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Le Ferrari 250 LM di Piper e Attwood
alla 24 Ore di Le Mans 1968 |
Annunciate da quasi un anno, escono due ulteriori versioni della Ferrari 250 LM di Looksmart relative alla 24 Ore di Le Mans, e non si tratta di versioni qualunque: siamo infatti di fronte alla vettura numero 21 di Piper e Attwood e alla numero 20 della Scuderia Filipinetti, che per il momento lasciamo da parte. Dedichiamoci infatti per il momento alla verde 250 LM, che ha sempre suscitato una certa presa nei confronti degli appassionati, un po' per essere una vettura di Piper, un po' per quella carrozzeria così fuori forma da farla sembrare più uno strano prototipo che una 250 LM tradizionale. Già tanti anni fa i collezionisti che avevano in casa il libro di Antoine Prunet sulle Ferrari Sport-Prototipo avevano imparato a conoscere questa vettura, sulla quale lo storico francese nutriva qualche dubbio anche a livello di numero di telaio: un numero alto, 8165GT, che forse lasciava intendere che quella 250 LM così diversa da tutte le altre, in realtà non fosse neanche una 250 LM.
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Appena uscito dopo una lunga attesa, il modello Looksmart. |
Con David Piper tutto era possibile, ma diamo per buona la classificazione 250 LM così come appare in tutti i documenti ufficiali. Riguardo a questa LM così particolare, Umberto Cattani mi ricorda che il primo a realizzarla in scala fu Philippe Marteau (MPA) con un kit in resina, ai tempi molto ricercato. Seguì il buon Marcello Giorgetti, che alla mostra modellistica di Scarperia, nel settembre del 1983, espose il primo bronzo di un futuro kit in metallo bianco. Ci volle del tempo prima che il modello uscisse, e - si sa - la documentazione di allora non era neanche lontanamente paragonabile a quella oggi in possesso dei fabbricanti. Le linee della vettura, però, "c'erano", e lo step successivo fu quello di Umberto Codolo, che nella linea low cost Tokoloshe fece uscire, nei primi anni duemila, un bel modello in resina, che beneficiava di tutta una serie di particolari più esatti, estrapolati da una ricerca documentaria senza dubbio più completa e rigorosa, grazie anche all'uscita, in vari libri e riviste di altre foto più chiare su vari dettagli rimasti fino a quell'epoca completamente ignoti.
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Corretti i doppi terminali di scarico fini. |
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A Looksmart non sono sfuggiti i cerchi con le razze alleggerite. |
E anche il Tokoloshe (commercializzato poi anche sotto altre etichette, da Remember a MG Model) non cessò di evolversi, ricevendo ad esempio il bollo portanumero sulla fiancata destra correttamente bordato di nero con le cifre anch'esse bordate. Le ultimissime versioni hanno ricevuto anche i due piccoli fari posteriori rossi che in alcune immagini si intravedono incassati nella parte posteriore. Il modello di Codolo a un certo punto fu commercializzato anche in kit; nel frattempo il soggetto piacque ad altri produttori, compresi quelli da edicola, che lo declinarono in alcune interpretazioni più o meno esatte. L'uscita del Looksmart, classico resincast in scala 1:43, vorrebbe forse mettere una parola definitiva su questo tema, anche se abbiamo visto che spesso i modelli del marchio lombardo, pur fatti molto bene, peccano stranamente in piccoli, banali dettagli che ne inficiano almeno in parte il valore.
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Belli i gruppi ottici anteriori. |
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La scritta Goodyear è tampografata. |
In effetti anche in questo caso ci sono luci e ombre. Ombre piccole, intendiamoci, ma abbastanza fastidiose su un modello che al pubblico viene venduto a circa 100 euro (si tratta essenzialmente di uno Spark il cui prezzo è gonfiato dall'incombere della licenza ufficiale Ferrari, come se l'altra licenza 24 Ore di Le Mans non fosse abbastanza).
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Il deflettore laterale molto realistico, tipico dettaglio dei resincast moderni. |
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Le decals sono stampate in gruppi, ma il film si nota poco. |
Rispetto al Tokoloshe/Remember il modello presenta delle bombature più accentuate sui passaruota posteriori; per il resto le linee coincidono abbastanza, impreziosite da una verniciatura molto ben fatta, liscia, uniforme e non eccessivamente lucida. La decorazione della vettura non pone più misteri e tanti piccoli dettagli sono resi con ottimo realismo, dai deflettori dei vetri laterali ai gruppi ottici, dal volante (corretta la corona nera, ma è stata lasciata la foggia classica mentre si trattava di un esemplare più moderno) alle calotte dei fari con la bordatura nera. Mancano le già citate luci posteriori, prerogativa come abbiamo detto dei Remember più recenti, mentre ovviamente non sono sfuggite a Looksmart le razze dei cerchi, vuote per esigenze di alleggerimento; molto fini e realistiche le lucine di illuminazione numero.
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La linea è sempre soggetta a interpretazioni più o meno
convincenti. Forse il posteriore un po' troppo tozzo?
Continuiamo a ritenere più esatte le linee del Tokoloshe. |
Le scritte Goodyear sulle gomme sono tampografate; i gallettoni sono fotoincisi: triangolari quelli posteriori (tipo Ferrari 330 P4), più classici quelli anteriori, e ci risiamo (per l'ennesima volta!) con la parte di sinistra corretta e quella di destra alla rovescia. Siamo nel 2017 e ancora non è stato risolto questo banale problema. Si dirà che la correzione è facile e posso essere d'accordo, ma allora se è facile per un qualsiasi modellista dotato di un minimo di manualità perché non dovrebbe esserlo per una casa costruttrice dai grandi numeri come Looksmart? Mistero.
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Confezione tipica dei modelli Looksmart. |
Concludendo, siamo in presenza di un modello con molti pregi, certamente all'altezza del blasone del produttore. Si nota qualche sforzo per staccarsi anche dagli standard Spark, come una maggiore cura generale dei particolari e naturalmente la presentazione più lussuosa, con vetrinetta grande, placchetta metallica e scatola in cartone. Un modello, quindi, che accontenterà la maggior parte dei collezionisti, sebbene ancora oggi un kit Remember montato come si deve potrebbe tranquillamente reggere il confronto.