del collezionismo dedicato alla casa tedesca. Anche all'epoca del PMC, Upietz svolgeva attività fotografica, pubblicando anche alcune interessantissime serie di album dedicati agli automodelli Porsche.
07 gennaio 2018
Giro Automobilistico d'Italia: un libro di Antonio Biasioli
Il prezzo, una quarantina di euro, è decisamente concorrenziale e ci sentiamo di consigliare assolutamente questo libro a tutti i collezionisti. Qualche piccolo dettaglio avrebbe potuto essere forse migliore: sono un po' troppo, ad esempio, gli errori di battitura e forse un accenno all'edizione di qualche anno fa del Giro sarebbe stata storicamente opportuna.
Pur non ponendosi comunque lo scopo di essere del tutto esauriente sulla totalità dei concorrenti, il volume riesce a dare spazio davvero a tanti, dai protagonisti assoluti a coloro che di anno in anno animavano i vari gruppi delle cilindrate più piccole.
06 gennaio 2018
Rassegna stampa: Modelli Auto n.130 (quarto trimestre 2017)
L'anno 2017 di Modelli Auto va in archivio con un numero piuttosto equilibrato e con contenuti originali. In queste nostre rassegne stampa evitiamo di pubblicare troppe immagini della rivista perché vista la nota propensione dei collezionisti italiani a spendere, il rischio è quello di dare fin troppe anteprime... Scherzi (ma non troppo) a parte, le tradizionali recensioni vertono su due modelli 1:18 che hanno segnato la fine del 2017, vale a dire la Lancia D50 di CMC e la Lancia LC2 Gruppo C Le Mans 1985 di Spark. C'è poco da fare, la temperie è questa: basta vedere su Facebook quanti collezionisti parlano di questi modelli per rendersi conto di ciò che rappresenta al momento attuale il lato vivo dell'automodellismo. Piaccia o non piaccia...
Si prosegue con la tematica Ferrari in 1:43, con un articolo sulle monoposto dal 1947 al 2017: personalmente apprezzo molto lo stile di scrittura di Valerio Comuzzi, preciso e non pesante, privo di certe perifrasi che servono solo a riempire le colonne; due le interviste, a Dwindle Models e a Carmodel, una bella realtà che ormai non ha più bisogno di presentazioni. Interessante un montaggio in scala 1:12 della Lancia Stratos Montecarlo 1977 su base Nitto Kagaku.
Vedremo cosa saprà apportare la rivista nel 2018. Tornando a Facebook è curioso notare come molti non abbiano ancora un'idea di cosa sia Modelli Auto: "è la rivista che parla delle novità dei modellini?". Alcuni sono convinti che sia un fascicolo in aggiunta a un modello allegato in edicola e varie amenità del genere, certamente mutuate da certe iniziative del passato, ma è anche il segnale che qualcosa nella comunicazione va rivisto. Chiudendo questa rassegna stampa mi viene in mente - chissà come mai - che quelli che esibiscono certe collezioni piene di BBR, Looksmart e Bosica sono gli stessi che ti fanno rincretinire per ottenere uno sconto di 5 euro quando gli vendi un modello. Vabbè.
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